Bonus pubblicità: tutto quello che c’è da sapere sulle agevolazioni per startup e imprese

Di
Redazione Millionaire
25 Gennaio 2019

Fare pubblicità conviene. E non solo per farsi conoscere. Grazie al bonus pubblicità, liberi professionisti, startup e imprese possono usufruire anche di agevolazioni fiscali. Pmi e startup innovative hanno diritto a un credito d’imposta del 90% sugli investimenti incrementali in promozione. Facciamo un esempio: nel 2018 hai speso 10mila euro in pubblicità e nel 2019 pensi di investirne 30mila. L’incremento quindi è di 20mila euro: il 90% di questa cifra (18mila euro) può diventare un credito nei confronti dello Stato e compensare le imposte. Per le altre imprese, la percentuale è 75%. Gli investimenti ammessi? Le pubblicità su stampa, radio, tv locali e online. Per saperne di più, abbiamo chiesto come funziona il bonus all’esperto Giuseppe Mancini, commercialista e revisore legale.

«Gli investimenti in campagne pubblicitarie producono un aumento della notorietà del proprio brand/prodotto/servizio e delle opportunità commerciali. Permettono all’azienda di consolidare la posizione sul mercato. E tutto ciò si traduce in un incremento del fatturato. Con l’approvazione della Manovra Correttiva 2017 (ossia il DL 50/2017) è stato introdotto anche un beneficio di carattere fiscale che rende ancora più convenienti gli investimenti pubblicitari. È il cosiddetto “bonus pubblicità”» spiega Mancini.

Che cos’è il bonus pubblicità

«È un credito d’imposta sugli investimenti incrementali in campagne pubblicitarie effettuate sui seguenti mezzi di informazione: stampa (locale, nazionale, cartacea o digitale), sia quotidiani che periodici, purché si tratti di editori iscritti al Tribunale oppure al ROC, radio o tv, purché siano emittenti radiofoniche o televisive locali iscritte al ROC. Il credito è pari al 75% dell’incremento degli acquisti di spazi pubblicitari o inserzioni commerciali effettuati nel corso dell’anno rispetto agli investimenti che lo stesso soggetto ha effettuato sugli stessi mezzi di informazione nell’anno precedente. Tale percentuale è subordinata all’ammontare delle risorse stanziate e delle richieste pervenute nell’anno. Condizione necessaria per ottenere il credito è che l’incremento sia pari almeno all’ 1,00%».

I beneficiari

«Il bonus può essere richiesto da liberi professionisti, imprenditori ed enti non commerciali (quindi titolari di reddito di lavoro autonomo, titolari di reddito d’impresa ed enti che non esercitano attività commerciale o che la esercitano marginalmente, indipendentemente dalla natura giuridica, dalle dimensioni o dal regime contabile adottato). L’agevolazione potrebbe essere richiesta anche da chi esercita professioni regolamentate, nel rispetto delle specifiche discipline che, di solito, richiedono che si tratti di pubblicità informativa, funzionale all’oggetto, corretta e veritiera ed effettuata nel rispetto delle norme deontologiche e del segreto professionale».

90% per startup innovative e Pmi

«Se l’istanza è presentata da Pmi o startup innovative la percentuale del credito s’innalza al 90%. Per Pmi s’intendono le micro, piccole o medie imprese (quelle con meno di 250 lavoratori occupati e fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro). Sono escluse dall’agevolazione le new.co e le società che non hanno effettuato investimenti pubblicitari nell’anno precedente».

Come richiedere il bonus

«La richiesta va eseguita in due step. Il primo consiste nell’inoltro telematico al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio di apposita comunicazione preventiva con la quale viene richiesto il bonus, da trasmettere tra l’1 e il 31 di marzo dell’anno nel quale verranno effettuati gli investimenti (es. 2019). La comunicazione dovrà contenere:
– dati del beneficiario;
– ammontare degli investimenti effettuati o da effettuare;
– ammontare degli investimenti effettuati nell’anno precedente dallo stesso soggetto sugli stessi mezzi di informazione;
– ammontare dell’incremento;
– ammontare del credito spettante.

«Successivamente, tra l’1 e il 31 gennaio dell’anno successivo (es. 2020), bisognerà inviare una dichiarazione sostitutiva attraverso la quale un professionista abilitato al rilascio del visto di conformità, o l’eventuale società di revisione del beneficiario, attesterà l’effettivo sostenimento degli investimenti indicati nella comunicazione preventiva. Entrambi i documenti dovranno essere inoltrati attraverso i canali messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. L’inoltro potrà essere effettuato direttamente dal beneficiario, se in possesso delle credenziali d’accesso (Entratel, Fisconline, identità SPID oppure CSN), oppure avvalendosi dell’intervento di un professionista abilitato all’inoltro delle dichiarazioni fiscali».

Il trattamento fiscale e contabile

«Fiscalmente il bonus è tassabile. Contabilmente dovrà essere invece trattato come un contributo in conto esercizio rilevato nella voce A5 “altri ricavi” del Conto Economico».

La revoca

«La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha il compito di verificare l’esistenza dei requisiti richiesti per il bonus nonché la presenza di eventuali dati non veritieri o falsi che ne possono comportare la revoca».

Un consiglio

«Il bonus è un’ottima opportunità per tutti coloro che hanno intenzione di investire nella pubblicità, perché permette di ridurre sensibilmente l’ammontare “effettivo” dell’onere. Infatti, il costo sostenuto risulterebbe decurtato proprio del valore del credito riconosciuto. Quindi il consiglio è quello di valutare da subito l’opportunità di usufruire di questa agevolazione. La prossima finestra temporale per l’invio della richiesta è quella che va dall’1 al 31 marzo 2019».

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