Dalla metafora dello sport alla fotografia economica dell’OCSE, fino alla celebrazione dei migliori CEO del 2025: ecco cosa insegna l’evento che ogni anno premia l’eccellenza della leadership italiana.
Illuminati dall’atmosfera natalizia, oltre duecento tra CEO, imprenditori e top manager si sono incontrati nelle sale del Hotel Principe di Savoia di Milano per l’undicesima edizione del CEO Italian Summit & Awards. Un appuntamento che, in un momento storico in cui la leadership è al centro delle trasformazioni economiche, ha offerto una bussola preziosa per capire quali competenze – mentali, strategiche e culturali – stanno ridefinendo la guida delle imprese italiane.
Lo sport come metafora della leadership che cambia
Il fil rouge della giornata è stato lo sport: non una scelta scenografica, ma una metafora potente e necessaria. In vista delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, la sala del Principe di Savoia si è trasformata in un vero campo di allenamento mentale per capitani d’impresa.
Dalla masterclass “Golden Chair” di Riccardo Ceccarelli, padre del Mental Economy Training, agli interventi di atleti come Laura Rogora (arrampicata), Max Sirena (vela e AD Luna Rossa), Vittoria Guazzini (oro olimpico nel ciclismo), Oney Tapia (oro paralimpico nel disco) e molti altri, il messaggio è stato uno solo: i campioni non nascono, si costruiscono.
Una lezione che i CEO presenti hanno fatto propria, riconoscendo nella resilienza, nella preparazione invisibile e nella capacità di trasformare le sconfitte in spinta propulsiva tre ingredienti essenziali della leadership contemporanea.
L’outlook OCSE che i CEO non possono ignorare
Nel cuore dell’evento, Emilia Soldani, economista OCSE, ha presentato le previsioni 2026-2027 per l’Italia. Il quadro è quello di un Paese in equilibrio delicato.
Da un lato pesano rischi esterni – dazi, instabilità geopolitica, guerre, inflazione globale – e fattori interni strutturali come l’invecchiamento della popolazione e un rapporto debito/PIL ancora elevato. Dall’altro emergono spiragli concreti: occupazione in crescita, opportunità del PNRR ancora da valorizzare e possibilità di rilanciare produttività e potere d’acquisto.
La Soldani invita a leggere il futuro con lucidità: non è il momento di allarmismi, ma nemmeno di autocompiacimento. Le ricette proposte dall’OCSE puntano a un mix di riforme e investimenti: riduzione del cuneo fiscale, spostamento del carico sulle rendite, formazione continua e un contrasto deciso alla precarietà. Una fotografia né pessimista né trionfalistica: senza coraggio riformatore, la ripresa rischia di restare timida.
Chi sono i leader che hanno fatto la differenza nel 2025
La serata si è chiusa con la consegna dei CEO Italian Awards 2025, un riconoscimento che celebra chi, negli ultimi dodici mesi, ha dimostrato di saper innovare, guidare e trasformare il proprio settore.
Nel luxury & fashion si distingue Pierluigi Cocchini (Rinascente), mentre nel pharma il premio va a Valentino Confalone (Novartis Italia). Sul fronte finanziario emerge Giovanni De Mare, CEO Italia di AllianceBernstein, e nel travel viene premiata Chiara Dorigotti, CEO di SEA Prime.
Tra tecnologia, digitale e automazione spiccano Vanessa Fortarezza (Salesforce Italia), Maria Teresa Minotti (PayPal, Southern Europe), Stefano Novaresi (Knapp Italia) e Maria Bruna Olivieri (Unieuro). Nel settore automotive viene riconosciuto il lavoro di Alessandro Grosso per BYD & DENZA Italia.

Non mancano leader dell’industria tradizionale e delle eccellenze italiane: Augusto Mensi (Lucchini RS), Nicola Panzani (IMA Petroncini) e Roberto Pierucci (RCR Cristalleria).
Nel mondo retail, hospitality, design e sport si distinguono Nicola Risatti (Blu Hotels), Eugenio Scotto (Oneshot Agency) e Alessandra Marzari (Vero Volley). Completano i riconoscimenti Stefano Susani (Officine Maccaferri) e Marco Talarico (LMDV Capital), in ambito family office e brand leadership.
Il Premio speciale Leadership Excellence di Fiera Milano va invece a Barbara Amerio, CEO di Amer Yachts, per aver dimostrato che si può fare impresa di altissimo livello coniugando innovazione, sostenibilità e una cura “maniacale” del dettaglio.
La leadership si allena, quotidianamente
Dalla somma dei panel, dei dati economici e dei riconoscimenti emerge un messaggio nitido: i leader che vincono sono quelli che si allenano. Non solo tecnicamente, ma mentalmente. Non solo quando il mercato premia, ma soprattutto quando la pressione aumenta.
Come gli atleti olimpici, anche gli imprenditori possono imparare a trasformare in vantaggio ciò che altri vivono come ostacolo. Le crisi diventano opportunità di visione, le difficoltà terreno per costruire una squadra più forte, la complessità uno spazio in cui dimostrare lucidità e coraggio. E guardando a questa classifica di fuoriclasse, il 2025 lo ha dimostrato chiaramente: la nuova leadership italiana corre, si reinventa e si allena ogni giorno.
(a cura di Sara Esposito)