Mamma inventa startup delle coccole: «Non calpestate i sogni»

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15 Dicembre 2014

«È vietato calpestare i sogni» spiega Menia Cutrupi, 32enne di Reggio Calabria. Laureata in ingegneria industriale, inizia a lavorare come responsabile sicurezza in un’azienda. Poi sceglie di dare una svolta alla sua vita: lascia l’ufficio e si inventa startupper con un progetto (Mammenia) per le tante come lei che hanno la necessità di coniugare gli impegni lavorativi con la vita familiare: «Ho due figli e so quanto sia stressante gestire casa e famiglia. Qualche anno fa, i miei genitori mi hanno regalato una vacanza in un centro benessere. Lì mi è venuta l’idea per provare a mettermi in proprio». La sua startup vende “pacchetti di coccole” per mamme: «Offriamo diversi tipi di coccole (giornate relax in centri benessere, servizi di baby sitting, colazione, pranzi e cene a tema…), momenti in cui le mamme possono staccare dalla routine stressante e pensare un po’ a se stesse. I pacchetti vanno da 25 a 200 euro».

Dopo aver avuto l’idea e aver formato un team per aiutarla nell’avventura, Menia registra il marchio e propone la sua startup in contest sul territorio: «Non avevo soldi. Nella vecchia azienda non percepivo lo stipendio da quasi un anno. Per registrare il marchio ho chiesto soldi a mia nonna. Poi ho ricevuto il sostegno di tanti amici che mi hanno aiutato nella promozione».

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Tanta caparbietà che l’ha portata a presentare la sua idea alla finalissima del TechGarage, tra i più importanti contest per startup: «L’avevo promesso a mio figlio. È salito con me sul barcamper del Revolutionary Road: “Mamma ti promette che arriverà in finale”. Così è stato».

Determinazione. E tanti ostacoli da superare: «Sono vittima della sclerosi multipla. Mi è stata diagnosticata il 9 gennaio del 2007. Eppure, la malattia non mi ha impedito di realizzare ognuno dei miei sogni. Volevo un figlio, e sono riuscita ad averlo, malgrado il parere contrario dei medici. Mi sono messa in testa di volermi laureare e terminare gli studi e sono riuscita a farlo. Poi è arrivato il desiderio di essere mamma, ancora una volta. Ce l’ho fatta, ho rischiato, non potevo per le mie condizioni. Ma ho vinto io. Ora c’è il sogno di realizzare una startup. Gli ostacoli li affronto pensando ai miei figli che mi motivano costantemente. Le avversità sono i più grandi indicatori: li superi e dai potere ai tuoi sogni. A volte cadi, ma se trovi la forza di rialzarti, capisci che è la strada giusta. Non bisogna abbandonare i propri desideri. Come dice mio figlio Giuseppe: “Se si rinuncia a un briciolo dei proprio sogni, il mondo diventa secco”».

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INFO: http://mammamenia.it/

Giancarlo Donadio

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