Tra i settori che sono cresciuti di più dopo la pandemia c’è l’Education Technology (abbreviato EdTech), l’insieme di hardware e software realizzati per migliorare l’apprendimento degli studenti e alleggerire il carico di lavoro degli insegnanti. Da un report di HolonIQ, piattaforma di analisi dell’economia mondiale, emerge che il giro d’affari raggiungerà i 404 miliardi di dollari entro il 2025. Fuori dai confini nazionali, dove di e-learning si iniziava a parlare già dagli anni Cinquanta, troviamo grandi società come Moodle (ambiente informatico dove è possibile creare lezioni da zero utilizzato da 90 milioni di utenti), Docebo (oltre 700 corsi online in 40 idiomi) e Open edX (20 mila lezioni in 32 lingue per 40 milioni di discenti).
L’Italia invece, pur partecipando con un valore aggiunto di 20 miliardi di euro, sconta uno storico ritardo solo in parte mitigato dalla forte accelerazione impressa dal Covid-19 alla digitalizzazione del Paese. Da noi nell’ultimo biennio sono proliferati incubatori che hanno incentivato la nascita di nuove startup del ramo. Gli attori in gioco si sono moltiplicati ma nessuno ha riscosso un successo tale da monopolizzare e orientare il mercato interno. Tante sono le proposte che millantano di rivoluzionare il mondo della didattica, ma quante sopravviveranno in futuro? Monitorando le ultime novità del comparto, due imprese in particolare si stanno facendo notare per l’attenzione riposta sulle ricadute sociali della formazione a distanza.
Il sapere accessibile
Spunto ad esempio è un progetto nato per aiutare studenti con disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali. A fondarlo Martina Brugnara, ragazza dislessica. Memore delle difficoltà incontrate nel percorso di studi, la giovane ha deciso di trasformare la sua esperienza in un business. La Web App elaborata insieme al socio Nicolò Maggioni contiene oltre 800 strumenti tra mappe concettuali, riassunti audio e quiz relativi a undici materie. Le prime semplificano i concetti importanti e li rappresentano visivamente in modo da stimolare la memoria fotografica.
Con i secondi invece si abbatte la fatica derivata dalla lettura prolungata dei testi, sostituendola con l’ascolto. Attraverso i terzi, infine, i ragazzi potranno valutare in autonomia il proprio livello di preparazione rispondendo vero o falso a dieci quesiti inerenti l’argomento selezionato.
«Sono felice di aver messo a disposizione di tutti un portale che possa donare sicurezza e autostima a chi, come me, trova difficoltà a mettersi sui libri», confida la ceo Brugnara. «In passato anch’io ho sempre sognato un sostegno simile». I contenuti vengono creati da professori che prestano pro bono sapere e tempo in cambio dell’utilizzo gratuito della piattaforma. Un team di logopedisti e psicologi poi interviene sui materiali forniti rendendoli accessibili a chiunque. Alunni, tutor e altri docenti possono invece utilizzare i prodotti solo previa sottoscrizione di un abbonamento. Finora le iscrizioni registrate sono 1.500 (provenienti soprattutto dal Nord Italia) per un fatturato stimato poco sotto i 100 mila euro. Per decollare però la giovane azienda, fondata da poco meno di un anno, ha bisogno di vendere pacchetti personalizzati a istituti, associazioni e corporate per garantirsi un ricambio stabile di fruitori e, quindi, entrate più certe da utilizzare per ulteriori investimenti.
Un futuro a portata di tutti
Fidelizzare i clienti è ciò che hanno fatto in Carriere.it. Il portale fondato nel dicembre 2020 racchiude oltre 70 corsi sulle principali competenze richieste oggi dal mercato del lavoro. Si va dal digital marketing alle soft skills, dall’e-commerce alle tecnologie emergenti come la blockchain e l’intelligenza artificiale. La novità di questi moduli di alta formazione è il prezzo nazionalpopolare a cui viene proposto l’abbonamento. L’attenzione per i ceti meno abbienti si è concretizzata con l’erogazione di centinaia di borse di studio in tre anni a copertura totale o parziale della quota. A beneficiarne finora disoccupati, neogenitori e laureati con 110 e lode in difficoltà economiche, atleti con meriti sportivi e persone con gravi problemi di salute. A poche settimane dal lancio gli abbonamenti sottoscritti erano 1.500. Ad oggi l’azienda conta più di 8 mila utenti stabili, a cui va aggiunti almeno un altro 30% di persone più discontinue. A fine anno gli incassi si aggirano sui 600 mila euro. Il network dietro Carriere.it è frutto dell’esperienza maturata dai suoi fondatori, l’imprenditore digitale Luca La Mesa e la consulente strategica Giulia Lapertosa. Insieme, in piena pandemia, sono riusciti a creare un ecosistema formativo vincitore nel 2021 del Global Startup Awards di Copenaghen, premio che coinvolge 124 Paesi del mondo sparsi in quattro continenti. Tra i punti di forza ci sono la possibilità di usufruire di almeno un nuovo corso ogni mese e di ottenere (se superati gli esami finali) fino a dodici certificazioni riconosciute a livello europeo. Quel che manca è un servizio di recruitment che possa mettere in contatto i professionisti che hanno conseguito gli attestati con le aziende che hanno bisogno di figure specializzate in questi campi. Per ora vengono inoltrate in maniera informale le eventuali richieste pervenute agli organizzatori dai loro conoscenti.
Articolo pubblicato su Millionaire di novembre 2023.