Così lavoro il ferro e lo vendo nel mondo

Di
Redazione Millionaire
23 Dicembre 2014

«Mi è sempre piaciuto lavorare con le mani, perché posso decidere come può venir fuori il pezzo finito. Contrariamente ad altri artigiani, che prima pensano a un oggetto e poi lo producono, io evolvo il prodotto finale in corso d’opera». Daniele Mingardo, 26 anni, di Monselice (Padova), dopo aver lavorato per sette anni nell’officina di fabbro dove il padre Ilario realizza mobili d’artista in metallo su commissione, ha creato nel 2013 il brand Mingardo: produce e vende oggetti in metallo in serie limitate e numerate, disegnate da lui e da designer under 35. Lavora il rame, l’ottone, l’acciaio inox e il ferro.

Perché hai deciso di fare il fabbro?

«Da quando ero piccolo mio padre mi portava in officina: qualsiasi cosa di cui avessimo bisogno in casa, lui la faceva. Il suo motto è: “se lo sai fare, fallo”. Ho iniziato lavorando come manovale durante le vacanze estive della scuola: spazzavo i trucioli, tenevo in ordine. Poi a 18 anni ho iniziato ad affiancare gli artigiani in officina imparando a fare le cose più semplici: tagliare il ferro, piccole saldature».

Come è avvenuto il passaggio da artigiano a creatore di un brand?

«Ero affascinato dal lavoro del designer. Fino a quel momento realizzavo complementi di arredo su commissione, ora volevo creare qualcosa di pensato da me, oppure disegnato da altri ma che avesse la mia approvazione, e che potessi vendere sul mercato. Ho fatto una piccola ricerca sui prodotti più richiesti dal mercato, la prima collezione Designerfaber è nata nel 2013».

daniele mingardo

Quanto vendi?

«In un anno abbiamo venduto 50 pezzi, è un buon risultato. La parte più dura di questo lavoro è la distribuzione. Una pecca grandissima del lavoro artigianale è il costo per realizzare un oggetto, che è molto alto. Per venderlo, i negozianti devono capire che non possono applicare margini molto alti. Noi chiediamo che i margini servano a coprire solo un po’ di pubblicità e attività commerciale. Vendiamo in tre negozi a Milano, Venezia e Parigi, e in alcuni e-commerce specializzati come Lovli. Ma il grosso delle vendite arriva tramite contatti privati: vedono un articolo sul giornale, ci scrivono e chiedono dei nostri prodotti».

Cosa significa essere un artigiano innovatore?

«Significa interpretare il lavoro dell’artigiano in chiave moderna. Nel mio caso, un fabbro che non batte più il ferro per creare portoni o inferriate ma che crea complementi di arredo che sono venduti in tutto il mondo».

INFO: www.mingardo.com

Redazione

 

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