Fabio Fazio, Mara Venier, Riccardo Scamarcio, Francesco Totti, Alessia Marcuzzi e persino Elon Musk o il celebre Youtuber MrBeast: ultimamente, in particolare sulle piattaforme di Meta (Instagram e Facebook), stiamo assistendo a un vero e proprio bombardamento di video realizzati tramite intelligenza artificiale, dove questi volti nazionalpopolari assicurano di aver trovato o proprio realizzato in prima persona (come nel caso di Musk) la solita, immancabile “piattaforma” che permetterebbe “un guadagno automatico”. Il format è molto semplice: c’è un personaggio famoso, appunto da Venier a Fazio, passando per Cattelan o altri giornalisti e giornaliste di emittenti come Sky, Rai e Mediaset, che viene mostrato in video e fotogrammi che sembrano autentici mentre è intento a intervistare uno dei vip succitati. Lo script ha alcune variazioni: in alcuni casi gli intervistatori appaiono colti di sorpresa, spiazzati dai loro ospiti, che vengono messi a tacere perché “informazioni finanziarie di questa portata potrebbero scuotere le fondamenta della società italiana”. In altri casi, invece, come in un video dove Mara Venier introduce la presunta invenzione rivoluzionaria di Elon Musk, la notizia viene data (con tanto di logo Rai in bella vista) in tandem dal duo di vip.
Quello che non cambia mai è la promessa: una nuova, miracolosa piattaforma in grado letteralmente di moltiplicare il denaro in maniera automatica e rapidissima, rendendo ricchi coloro che riescono ad accedervi “prima che sia troppo tardi”. Le cifre per entrare sono sempre molto basse, tra i 150 e i 200 euro, proprio perché questo tipo di truffa si rivolge chiaramente al numero più ampio possibile di vittime. I guadagni sono, come detto, garantiti in tempi rapidissimi, addirittura dal primo giorno. E poi, come sempre, l’immancabile leva della FOMO (Fear Of Missing Out) che avverte le potenziali vittime con messaggi del tipo: “Non sappiamo quanto la piattaforma potrà restare attiva” o “Investi prima che le banche la blocchino”.
Nei video, si vedono addirittura i vip mostrare i conti correnti bancari che ricevono gli accrediti, con immagini che a occhi poco accorti possono sembrare assolutamente reali e plausibili, soprattutto perché realizzate utilizzando volti molto familiari.
Deepfake, anche nella voce
In gergo, queste elaborazioni vengono definite come “deepfake”, che tradotto letteralmente significherebbe “falso profondo”. Italianizzato al meglio, si traduce nella realizzazione di un falso che è incredibilmente simile all’originale (Striscia La Notizia ne ha mostrato diversi esempi).
La novità di questi ultimi tempi, inquietante quanto sicuramente efficace per attrarre più vittime possibili nel tranello, riguarda la possibilità di riprodurre addirittura la voce dei personaggi. Il video con la Venier è impressionante per la somiglianza, come quello che riprende il fake Scamarcio.
Sarà solo questione di (poco) tempo, prima che queste nuove tecnologie riescano a produrre risultati che saranno totalmente indistinguibili per movenze, aspetto generale, voce e tono. Anche per i più attenti ai dettagli, diventerà infatti impossibile sapere se il mitico Francesco Totti sta sul serio dichiarando di aver scoperto un modo per “combattere la povertà grazie al trading automatico”.
Tutto suggerirà che quello nel video sia sul serio l’ex capitano della Roma, incluso il suo tipico accento.
“Ok, ma chi ci crede?”
Il primo errore che si tende a commettere quando ci si trova al cospetto di questi sempre più sofisticati sistemi di truffa è pensare che siano poco credibili, o addirittura del tutto improponibili. “Ma dai, si vede che non è sul serio Mara Venier”; o ancora “Vabbè, ma chi può mai credere che con 200 euro di investimento se ne facciano 10.000 in un mese, per giunta grazie a un tool automatico?”. Classico, tipico errore nel quale incappa chi crede che il proprio metro di valutazione e giudizio sia quello di chiunque altro. E così, paradossalmente, chi pensa che simili artifizi non siano efficaci o comunque riescano a colpire solo pochi individui molto ingenui e sprovveduti si dimostra egli in primis incredibilmente ingenuo.
Basti infatti pensare che, ben prima di questi sistemi tecnologici avanzati, in non pochi cadevano nella stranota truffa del “principe nigeriano” desideroso di donare la sua ricca eredità a persone scelte e contattate a caso via posta.
Per altro, se queste promesse di ricchezza facile e immediata non funzionassero così bene, non le vedremmo in misura crescente, visto che l’investimento pubblicitario è connesso alla resa: se non converte portando nuovi clienti paganti, non lo vediamo pubblicizzato ovunque e a lungo.
Le piattaforme fanno qualcosa per contrastare il fenomeno?
Al momento, la guerra tra intelligenze artificiale, pare che la stiano nettamente vincendo i truffatori. Segnalare queste inserzioni chiaramente truffaldine, infatti, porta spesso a risultati frustranti. Che siano su Facebook o su Google, dal gruppo Facebook di Fufflix (dove da anni si monitorano e segnala proprio questo genere di pubblicità fuorvianti) confermano che il responso è quasi sempre nullo.
Pare, infatti, che sia banalmente il numero delle segnalazioni inviate e non il contenuto segnalato a determinare l’eliminazione dell’inserzione.
Su Facebook e Instagram, addirittura, abbiamo visto queste inserzioni pubblicitarie proposte da account con la spunta blu di verifica, per settimane, senza che nessun sistema di filtro intervenisse a bloccarle. Magari, oltre ai 13 miliardi per il “multiverso” (o proprio in alternativa), Meta avrebbe potuto investire in esseri umani o nel miglioramento dei sistemi di AI per il controllo delle inserzioni. Evidentemente, la sicurezza di chi utilizza la piattaforma non è al primo posto.
Inchiesta pubblicata su Millionaire di novembre 2023.