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Dov’è finita la mia privacy?

Di
Redazione Millionaire
8 Agosto 2012

In Rete tutto è sotto gli occhi di tutti. Eppure spesso non ce ne accorgiamo. Così commenti, foto, dati personali e numeri di carta di credito diventano pubblici

Qual è l’errore più frequente che si commette in Rete?

«Molti utenti si comportano on line come non farebbero mai nel mondo off line perché non colgono ancora il peso di ciò che fanno: pubblicare foto e commenti sul Web è paragonabile a mettere una notizia sulla prima pagina di un giornale» spiega Marco Calamari, consigliere tecnico d’ufficio in fatto di informatica forense ed esperto di privacy on line (www.marcoc.it). C’è di più: si sottovaluta che notizie, foto e video, una volta inseriti in Internet, sono difficili da rimuovere. Tra qualche anno potremmo aver cambiato idea e magari vergognarci di quanto scritto. Oppure le nostre parole potrebbero, in futuro, diventare un’informazione su di noi di cui un’azienda può tenere conto per un’eventuale assunzione. Non a caso il Safer Internet day (www.saferinternet.org), giornata dedicata alla sicurezza in Rete, lo scorso febbraio è stato dedicato proprio alla gestione di dati e foto on line.

Quali sono le regole per un uso corretto dei social network?

›Nel social network, meglio usare uno pseudonimo.

›Accettate contatti solo da chi conoscete effettivamente.

›Verificate che le persone a cui si inviano messaggi siano davvero chi dicono di essere, e non malintenzionati.

›Usate un indirizzo e-mail personale anziché quello d’ufficio, e abbiate molta cautela nel pubblicare commenti e opinioni sull’azienda per cui si lavora…

›Tarate bene le impostazioni di privacy (nei setting), con cui creare circuiti distinti e selezionate quali gruppi tra i propri contatti possono accedere a determinati contenuti. L’ideale poi sarebbe essere connessi ai colleghi di lavoro solo su social network di natura professionale, come Linkedin e Xing.

›Controllate ciò che amici e parenti pubblicano: così da sapere subito se in Rete circolano diffamazioni o falsità.

›Tenete presente che chi pubblica dati e foto di altre persone senza averne richiesto il consenso rischia sanzioni pecuniarie da 3mila a 30mila euro.

›Per evitare problemi, la vera cautela va usata all’inizio, subito dopo la registrazione al social network, con l’attivazione di griglie di protezione che permettono di vedere ciò che ci riguarda solo a chi ha ricevuto la nostra autorizzazione.

Quali sono gli occhi nascosti della Rete?

«Bisogna tenere presente che ciò che facciamo con il nostro computer non sarà conosciuto solo da chi vogliamo noi» suggerisce Mauro Paissan, componente del garante per la Protezione dati personali e autore di La privacy è morta, viva la privacy (Ponte alle Grazie, 15 euro). Quando ci colleghiamo, i provider di accesso registrano l’indirizzo Ip dell’utente (cioè il numero della macchina che si connette) oltre a data e durata di collegamento. Google, Facebook e Twitter “leggono” come ci muoviamo in Rete per proporci pubblicità ad hoc: se facciamo una ricerca per l’acquisto di una casa compariranno banner di agenzie immobiliari, se scriviamo una e-mail che contiene la parola “cane” spunteranno avvisi sui mangimi per animali… I cookie, frammenti di testo trasmessi da un server a un browser, ci aiutano a ritrovare una pagina già cliccata, ma memorizzano informazioni sull’utente. Gli spyware, si installano in modo fraudolento e raccolgono dati come l’indirizzo di posta elettronica e le pagine web visitate.

Esiste un modo per navigare in incognito?

Molti browser, per esempio Explorer e Firefox, hanno la modalità “navigazione anonima” nel menu “strumenti”, che non memorizza cookie, sospende la cronologia, non salva i dati inseriti nei moduli, né l’elenco dei file scaricati o username e password usati per l’accesso a siti. «Chi sa l’inglese può usare il motore Yauba.com, che elimina i cookie, dimentica i dati inseriti e non trasmette i dati degli utenti ai siti» aggiunge Mario Bellisario, esperto web (www.mariobellisario.com)

Ci sono poi altri sistemi per rendere anonima la navigazione?

Sì. Per esempio le reti Tor (una piattaforma che, dopo la ricezione dell’Ip dell’utente, lo ritrasmette crittogafato, www.torproject.org) oppure il Freenet project (una rete decentralizzata, http://freenetproject.org). Da citare anche il sistema JonDonym (un sistema che muta il numero Ip, https://anonymous-proxy-servers.net)… «Meglio conoscerne almeno uno, per essere in grado di usarlo in caso di necessità. E poi valutare quando usarlo: scambio e-mail con un cinese in tema di pena di morte oppure sfoglio pagine sugli shampoo?» consiglia Calamari.

Come usare con sicurezza la carta di credito on line?

«Ci vuole buon senso. Personalmente uso con serenità la mia carta di credito su Internet ma faccio attenzione a dove acquisto: un portale come Amazon avrebbe troppe ricadute negative se si scoprisse che ai suoi clienti sono stati spiati i codici mentre acquistavano, mentre il danno di immagine di un editore sconosciuto che vende i suoi libri on line nella stessa circostanza sarebbe molto inferiore. E poi: quando mi registro a un sito mi chiedono informazioni legittime oppure indulgono troppo nei dettagli? In quel caso, non compro» commenta Calamari.

Consigli pratici per tutelare la privacy on line?

›Per segnalare un indirizzo e-mail in una pagina web “in chiaro”, intervallare l’indirizzo con spazi (roberto   @  ilmiosito.it) così da evitare di ricevere spam. La @ si può indicare come [at].

› Prima di pubblicare il proprio cellulare su una pagina web, meglio soppesare costi e benefici. Intercalare numeri e lettere (esempio: 3quattro7), per ostacolare i filtri che raccolgono i dati per l’invio di spam.

› Comunicare il numero di carta di credito? Meglio spezzare la successione numerica in due e inviarne  metà via e-mail, metà via sms.

› Quando si scrive una e-mail a più persone, inserire gli indirizzi nella Ccn (copia conoscenza nascosta).

› Per saperne di più:

Nextprivacy Il futuro dei nostri dati nell’era digitale (Etas, 23 euro). Arriva dall’Istituto italiano per la Privacy (Iip), un centro studi dedicato alla protezione dei dati personali.

 

Come scegliere una password sicura?

«Dovrebbe comprendere 8-10 caratteri, in cui compaiono anche simboli, dall’asterisco al cancelletto. Come ricordarla? Si può formare la prima parte con le prime lettere del sito in cui loggarsi (es: per Millionaire.it sarà “milli”), seguite da alcuni numeri. Si può scegliere di destinare sempre il numero 333 ai siti in .it, il numero 444 ai siti in .com…» consiglia Mario Bellisario. «Per chi non riesce più a ricordarsele esistono programmi, anche gratuiti, che ne aiutano il recupero, denominati “password manager”. Alcuni si installano sull’hard disk oppure sono pensati ad hoc per dispositivi mobili come telefonino e palmare oppure ancora programmati per le operazioni on line. Molto famoso Roboform, di cui esistono due versioni: una gratuita e una a pagamento» prosegue Bellisario. Attenzione, però: se si dimentica la password di questi programmi, si perdono tutte le altre.

Maria Spezia, Millionaire 4/2011

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