La bicicletta è un mezzo di trasporto pubblico comodo, veloce, economico che non inquina e non impatta sulla città. E il bike sharing, il servizio di condivisione delle biciclette, continua a ottenere record su record.
Come a Milano dove BikeMi, leader nel settore, festeggia i 10mila prelievi in un giorno. Oggi l’azienda ha all’attivo 208 postazioni, 3.550 bici con oltre 25mila iscritti (ogni abbonamento ha un costo annuale di 36 euro).
Ma come funziona il business? Dietro al servizio di bike sharing ci sono concessionarie di pubblicità: BikeMi, per esempio, è proprietà della multinazionale americana Clear Channel.
Le cose si svolgono così: le aziende partecipano a bandi comunali per aggiudicarsi l’installazione. Le città pagano delegando alle concessionarie i costi del servizio. In cambio offrono come contropartita spazi pubblicitari comunali che le aziende potranno rivendere a privati.
Per saperne di più abbiamo fatto qualche domanda a Sergio Verrecchia, project manager di BikeMi:
Quanto costa gestire un impianto di bike sharing?
Dietro al servizio c’è una vera e propria azienda con comparti per la vendita e la gestione del cliente. La manutenzione ha un costo annuale di 1.800 euro per singola bici. L’investimento iniziale può raggiungere 5-6 milioni di euro».
È un business che dà profitti?
Funzionerà negli anni quando il mercato pubblicitario tornerà a fare numeri importanti. Per ora si tratta di un investimento con un notevole ritorno d’immagine».
INFO: http://www.bikemi.com/
Per saperne di più: Vuoi più info sul bike sharing in Italia e nel mondo? Leggi l’inchiesta di Elisa Di Battista e Giancarlo Donadio su Sharing Economy, allegato a Millionaire di settembre in edicola.
Redazione