Si innamora della canapa leggendo una rivista degli Anni 30. Era il 2013. E decide di coltivarla.
Si chiama Lorenzo Bottani, 40 anni, ha mollato tutto per amore della canapa.
«In epoca fascista, in Italia c’erano 100mila ettari coltivati a canapa. La usavano per confezionare corde, lenzuola, tessuti. Mi sono detto: sarebbe bello ricominciare a coltivare la canapa. Ho una formazione tecnica e lavoravo per un consorzio di bonifica. Ma l’agricoltura è la mia passione, la vocazione della mia terra, il Mantovano. È scattata la molla. Ho affittato un paio di ettari di terreno e ho seminato. Prima ho preso aspettativa, al lavoro, poi l’ho lasciato e avviato la mia azienda agricola, Le vie della canapa».
Come sono stati gli inizi?
«All’inizio raccoglievo solo le infiorescenze, per realizzare tè e tisane. Un’attività in piccolo, ma con guadagni adeguati. Ho reinvestito in terra e semi. Ora siamo alla quarta annata agraria e mi sto accordando con altre aziende agricole per ampliare la superficie coltivata fino a 10 ettari e produrre seme. È molto richiesto dai consumatori. I semi di canapa e l’olio di canapa crudo sono ricchi di grassi insaturi e vitamine essenziali, il potenziale nutraceutico e antinfiammatorio della canapa è elevato».
Tutto facile?
«I primi anni sono stati di sperimentazione. Con qualche impasse, come i problemi di essiccazione del seme».
Dove vendi?
«Nei mercati agricoli. Per offrire anche olio, farine e prodotti da forno, mi sono accordato con la Società cooperativa agricola Salute sativa, di Asti, in Piemonte».
Coltivare la canapa: non è facile, ma si può fare
«Passare da una coltivazione della canapa amatoriale a una produzione significativa non è facile» spiega Davide Galvagno, vicepresidente di Salute Sativa. «La nostra cooperativa, 15 aziende e varie microrealtà, coltiva circa 500 ettari a canapa e offre ai soci anche prodotti con i loro loghi, per le loro attività commerciali. Inoltre, vendiamo i semi e li aiutiamo ad avviare piantagioni. Poi, nel nostro territorio, diamo supporto nelle fasi del raccolto del seme e dei fusti. Le piante della canapa sono alte oltre 2,50 metri, molto resistenti, richiedono macchine particolari per la trebbiatura. Infine, assorbiamo il raccolto, cioè i semi. La lavorazione del fusto di canapa qui sta subendo uno stop, perché l’impianto di lavorazione della canapa per il Nord Italia, a Carmagnola, attualmente non accetta più materia prima».
L’impianto di lavorazione della canapa è gestito da Assocanapa (www.assocanapa.org). Di fatto, i fusti della canapa sono impiegati per concimare e alleggerire il terreno. Si può fare una semina l’anno o seminare dopo la prima semina con altra coltura.
INFO: www.leviedellacanapa.it, http://salutesativa.com
Tratto dall’articolo di Silvia Messa “È ora di piantarla!” pubblicato su Millionaire di febbraio 2017.