Il Neuromanagement aumenta il benessere dei lavoratori

Il Neuromanagement aumenta il benessere dei lavoratori

Ipotizziamo di lavorare in un contesto caotico, dove i dipendenti scambiano informazioni, rispondono alle telefonate dei clienti e dialogano sui problemi aziendali. Il nostro cervello funziona allo stesso modo, con tanti neuroni che comunicano tra loro scambiandosi molti dati in un arco di tempo breve. Nelle aziende, le persone prendono decisioni, entrano in sintonia o in conflitto e ciò segna le dinamiche relazionali, incidendo sul lavoro di squadra e su molti altri aspetti della vita lavorativa.

 

Come funziona

Il Neuromanagement si avvale delle Neuroscienze e della tecnologia per effettuare delle ricerche all’interno dei contesti aziendali e verificare quali sono i fattori che influenzano i comportamenti, ma soprattutto, permette di aumentare il benessere e le performance delle persone. Inoltre, in un mondo del lavoro con livelli di stress molto elevati, riesce a ridurne la portata non solo nei dipendenti, ma anche in altre professionalità come infermieri, medici e lavoratori notturni. 

Questa disciplina aiuta i manager a sviluppare maggiori capacità di problema solving e a prendere decisioni, riuscendo a coinvolgere i membri del team per superare le difficoltà. Se nel Neuromarketing l’obiettivo è comprendere le esperienze d’acquisto delle persone, il Neuromanagement va ben oltre, perché il soggetto viene coinvolto in tutta la sua complessità, nella sua essenza. Le ricerche in questo campo, infatti, prevedono che la scelta di sottoporsi ad una di esse sia volontaria. Tra i vantaggi del Neuromanagement, ce n’è uno che fa la differenza, come spiega la divulgatrice neuroscientifica Laura Mondino: «Prendere decisioni rapide in contesti complessi in tempi di crisi, trasmettendo a dipendenti e collaboratori un senso di sicurezza e tranquillità, è uno dei principali vantaggi che derivano dal Neuromanagement».

 

Il ruolo fondamentale della tecnologia

L’innovazione tecnologica assume il ruolo di protagonista. Gli strumenti utilizzati vanno dagli Eeg per rilevare i segnali elettrici del cervello, agli Eye tracker, per studiare il movimento degli occhi. Poi c’è il face reader, che permette persino di rilevare le emozioni di una persona attraverso il riconoscimento delle espressioni facciali. L’esito delle ricerche è di cruciale importanza, perché può incidere sulla attribuzione di un incarico, sul successo di un’azienda e, in definitiva, sul benessere di chi ne fa parte. «Pur non nascendo con specifiche attitudini, le neuroscienze applicate alle organizzazioni permettono di implementarle», afferma la consulente. Persone più ascoltate, saranno anche più produttive, meno stressate. In poche parole, più felici.

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