Berlusconi tra calcio e tv, l’imprenditore attento al marketing e alla comunicazione

Berlusconi tra calcio e tv, l’imprenditore attento al marketing e alla comunicazione

Di
Alessandra Ponti
18 Giugno 2023

Dalla nascita di Canale 5 ai 29 trofei vinti con il Milan: come il Cavaliere ha cambiato la televisione ed il calcio, lasciando la scena dopo 45 anni ed il gruppo Fininvest con un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro e circa 20mila dipendenti.

 

Amava definirsi un sognatore pragmatico: mentre gli altri facevano sogni che restavano sogni, lui cercava di trasformare i sogni in realtà. E, conti alla mano, sembra avercela fatta. Da quel sogno di diventare un imprenditore affermato iniziato probabilmente nel 1978 con la costituzione di Fininvest, ad oggi, giorno della sua morte, Silvio Berlusconi ha infatti vissuto 45 anni da protagonista in Italia tra politica, imprenditoria, comunicazione e sport.

 

Cologno Monzese: da Canale 5 alla creazione di un impero mediatico 

Il primo passo importante lo fece all’inizio degli anni Ottanta quando rilevò e trasformò la tv via cavo di Milano 2 nella prima televisione commerciale nazionale alternativa al servizio pubblico. Prima con Canale 5, a cui veniva affiancata Publitalia, la relativa concessionaria di pubblicità. Poi con l’acquisizione di Italia 1 nel 1982  e di Rete 4 nel 1984. Aveva l’idea di creare una realtà indipendente e lanciare nuovi programmi.

Per farlo puntò sul cavallo più forte, corteggiando e seducendo Mike Buongiorno, che all’epoca era nel pieno del suo successo proprio alla Rai. Da lì l’effetto domino e la nuova televisione comincia a popolarsi sempre più di volti conosciuti: Pippo Baudo, Corrado, Raffaella Carrà, Sandra e Raimondo Vianello, Maurizio Costanzo. Berlusconi aveva capito che serviva realizzare spazi pubblicitari per vendere prodotti, trasformando la tv in un affare commerciale.

Poi l’idea di mandare in onda serie americane come Dinasty e Dallas, rivelatesi ben presto un cult degli anni ’80. Format veloci e leggeri, quiz a premi, serie tv, telegiornali. Fino al 2001 quando il Cavaliere, seduto alla scrivania di Bruno Vespa, firma l’impegno con gli italiani da capo dell’opposizione proprio in televisione, quasi “guardando” negli occhi gli italiani. Oggi il gruppo Fininvest è una delle maggiori realtà imprenditoriali italiane e si pone tra i protagonisti internazionali della comunicazione, con un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro e circa 20mila dipendenti totali. 

 

L’acquisto del Milan e l’inizio di un nuovo modo di concepire il calcio

E mentre forse già aveva in mente l’ascesa politica che sarebbe accaduta da lì a qualche anno, nel 1986 Berlusconi decise di scendere in un altro campo, quello del calcio, diventando proprietario dell’A.C. Milan di cui è rimasto Presidente fino al 2017. Con lui cominciano a circolare molti soldi e tantissimi campioni, anche stranieri. E in campo si gioca il bel calcio, niente più solo difesa.

E’ il 1989 ed il Milan conquista la sua prima Coppa dei Campioni a Barcellona, dominando per 90’ lo Steaua Bucarest in uno stadio che si è tinto per una notte di  rossonero con più di 80 mila tifosi italiani. Era il Milan dei “3 Tulipani”, Gullit, Rajikaard e Van Basten, guidato in panchina da Arrigo Sacchi e considerata la squadra più forte di tutti i tempi. Dopo di lui, altri allenatori vincenti come Capello e Ancelotti.

Insieme a tanti altri campioni. Rimase celebre la lettera che Berlusconi scrisse subito dopo la vittoria nella prima Intercontinentale, ai tifosi milanisti che in parte recitava così: “Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie” . Una promessa che ha ampiamento mantenuto: sotto i suoi 31 anni di presidenza, insieme ad Adriano Galliani, il club ha collezionato 29 trofei tra scudetti e coppe,  imponendosi in Italia così come nei campi stranieri. 

 

L’entrata nel mondo dell’editoria e del cinema

Nel 1989 diviene il principale editore italiano nel settore dei libri e dei periodici dopo l’ingresso in Mondadori. Con la Medusa e con Cinema 5 diventa anche il primo produttore e distributore cinematografico italiano. Ad oggi Fininvest possiede ancora la maggioranza (53,30%) del gruppo editoriale d’Italia, di cui fanno parte anche le case editrici Einaudi, Piemme, Rizzoli, Sperling & Kupfer. 

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