Investire nella moda, paga?

Di
Melania Guarda Ceccoli
9 Ottobre 2022

Siamo andati a parlare con Stephanie Luzon, Financial Education Expert di Vivid, per scoprire se investire nella moda è un business che ripaga

 

A Parigi, mentre entrano nel vivo le sfilate della Settimana della Moda, Lvmh registra un rialzo del 4,7%, Kering del 5,9%, Hermès del 5,4%. Mentre a Londra Burberry’s va su del 3,2%, e Hugo Boss a Francoforte sale del 3,5%. Milano non è da meno con Moncler, che svetta tra i titoli del Ftse Mib con un progresso del 6,7%, Brunello Cucinelli del 4,9% e Ferragamo del 4%.

Tanto per capire di che cifre stiamo parlando: il marchio Louis Vuitton, il più popolare e redditizio all’interno di LVMH, è al 9° posto nella classifica dei brand che valgono di più al mondo ed è il primo nel settore lusso, con una cifra stimata di 47,3 miliardi di dollari.

C’è chi investe in Borsa e chi invece investe nelle borse di lusso: dal “flipping” delle borse di lusso allo scommettere su progetti blockchain come Aura, che vuole tracciare i prodotti del fashion lungo tutto il loro ciclo di vita.

Siamo andati a parlare con Stephanie Luzon, Financial Education Expert di Vivid, per scoprire nuovi di investire nella moda

 

1. Comprare borse di lusso

 

Secondo uno studio pubblicato da Crédit Suisse a giugno 2022, il valore delle borse Chanel è aumentato del 24,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Esattamente come il valore di una borsa Birkin di Hermès è aumentato del 500% rispetto a 25 anni fa. Comprare una borsa di lusso per metterla via e rivenderla in futuro può offrire un ottimo ritorno sull’investimento.

I prezzi al dettaglio possono variare da circa 2.000 euro per una borsa Balenciaga a più di 50.000 euro per alcune delle Birkin in pelle esotica più rare prodotte da Hermès. È necessario inoltre fare una certa selezione e studiare un po’ il mercato delle borse di lusso di seconda mano, dato che non tutti i brand né tutte le borse di lusso aumentano il loro valore con il passare del tempo.

Bisogna poi resistere alla tentazione di indossarle. Per vedere il proprio investimento fruttare infatti, la borsa deve essere in condizioni eccellenti. Louis Vuitton, Chanel e Hermès sono i brand più gettonati nel settore del lusso di seconda mano. Magari non è un modo tradizionale di investire, ma sicuramente rappresenta un’opportunità anche per gli investitori novelli di lanciarsi all’avventura nel mondo degli investimenti.

 

2. Investire nelle aziende di moda

 

Investire in Hermès all’inizio del 2010, sarebbe stato un ottimo affare. 1.000 euro investiti nell’azienda all’epoca, oggi varrebbero circa 13.330. Questo è solo un esempio. Il settore è generalmente composto da aziende che hanno ampiamente dato prova di sé, quindi si tratta di investimenti poco rischiosi e che funzionano meglio sul lungo periodo. Nonostante normalmente si tratti di aziende solide, bisogna tenere in conto la possibilità di eventuali acquisizioni da parte di gruppi più grandi e i limiti che queste devono affrontare in quanto pesci piccoli in un mare popolato da squali. Se non avete fretta e avete un po’ di tempo a disposizione, prendetevi il tempo di studiare le aziende che vi interessano e le tendenze sul consumo dei loro prodotti nei Paesi con mercati emergenti.

 

3. Investire nelle holding del lusso

 

Potrebbe sembrare simile al punto precedente, ma c’è una sottile differenza. Gruppi come LVMH sono riusciti a espandersi in qualunque settore del lusso, dalla moda, alla gioielleria, per includere alcolici e orologi. È il tipo di investimento perfetto per chi è indeciso. Più grande è la società, maggiore sarà il controllo dei vantaggi competitivi in uno specifico settore. Anche se a prima vista può sembrare un tipo di investimento più facile e redditizio rispetto alle singole aziende della moda, la sovraesposizione globale di questi gruppi porta con sé anche degli svantaggi. Ad esempio, questi titoli subiscono grandi variazioni nel prezzo delle azioni a causa dell’andamento delle singole valute nei vari Paesi in cui operano, come il dollaro o lo yuan. Qualcosa da tenere in considerazione quando si sceglie dove puntare il proprio denaro.

 

 

4. Partecipare al crowdfunding di nuovi brand emergenti

 

Per i giovani designer, trovare il capitale per un nuovo progetto può essere un ostacolo difficile da superare. I prestiti bancari e le proposte agli investitori tradizionali sono sempre valide opzioni di raccolta fondi, ma il crowdfunding dà l’opportunità a designer emergenti di richiedere il sostegno da parte di un gruppo di individui che investe collettivamente sulla loro idea. Inoltre, è un ottimo modo per permettere ai designer di testare le proprie idee direttamente con il pubblico a cui sono rivolte. Per voi che state cercando un nuovo progetto su cui investire, potrebbe essere la svolta di cui avete bisogno.

