La sua caratteristica è di essere un posto aperto al pubblico: chiunque può entrare a progettare e fabbricare. Il fablab contiene stampanti 3D, laser cutter, frese a controllo numerico (cioè mosse automaticamente da un computer, in base a un file digitale).
Aprire un fablab è un business?
«Sì, ed è un business che può evolvere. Quando con i miei soci ho fondato TheFabLab nel 2013, avevamo un modello di business che si basava su progetti education e di condivisione delle tecnologie, che sono le attività tipiche dei fablab. Con il tempo, abbiamo iniziato a fare consulenze di progetto e di prodotto per multinazionali, startup e Pmi. Oggi è soprattutto questo a rendere redditizia la nostra attività di business» spiega Massimo Temporelli (foto sopra), divulgatore scientifico e co-founder di TheFabLab.
Che investimento occorre?
«Si può partire con un investimento di 15mila-20mila euro per l’acquisto delle prime attrezzature, ma se si vuole estendere l’attività iniziale occorre investire in tecnologie e competenze ad alto valore».
Che guadagni si possono prevedere?
«Un fablab che impiega da 5 a 10 designer/maker, e svolge attività di progettazione digitale avanzata per Pmi e startup, può arrivare a fatturare da mezzo milione a un milione di euro».
Qual è il grado di replicabilità?
«Oggi un fablab dipende moltissimo dalla qualità dei progettisti che lo abitano e dalle relazioni che questi riescono a tessere sul proprio territorio, dunque è difficilmente scalabile. Quello che abbiamo scoperto in questi anni è che invece i progetti e i prodotti che nascono nei fablab possono essere scalati e vivere di vita propria come spin off aziendali».
INFO: www.thefablab.it
Tratto dall’articolo di Silvia Messa “30 idee brillanti per fare impresa” pubblicato su Millionaire di settembre 2017. Per acquistare l’arretrato scrivi a abbonamenti@ieoinf.it.