vino italiano

Il vino è italiano, anche quando trasformato a bassa gradazione, ma chi ci guadagna?

Di
Redazione Millionaire
10 Febbraio 2024

Il vigneto è italiano, il business americano: questo il paradosso che emerge da un’analisi del mercato dei vini a bassa gradazione alcolica (low alcohol) negli Stati Uniti, pubblicato da il sito ilgusto.it

L’Italia domina il mercato: ben il 70% del valore delle vendite di vini low alcohol negli Usa è appannaggio di prodotti italiani. Ma c’è un rovescio della medaglia: l’80% dei ricavi finisce nelle tasche di aziende americane.

 

Perché? Le ragioni sono molteplici:

• Mancanza di impianti per la dealcolazione in Italia: in Italia, a differenza di altri paesi europei, la dealcolazione del vino non è ancora autorizzata. Questo costringe le aziende italiane a delocalizzare la produzione negli Stati Uniti o in altri paesi.

• Difficoltà normative: il recepimento del regolamento europeo sulla dealcolazione del vino è ancora in fase di stallo in Italia. Questo crea incertezza e ostacola lo sviluppo del mercato.

• Scarsa penetrazione dei brand italiani: le aziende americane sono molto più aggressive nel marketing e nella distribuzione dei vini low alcohol.

 

Un’occasione persa

Il mercato dei vini low alcohol è in forte crescita e l’Italia ha tutte le carte in regola per essere leader mondiale. Ma per sfruttare questa opportunità è necessario:

• Autorizzare la dealcolazione del vino in Italia: questo permetterebbe alle aziende italiane di produrre e commercializzare vini low alcohol in modo competitivo.

• Sburocratizzare le procedure doganali: semplificare le procedure doganali per l’export di vini low alcohol aiuterebbe le aziende italiane a competere sul mercato americano.

• Investire in marketing e distribuzione: le aziende italiane devono fare di più per far conoscere i propri brand di vini low alcohol ai consumatori americani.

Il futuro del mercato dei vini low alcohol è promettente e l’Italia ha il potenziale per giocare un ruolo da protagonista. Ma solo se saprà cogliere le sfide e le opportunità che questo mercato presenta.

 

Altri aspetti salienti del fenomeno

• I vini low alcohol sono particolarmente apprezzati dai giovani e dalle donne.

• Il trend del consumo responsabile e salutistico favorisce la crescita del mercato.

• I vini low alcohol italiani sono venduti a un prezzo medio più alto rispetto ai prodotti americani.

• L’Italia ha un monopolio virtuale sulle bollicine low alcohol negli Stati Uniti.

L’appello del segretario generale di Unione Italiana Vini: “Il governo italiano deve trattare con la massima urgenza questo tema non più derogabile, definendo con chiarezza e assieme al comparto un perimetro chiaro di azione”. In conclusione, il paradosso del boom dei vini italiani a bassa gradazione negli Stati Uniti è un campanello d’allarme. L’Italia ha il prodotto, ma rischia di perdere il business. È tempo di agire per cogliere questa importante opportunità.

 

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