Tre under 30 con il sogno di diventare imprenditori si incontrano a Londra. E, partendo da un sottoscala, arrivano alle cucine stellate con il loro salmone affumicato.
La storia? Alessandro Basaldella e Vincenzo Gentile si conoscono in una warehouse, ex fabbrica ricondizionata a unità abitative. Poi incontrano Iacopo Fincato, in città per un master in Design.
«A un party conoscono un artista norvegese. In quel periodo affumicava salmone in un sottoscala della warehouse ed era una foodstar londinese» racconta Iacopo.
«Gli serviva gente per Natale, così Alessandro e Vincenzo sono andati a lavorare per lui. Hanno continuato per 2-3 anni, poi l’affumicatoio è stato acquistato da Daylesford Organic Farm, una fattoria biologica rinomata tra la classe benestante londinese. I due ragazzi si sono così trovati a gestire tutto, con i rapporti con il titolare sempre più insostenibili».
Qual è stato il momento della svolta? «Quando Vincenzo comincia a lavorare per Daylesford, realizza un business plan che poi invia al Ceo. Aveva solo 22 anni. L’Ad trova interessante la sua idea e gli concede 3 mesi di tempo per creare un dipartimento nell’allevamento e produrre salmone. Ma il sogno di Vincenzo era costruire il suo marchio. Controfferta: avrebbe prodotto salmone affumicato per Daylesford, ma come dipartimento indipendente. Il primo e unico nella fattoria di Daylesford. Proposta accettata. Così nasce Smokin’ Brothers».
Come vi dividete i compiti? «Vincenzo si occupa della parte commerciale e delle pubbliche relazioni, Alessandro segue la produzione e la rete logistica, mentre io mi occupo di strategia di mercato e design. In realtà però tutti fanno tutto. Come in una grande famiglia».
Punto di forza? «Sapevamo dove volevamo arrivare: nell’alta ristorazione. Avere avuto il nome di Daylesford ha aiutato, ma la svolta è arrivata con i clienti diretti. Dopo quasi 5 anni, Smokin’ Brothers conta alcuni dei migliori ristoranti di Londra: da stellati come Le Gavroche, Frog, Bibendum e Hide, a istituzioni come Chiltern Firehouse, Scott’s e The Connaught. Da inizio 2020 al 2021 abbiamo raddoppiato clienti e fatturato».
E l’idea del packaging? «Volevo un’immagine sostenibile, old, luxury. Siamo il primo brand di salmone affumicato a introdurre packaging 100% plastic free, riciclabile e compostabile, ma i costi per la materia prima sono il 30-40% in più, quindi abbiamo un prezzo premium sul mercato».
In cosa vi distinguete? «Nel taglio sashimi. La materia prima proviene da allevamenti biologici irlandesi e dall’ultimo allevamento a conduzione familiare in Scozia. Poi la smokehouse ricrea l’effetto del caratteristico vento nordico, che asciuga le baffe (le due metà del pesce) durante il processo».
A che punto siete? «Partirà una campagna crowdfunding per rafforzare il mercato inglese, per avviare più prodotti e lavorare anche in Italia. Poi in Germania, Francia e Spagna. Quest’anno lanceremo due prodotti con lo chef Gaetano Farucci, ex chef del Le Gavroche. Poi sono entrato a far parte di una nuova startup che mira ad aiutare i giovani imprenditori in Italia. Con 6 ragazzi stiamo creando un incubatore/acceleratore. Obiettivo: dare aiuto e spazio, portare supporto e formazione».