Cosa hanno in comune uno psicopatico e il tuo capo?

Di
Tiziana Tripepi
2 Novembre 2012

Il titolo di questo articolo sembra l’esordio di una di quelle classiche barzellette che si raccontano nei bar, all’uscita da scuola, in compagnia di amici o durante una serata divertente.

Se ti sei illuso che fosse questo, ci dispiace, ma non si tratta di una barzelletta, bensì di una tesi un po’ bizzarra su cui Kevin Dutton, un noto psicologo americano, ha incentrato uno dei suoi ultimi libri intitolato “La sapienza degli psicopatici”.

Una teoria che, se mettiamo da parte un po’ di scetticismo e pregiudizio, può tornare utile ad allenare quello spirito di imprenditività che è rimasto assopito all’interno delle nostre coscienze.

La teoria

Cosa ti viene in mente sentendo pronunciare il nome di Jack lo Squartatore o  Hannibal Lecter?

Di sicuro, i primi sentimenti che ti pervadono sono paura, orrore. Passata la prima fase, lasciano spazio a biasimo, negatività, rabbia.

È difficile che tu riesca ad attribuire a uno psicopatico delle qualità positive o, addirittura, degne di ammirazione. A meno che tu non soffra di qualche turba mentale, infatti, non pronunceresti mai una frase del tipo: “Ammiro quell’uomo e il suo modo di gestire gli eventi”, mentre guardi un film che racconta la storia di Jack Lo Squartatore.

Bene, oggi vogliamo giocare un po’, cercare di entrare nella mente di uno psicopatico e trovare tutte quelle caratteristiche che paradossalmente, nel mondo del marketing e del fare impresa, possono veramente fare la differenza.

Perché, in fondo, in un contesto di crisi finanziaria così tetro, in cui fare impresa è veramente una sfida, un po’ di intraprendenza, fantasia e forse gusto del macabro non devono mancare. Perché, qualche volta, guardare il mondo con occhi creativi e ironici può essere utile a trovare soluzioni improbabili che possono funzionare.

Le qualità psicopatiche che tutti vorremmo avere

“Psicopatico” è un termine che spesso associamo a eventi negativi come omicidi, crimini o più nello specifico a personaggi che, nella tortura delle proprie vittime, trovano il soddisfacimento delle loro pulsioni primordiali.

Kevin Dutton scrive:

Gli psicopatici sembrano, per un qualche scherzo darwiniano, possedere le stesse caratteristiche di una personalità per la quale molti di noi ucciderebbero.

Pensi che questa affermazione sia assurda? Bene, il noto psicologo americano non è dello stesso avviso e porta a dimostrazione di questa tesi, una serie di argomentazioni basate su alcune ricerche storiche. Non fraintenderci, niente di matematicamente o scientificamente provato ma, allo stesso tempo, niente che la nostra immaginazione non possa esaminare e rapportare al mondo imprenditoriale.

Leggiamo insieme questo elenco di caratteristiche che un buon CEO dovrebbe avere per portare avanti la sua azienda:

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  • Eccezionale capacità di persuasione
  • Fascino
  • Spiccata capacità di mettere a fuoco gli obiettivi, anche sotto pressione
  • Dinamicità
  • Intraprendenza
  • Ambizione
  • Creatività
  • Pensiero strategico.[/styled_list]

Queste caratteristiche appena elencate sono tutte delle qualità positive, non c’è dubbio.

Ma rifletti un attimo su questa cosa: qual è il comportamento di Hannibal Lecter mentre commette uno dei suoi omicidi? Di sicuro è un buon calcolatore, riesce ad agire con lucidità anche quando i commissari sono sulle sue tracce, è ambizioso, affascinante, acculturato e intraprendente.

Caratteristiche che, nella tesi avanzata da Dutton, vengono naturali agli psicopatici. E che, come abbiamo detto prima, contraddistinguono il lavoro di un buon CEO.

Addirittura, molte di queste stesse qualità, scrive l’autore, sono attribuibili ad alcuni presidenti degli Stati Uniti. La tesi dell’esistenza di un’associazione tra il carattere di uno psicopatico e quello di un grande uomo politico quale è stato Kennedy è stata ricavata attraverso un test della personalità che i vari biografi sono stati chiamati a svolgere.

Il lato oscuro del nostro cervello

L’analisi di Dutton non si ferma qui però. Secondo alcune ricerche condotte in questo senso, ciò che dà agli psicopatici questa freddezza e capacità di gestire situazioni improponibili per qualsiasi altro essere umano è il cervello.

In momenti di forte tensione emotiva, ad esempio quando guardiamo un film dell’horror in tv, quando siamo in una forte situazione di stress, come un esame o un colloquio di lavoro, si attiva una particolare area del cervello che gestisce emozioni come paura, dolore, nervosismo.

La testa degli psicopatici funziona in maniera differente: il cervello, invece di acuire i sentimenti elencati precedentemente, li diminuisce, portando invece ad avere una maggiore lucidità e calma.

Potresti pensare che se il tuo cervello non è predisposto ad essere come quello degli psicopatici, non puoi diventare un buon CEO? Ovviamente la risposta è no.

Ci sono molte categorie di persone, come i militari o i monaci tibetani che allenano questa particolare parte del cervello proprio per imparare a gestire determinate situazioni. Sicuramente, uno psicopatico è maggiormente predisposto ad ottenere un controllo sereno e lucido in circostanze pericolose e rischiose, ma allenamento, analisi e razionalizzazione degli eventi, aiutano chiunque a comprendere e sviluppare i meccanismi che ti permettono di rimanere freddo e lucido, anche davanti a particolari circostanze.

 

Se hai un po’ di dimestichezza con l’inglese e vuoi capire se anche tu possiedi le qualità positive di uno psicopatico, puoi giocare, senza prenderti troppo sul serio, facendo questo semplice test che Dutton propone sul suo sito web. Lo trovi a questo indirizzo.

 

Giuseppina Ocello

Cosa pensi di questo articolo? Hai fatto il test? Se vuoi, puoi condividere con noi i tuoi risultati.

(Fonte Foto: Utente Flickr Francisco.j.gonzalez)

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