Faccio business con la pubblicità nei bagni

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27 Maggio 2013

Vere e proprie installazioni pubblicitarie nei bagni di discoteche, università, biblioteche, circoli sportivi ecc. Un’idea bizzarra con la quale Federico Roesler Franz, 26 anni, ha fondato circa due anni fa una startup, Bulsara:

Il toilet advertising è una tecnica pubblicitaria molto diffusa in Inghilterra e, in generale, nel Nord Europa. I vantaggi? Colpisce il target a seconda del sesso, il messaggio non può essere ignorato perché recepito senza distrazioni esterne e il costo è più basso rispetto ai mezzi tradizionali» spiega Federico a Millionaire.

Partito con un investimento di 10mila euro, lui e il suo team sono entrati in coworking presso l’incubatore Enlabs di Roma. Un’esperienza che gli ha permesso di trovare finanziatori, Filas e LVenture, con un primo round di 350mila euro.

Notte da Leoni 3

Come sei partito?

Viaggiando all’estero mi sono reso conto che il toilet advertising funziona. Allora ho deciso di importarlo in Italia, ma adattandolo al nostro mercato. Non solo semplici cornici e adesivi, ma anche sensori audio, video. Insomma, l’idea è di far vivere all’utente un’esperienza in cui emozionarsi».

Cosa significa Bulsara?

La parola nasce dall’inglese bull’s eye (occhio di bue), un’espressione che significa “centro del bersaglio”, il target specifico di pubblico che noi andiamo a colpire».

Come funziona il business?

Prendiamo accordi con grandi strutture, aeroporti, biblioteche, grandi catene (come Warner Village, Compagnia della Bellezza ecc.). Paghiamo loro un affitto di locazione per brandizzare gli spazi dei servizi igienici. Poi ci sono i nostri commerciali che cercano clienti ai quali proponiamo varie soluzioni a prezzi diversi: una nostra installazione può andare da 500 euro a 30mila euro».

Quanto vale il mercato?

Difficile quantificarlo oggi che non è ancora diffusa come tecnica. Il valore si può stimare in 4 milioni di euro, solo nel nostro Paese».

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Come fate a vincere la diffidenza dei clienti?

Alcune reazioni sono anche comiche: “Che faccio metto il mio marchio in un bagno?”, ma noi li rassicuriamo: scegliamo con cura le location e nessun nostro cliente finirebbe mai in un luogo fatiscente. In altre parole, non c’è alcun rischio di fare brutte associazioni. Poi parlano i risultati: alcune aziende sono alla sesta, settima installazione».

È una soluzione alla crisi del mercato pubblicitario?

Sì, con meno soldi a disposizione il toilet advertising è un modo per colpire in modo efficace il target, senza bruciare soldi. Poi i costi sono più bassi e questo è un fattore che incentiva il cliente a provare».

Come si mette in piedi una startup?

Con tante rinunce. A uno stipendio fisso, al tempo libero. Bisogna crederci e lavorare in team. Essere in una squadra ti aiuta a trovare la giusta motivazione. E trovarsi in un ambiente stimolante. A noi è servita molto l’esperienza del coworking: offre l’opportunità di lavorare in spazi in cui è più facile farsi notare da esperti del settore».

INFO: http://www.bulsara.it/

Giancarlo Donadio 

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