Il 2023 è l’anno del business travel

Il 2023 è l’anno del business travel

Di
Alessandra Litrico
4 Maggio 2023

Nel 2022 i lavoratori italiani hanno finalmente ripreso a viaggiare. La pandemia, infatti, aveva segnato un periodo di stasi, complici le restrizioni e la situazione globale che metteva in difficoltà gli spostamenti. Il settore del business travel, in particolare, è stato il più colpito, al punto che si pronosticavano anni con dati negativi prima di poter risalire la china. Una discreta ripartenza, in realtà, si è avuta già nel 2021, dopo il fisiologico rallentamento dovuto ad una serie di fattori, tra cui l’impatto post pandemico, la guerra in Ucraina e l’inflazione.

 

I numeri del business travel

Il 2023 presenta dati incoraggianti e mostra decisi segni di ripresa, nonostante il lavoro da remoto e le riunioni in call che hanno reso possibile aggirare gli spostamenti con i mezzi di trasporto, di cui i lavoratori continuano a usufruire per trasferte lampo e occasionali. Per via dell’attenzione data al tema ambientale, peraltro, il minore impiego dei trasporti era stato ricollegato anche all’esigenza di ridurre le emissioni di carbonio. L’ISTAT registra che, nel 2022, il 6,9% dei viaggi è avvenuto per motivi di lavoro e la durata media è stata di 3,8 notti. Tra le motivazioni più frequenti compaiono le riunioni d’affari (17,1%), seguite da convegni, congressi e seminari (16,1%) e dalle attività di installazione, rappresentanza o vendita (9,7%).

 

Le nuove tendenze

Nel settore fieristico si assiste ad una escalation positivamente testimoniata anche dall’affluenza alla Milano Design Week e al Vinitaly. Se il mondo del lavoro sembrava irrimediabilmente segnato dall’ondata post pandemica, il 2023 mostra l’azzurro all’orizzonte, prospettando una stabilizzazione del business travel. Una ripresa record, che dovrebbe giungere con un anticipo di ben due anni rispetto a quanto previsto degli analisti. La crescita è stata superiore alle aspettative, dato che, nel 2022, la spesa per i viaggi d’affari ha superato i 22 miliardi di euro, raddoppiando il valore registrato nel 2021.

Anche l’holiday working si conferma come un trend crescente: il 49% delle strutture ricettive ha ospitato lavoratori in smart working, grazie all’apertura mostrata dalle aziende che, per il 54%, permettono di lavorare pure dai luoghi di vacanza. Inoltre, i viaggiatori sono molto più attenti alla qualità del servizio e scelgono soluzioni economiche convenienti per l’azienda d’appartenenza, preferendo il bleisure per coniugare giorni di vacanza a viaggi di lavoro.

Secondo l’Osservatorio Business Travel, si tratta di un segnale di ripresa molto importante, sia se si tiene conto dei viaggi d’affari da parte delle aziende, sia se si guarda l’incremento delle attività corporate in presenza, anche se i dati non hanno ancora raggiunto i livelli pre-pandemici.

“La ripresa del Business travel è evidente e ci restituisce un segnale forte di ripartenza”, dichiara Andrea Guizzardi, direttore dell’Osservatorio Business Travel. “I dati risentono anche delle contingenze e dei fattori esterni. La dinamica di spesa ha infatti come propellente sia le tensioni geo-politiche, sia la forte ripresa della domanda leisure che determina il razionamento dell’offerta di servizi. La digitalizzazione delle attività consente un ingente risparmio di tempo e quindi di costi. Inoltre, la digitalizzazione delle procedure consente il raggiungimento di maggiori benefici, se accompagnata da una corretta gestione e utilizzo dei dati”.

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