Non sarebbe bello se esistesse una copia fedele, ma virtuale, della nostra auto, in grado di prevedere quando cambiare ogni singolo pezzo esattamente un minuto prima che si rompa? Oppure, e qui entriamo nella fantamedicina, un nostro gemello virtuale con tutte le nostre caratteristiche (Dna, storia familiare, malattie, predisposizioni…) creato appositamente per predire l’evoluzione del quadro clinico e aiutare i medici a curarci al meglio? Bene, tutto questo esiste e ha un nome: digital twin, o gemello digitale.
Non si tratta di una copia statica dell’originale, bensì di una copia dinamica. Per questo motivo è in grado di prevederne l’evoluzione futura. Il settore, che nel 2021 valeva globalmente oltre 6 miliardi di dollari, secondo Strategic Market Research cresce al ritmo di un +40% annuo, con la prospettiva di superare i 130 miliardi nel 2030. Tanti gli ambiti di applicazione. Uno dei più interessanti è quello di aerospazio e difesa, ma anche industria (automotive in testa), manifattura, energia, infrastrutture, smart cities, retail, banking… Di un edificio possiamo prevedere e ottimizzare i consumi, di un macchinario diagnosticare i punti deboli e intervenire per tempo con una manutenzione predittiva, di un processo migliorare le singole fasi in un’ottica di risparmio di risorse.
Mobilità elettrica e settore energetico
Come trasformare una startup ambiziosa in una realtà del digital twin solida in grado di raccogliere un finanziamento da 7 milioni di euro e guardare lontano? Milo De Soricellis, 33 anni, ingegnere, dopo la laurea a Padova era andato a studiare all’estero, in Germania. Poi, come racconta lui, ha tenuto “il piede in due scarpe”, dottorato in un’azienda tedesca mantenendo il contatto con la sua università.
«La scintilla è scoccata grazie alla collaborazione del mio professore e di uno studente con ambizioni condivise. Finché, nel 2020, è nata Newtwen, spin-off dell’Università di Padova, che ha coinvolto un altro team di ricercatori».
Ma che cosa fa Newtwen, in sintesi? «Forniamo repliche digitali ad alta fedeltà di componenti fisici. Gli ambiti di applicazione spaziano dalla mobilità elettrica al settore energetico e industriale in genere. I vantaggi sono enormi in termini di prestazioni, affidabilità, longevità, manutenzione predittiva».
Non solo, grazie alla potenza dei dati e del software si è in grado di ridurre l’impatto ambientale di motori elettrici e batterie attraverso l’ottimizzazione del ciclo di vita del prodotto. Queste prospettive, insieme al mindset internazionale e al team di professori e ricercatori (oltre a De Soricellis, Silverio Bolognani, Piergiorgio Alotto, Riccardo Torchio e Francesco Toso), hanno convinto 360 capital a guidare l’aumento di capitale di 7 milioni di euro, cui partecipa anche Join Capital, fondo internazionale di software industriale basato a Berlino.
Quando il “gemello” è un avatar
Avatar interattivi e intelligenti, ma anche dotati di emozioni e personalità. Fantascienza? No, realtà, grazie all’intelligenza artificiale. E alla possibilità di fornire al proprio alias un tipo di comunicazione che si basa non solo su testo e voce, ma che fa ricorso anche alla comunicazione non verbale (gesti, espressioni del viso, posizioni del corpo). Ci scommette Archetype AI Knowledge Lab, realtà innovativa pensata per diffondere la conoscenza e facilitare l’apprendimento.
Fra i suoi prodotti ci sono gli avatar antropomorfi che possono essere realizzati anche come repliche virtuali di persone reali di cui assumono sembianze, voce, movenze e addirittura personalità. Moltissime le applicazioni in ambito didattico, ricreativo, formativo… Il direttore tecnico è Giorgio Manfredi, che con Fabrizio Gramuglio aveva fondato la startup italo-americana Forever Identity, di cui Archetype rappresenta un’evoluzione.
La tecnologia
Ad abilitare la rivoluzione dei digital twins, che avrà applicazioni sempre più estese in tanti settori, è la tecnologia.
Internet of Things (IoT, l’Internet delle cose). È un insieme di tecnologie di sensoristica e scambio di dati grazie a cui macchine e uomini possono creare dei flussi di informazioni e ottimizzare processi di produzione. Gli esempi si sprecano: dal frigorifero intelligente allo smartwatch, dai sensori medicali agli assistenti virtuali.
Big data. I dati prodotti anche grazie all’IoT da milioni di dispositivi sono sempre più numerosi e raffinati. La loro analisi consente di scoprire modelli e tendenze alla base della creazione di digital twins.
Cloud computing. La “nuvola informatica”, disponendo di una potenza di calcolo molto elevata e scalabile, è l’infrastruttura ideale per ospitare, gestire e analizzare i big data.
Intelligenza artificiale. Le macchine non hanno sentimenti e creatività umane, ma hanno capacità cognitive assimilabili. Imparano dalle esperienze, sono in grado di correggere gli errori, grazie a specifici algoritmi. Questa capacità prende il nome di machine learning.
HPC. L’High Performance Computing individua dispositivi in grado di elaborare in tempo reale dati prodotti da digital twins sempre più evoluti e sofisticati.
Connettività. Il crescente sviluppo dei digital twins è anche dovuto alla crescente connettività tra device e data center. Il 5G, quinta generazione della telefonia mobile, consente di gestire e trasferire dati in modo sempre più veloce e sicuro.
User experience design. Un fattore critico di successo dei digital twins consiste nella possibilità di fruire dei dati in modo non solo rapido, ma anche user friendly. Fondamentale che l’interfaccia utente sia semplice e di facile utilizzo.
Articolo pubblicato su Millionaire luglio/agosto 2023.