Il business innovativo degli escrementi umani usati per fertilizzare i campi

Di
Melania Guarda Ceccoli
19 Dicembre 2022

Ecco come Wim de Vries, professore nella disciplina dell’analisi dei sistemi ambientali presso l’Università di Wageningen, ha pensato di dare un consiglio all’Unione Europea.

 

L’invasione russa dell’Ucraina ha portato ad un aumento esponenziale dei prezzi dell’energia, mentre le sanzioni imposte contro la Bielorussia hanno provocato una carenza di cloruro di potassio, un fertilizzante chiave.

I prezzi dei fertilizzanti è così aumentato del 149% in un anno, in parte dovuto al costo sempre più alto del gas, da cui dipende la produzione di fertilizzante azotato.

Il professore Wim de Vries ha dichiarato a EURACTIV che l’Unione Europea dovrebbe aprire i propri orizzonti ed esplorare tutte le strade per migliorare l’efficienza dei fertilizzanti e chiudere il ciclo dei nutrienti.

“Dobbiamo esaminare sì il compost delle piante e gli escrementi degli animali, ma anche gli escrementi degli umani”, ha detto il professore, sottolineando che i rifiuti umani hanno anche diversi micronutrienti essenziali, come zinco e rame.

I rifiuti umani sono usati come fertilizzanti in molte aree del mondo, ma attualmente è consentito solo in alcuni paesi dell’UE, cosa che de Vries vede come un’opportunità persa nei piani dell’UE.

L’applicazione a crudo degli escrementi umani al terreno può infatti provocare inquinamento e diffondere malattie. Per questo motivo questo metodo di riciclaggio viene fortemente scoraggiato.

Ashely Muspratt e la sua azienda Pivot riutilizza i liquami, trasformandoli in materie prime utilizzate nella produzione di mattoni e di cemento.

Da anni lavora per riciclare in modo sostenibile una delle risorse meno sfruttate al mondo: le feci umane.

La rivista Nature porta come esempio alcune aree rurali, come quelle in Ghana, dove i contadini che non hanno fertilizzanti chiedono a chi trasporta i liquami di farsene lasciare un po’, per utilizzarlo come concime nei campi. Se però da una parte, le sostanze contenute nelle feci contribuiscono ad arricchire il suolo di minerali e altri composti, non essendo trattate contengono anche inquinanti e microrganismi pericolosi per la salute.

In questo modo quindi i vegetali di un campo coltivato con feci umane non trattate espongono chi li consuma a un maggior rischio di prendersi malattie come il tifo, il colera, parassiti intestinali pericolosi. Così nella città ghanese di Tema è nato un nuovo stabilimento – entrato nel programma del governo per il sussidio di fertilizzanti – che tratta gli escrementi, trasformandoli in nutrimento per la terra.

Intanto, una delle soluzioni più veloci secondo Vries, sarebbe quella di lavorare sugli scarichi fognari. I paesi europei dovrebbero trovare il modo di usare le acque reflue per l’irrigazione e la concimazione dei campi.

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