Si tratta di un tipo di investimento più rischioso, in quanto le possibilità di fallimento di un progetto nuovo sono piuttosto alte, ma in caso di successo, il ritorno sull’investimento potrebbe essere davvero considerevole. I siti leader nel mondo del crowdfunding sono Kickstarter e Indiegogo, ma non scordatevi di dare un’occhiata a piattaforme più di nicchia dedicate al mondo della moda come Born e Betabrand. Potreste essere partecipi della nascita di un’idea grandiosa.

 

 

5.Investire nella tecnologia blockchain

 

Negli ultimi anni, anche i brand di lusso hanno iniziato a fondersi sempre di più con il mondo virtuale, integrando sempre più tecnologia e design. Nonostante ciò, parole come blockchain e criptovalute continuano ad essere un po’ fuori contesto quando si parla di moda. Si inizia però a respirare un certo cambiamento nell’aria. Prendiamo ad esempio Aura, un consorzio non profit fondato da vari gruppi del lusso tra cui LVMH e Prada Group, dedicato allo sviluppo di una blockchain che mira a tracciare e rintracciare i beni di lusso, dalle materie prime al punto vendita, con lo scopo di garantire ai consumatori la produzione e trasparenza sull’autenticità del prodotto finale.

Oppure MinePlex, una piattaforma e marketplace CrossFi dedicata al commodity staking. Il commodity staking richiede che l’utente paghi una parte del costo di un articolo sotto forma di criptovalute e che tale importo venga messo da parte come garanzia per guadagnare interessi. Una volta maturati gli interessi, questi vengono pagati al commerciante e il consumatore può ricevere l’articolo. Il sistema che consente di risparmiare fino al 40% dei costi pagati per carte di credito e servizi di prestito nell’acquisto di beni di lusso.

Considerando che questo tipo di articoli sono molto popolari tra i giovani, è facile intuire come questo tipo di soluzione possa guadagnare popolarità in futuro. Per investire nella tecnologia blockchain di un progetto specifico, basta acquistare la criptovaluta associata alla blockchain di interesse, oppure, se si preferisce utilizzare mezzi più tradizionali, è possibile scegliere un ETF focalizzato su progetti relativi alle criptovalute.

 

Che cos’è Vivid

 

Vivid è stata fondata nel 2019 a Berlino ed è composta da un team internazionale di oltre 300 dipendenti. Ha già raccolto oltre 200 milioni di euro da investitori rinomati, tra cui Ribbit Capital, Greenoaks Capital e SoftBank Vision Fund 2 ed è valutata 775 milioni di euro.

Questa giovane fintech tedesca che riunisce in un’unica App banking e investimenti, continua a migliorare la sua offerta per i cripto-investitori italiani, permettendo ora lo swap diretto tra oltre 300 criptovalute, più di ogni altra piattaforma di mobile banking in Europa. Per gli utenti con conto Prime, infatti, tutte le operazioni sulle criptovalute non prevedono commissioni, mentre per i clienti con conto Standard (quello gratuito), lo swap tra cripto comporta una commissione appena dell’1%.

 

 

Vivid verso il futuro

 

Recentemente registrata come Virtual Asset Services Provider (VASP) in Italia, Vivid espande così ulteriormente le possibilità a disposizione dei suoi utenti, dopo aver introdotto quest’anno diversi strumenti per gestire al meglio i propri investimenti: dai piani di accumulo, per investire regolarmente una somma mensile, agli ordini stop loss e take profit, che permettono di impostare un obiettivo di prezzo a cui vendere o acquistare un asset, limitando così i rischi di perdite e assicurando la realizzazione di un profitto in caso di rialzo. Sempre quest’anno, Vivid ha lanciato anche il cashback in criptovalute, consentendo quindi di accumulare bitcoin, ethereum o qualsiasi altra delle centinaia di crypto disponibili semplicemente con le spese di tutti i giorni.

Grazie a un round C da 100 milioni di euro che nel 2022, Vivid ha raggiunto la valutazione di 775 milioni di euro – fornisce a oltre 500mila clienti in Europa una piattaforma semplice per gestire i propri risparmi, con 15 conti secondari (anche condivisi) in circa 100 valute diverse, carte di debito personalizzabili, programmi di cashback e tanti servizi in App, come la prenotazione di hotel o il noleggio di auto. Inoltre, con oltre 300 criptovalute e 3mila azioni ed ETF frazionati, il catalogo di investimento Vivid è oggi tra i più ampi e completi nel panorama fintech europeo.

 

 

 

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