affitti brevi

L’importanza del property management in Italia

Di
Melania Guarda Ceccoli
26 Ottobre 2022

Sono circa 650mila le case per gli affitti brevi in Italia. Un business che, secondo Aigab, nei primi 9 mesi di questanno si aggira sui 9,7 miliardi di euro.

 

Il business degli affitti brevi in Italia, secondo Aigab, ha portato nei primi 9 mesi di questanno un fatturato di di circa 9,7 miliardi di euro. Ma le cifre potrebbero essere ancora più alte se si considerano quelle che Federalberghi aggiunge con le case affittate abusivamente, visto che lIstat per lanno 2021 ne aveva censite solo 130mila.

Insomma, se da una parte la ripresa del turismo in Italia sembra essere certa e con dati molto incoraggianti che parlano, secondo Enit, Agenzia nazionale del Turismo, del +172% di presenze in Italia nel 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, c’è chi vuole volgere l’occhio alla negatività.

Perché se le previsioni per il prossimo anno mostrano già oggi 1,7 milioni di prenotazioni aeree verso il nostro Paese, con un incremento del 125% sul 2022, in particolare da Stati Uniti, Germania e Regno Unito, i turisti sono cambiati e hanno sempre maggiori esigenze.

Ecco quindi che volano sempre di più hotel a 4 e 5 stelle e case vacanze, a discapito di quelle pensioni e hotel da 1 a 3 stelle.

A confermarlo sono le stime elaborate dal Centro Studi di Firenze per Assoturismo Confesercenti, che parlano di 5 milioni di pernottamenti, 1,2 milioni in più rispetto al 2021, che però fa emergere anche un numero preoccupante: sui portali per le prenotazioni online è presente il 20% in meno degli alberghi rispetto al 2019.

Le spiegazioni possono essere diverse: una parte non ha sicuramente retto ai due anni di pandemia e ha chiuso per sempre. C’è poi chi ha deciso di non aprire a causa dell’aumento dei costi dell’energia. Per numerose strutture infatti, nonostante il caldo stia allungando la stagione, non è conveniente rimanere aperti a fronte dell’aumento delle bollette.

Ma una parte di quel 20% ha sicuramente scelto di lasciare i tradizionali canali in Rete e tornare a sistemi di prenotazioni diretti, senza intermediari.

Marco Celani, presidente di Aigab e amministratore delegato di Italianway, primo operatore sul mercato italiano degli affitti brevi, parla dell’importanza del property management, per lungo tempo considerato la meno interessante delle professioni legate al real estate, che invece oggi sta vivendo una fase di enorme cambiamento. Basti pensare alla crescita a tripla cifra nei primi 9 mesi del 2022 per CleanBnB, Pmi che offre servizi completi di property management per il mercato degli affitti a breve e medio termine e quotata sul mercato Euronext Growth Milan. La società ha infatti registrato performance in continua crescita di mese in mese e volumi di incassi che hanno superato quota 19,8 milioni di euro (+159% rispetto allo stesso periodo del 2021), mentre il portfolio di immobili ha raggiunto la quota di circa 1.600 immobili gestiti in 60 località italiane.

Per quanto riguarda le case vacanze, ha dato il via sicuramente l’approdo di portali online come Airbnb.

Nato nel 2008 per aiutare le persone a pagarsi la propria casa, anche oggi vede molte famiglie in tutta Europa che combattono contro la crisi del costo della vita, affittando una stanza.

Nuovi dati condivisi da Airbnb mostrano che gli host dell’UE che hanno accolto il loro primo ospite nel primo semestre 2022 hanno già guadagnato più di 270 milioni di euro. Metà dei nuovi annunci nell’UE nel secondo trimestre del 2022 ha ricevuto una prenotazione entro soli 2 giorni dall’essere attivi sulla piattaforma e 3/4 hanno ricevuto una prenotazione entro 8 giorni.

Più del 40% degli host dell’UE afferma di condividere le proprie case per contribuire a sostenere l’aumento dei costi della vita con il tipico host dell’UE che ha guadagnato poco più di 3.000 euro nel 2021, un aumento del 18% rispetto al 2019 ed equivalente a 2 mesi di retribuzione aggiuntiva per la famiglia media dell’UE. Gli host dell’Unione europea hanno accolto più ospiti su Airbnb di qualsiasi altra regione del mondo e hanno guadagnato collettivamente oltre 43 miliardi di euro affittando le loro case su Airbnb.

Se il settore extra-alberghiero negli ultimi 10 anni è cresciuto del 50% in riferimento al numero di esercizi presenti, trainato soprattutto dagli alloggi, allo stesso tempo quello alberghiero ha visto gli esercizi scendere del 5,7% (dalle 30.937 strutture del 2012 si è passati alle 29.163 del 2021, dati Istat). Questa flessione riguarda solo le strutture a una, due e tre stelle, visto che gli alberghi da quattro stelle in su sono cresciuti esponenzialmente, come dimostrano i numeri della ricerca fatta dal Gruppo Teamwork Hospitality e Thrends, Thrends Tourism & Hospitality Analytics, unanalisi realizzata su un database di 650 hotel di alto livello. La suite che fattura di più è quella dellAman Venice affacciata sul Canal Grande a Venezia, che totalizza 553mila euro allanno. Nei prossimi anni (2022-2025), la pipeline alberghiera (nuova costruzione e/o affiliazione) ammonta a 158 hotel, il 73,4% dei quali appartenenti a gruppi internazionali.

Non solo grandi città però. Gli hotel di lusso e le case vacanze interessano anche i piccoli borghi e le città meno conosciute che, proprio durante la pandemia e grazie alla possibilità di lavorare da qualsiasi parte del mondo, hanno visto crescere la richiesta di alloggi immersi nella natura. Una grande opportunità per riportare a nuova vita seconde case inutilizzate in località e borghi fuori dai circuiti turistici tradizionali. Un modo quindi per mettere a reddito una seconda casa certo, per avere un introito non indifferente per una famiglia, ma da affrontare in modo professionale, per non arrivare alla fine dell’anno fiscale con brutte sorprese!

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