La situazione economica si sta facendo critica per molte imprese. Colpevoli? Il rincaro energetico, ma soprattutto problemi strutturali
Cosa sta succedendo alle imprese, andrà ancora tutto bene? È una questione di velocità nel business. Le aziende più lente rimarranno spazzate dallo tsunami del cambiamento che sta avanzando a grandi ondate.
L’aumento del costo dell’energia è uno dei segnali di ciò che si sta abbattendo sulle imprese, che non tengono il passo con il cambiamento. Il problema non sta nell’aumento delle bollette, ma nel fatto che non si sono chieste prima come innovare nel sistema.
E la maggior parte delle imprese non se ne sta accorgendo, troppo impegnate nella gestione del quotidiano, vecchi prodotti e servizi e vecchi metodi di gestione. Siamo di fronte a un paradosso. Il quotidiano scoppia di salute, apparentemente, ma alzando lo sguardo si vedono le nuvole del cambiamento che si stanno abbattendo sul Pianeta. Le bollette sono un segnale.
Come mai Nokia, Motorola, Kodak sono fallite? Il denominatore comune è stato essere all’apice del proprio fatturato e il non aver saputo cambiare in tempo utile.
Quando va tutto bene, allora è il momento di cambiare. Dopo è troppo tardi. Se le aziende non hanno sperimentato percorsi di sviluppo e innovazione per tempo, quando verrà la crisi sarà troppo tardi. Ma abbiamo imparato qualcosa dagli errori del passato?
Quali sono i segnali di questi cambiamenti?
In una parola: l’accelerazione tecnologica, verso la quale spesso l’atteggiamento delle imprese è cauto o di difesa. Al contrario, va abbracciata e gestita. Non possiamo far finta che non ci riguardi, nel nome del “ma tanto abbiamo sempre fatto così”
Qualche dato per i prossimi anni:
- Intelligenza artificiale, si stima che il mercato passerà dagli attuali 65 miliardi di dollari a 1.000 miliardi.
- Nanotecnologie, mercato da da 55 a 130 miliardi.
- Biotech, mercato da 750 a 2.500 migliaia di miliardi.
- Digital twin, mercato da 3 a 50 miliardi.
- Genomica, mercato da 20 a 70 miliardi.
E, se diamo un occhio agli ultimi 20 anni, in questo lasso di tempo abbiamo cominciato a fare le prime videochiamate con Skype nel 2003, a connettere le persone con Facebook e LinkedIn nel 2003, a creare contenuti video con YouTube nel 2005, a guidare con le mappe di Google nel 2005, a utilizzare lo smartphone con iPhone nel 2007, a pensare a monete alternative come i bitcoin nel 2009, a creare le reti 3G/4G/5G che cambiano velocità e modalità di trasmissione dei dati, rendendo disponibili applicazioni non possibili prima.
Quale modello organizzativo per le aziende? Esiste un metodo?
Per assorbire questi cambiamenti occorre introdurre un nuovo metodo di gestione delle Imprese, che cambi la loro operatività troppo concentrata sul quotidiano.
Abbiamo condotto una ricerca su un campione selezionato di 100 aziende, italiane. Il 95% ha un tasso di operatività sul quotidiano vicino al 100%. Solo il 5% dedica del tempo per lo Sviluppo e l’Innovazione.
Il metodo dei 3 cappelli del manager parte da questo presupposto: le aziende sono troppo sbilanciate sul quotidiano, diventando cieche di fronte ai cambiamenti che devono mettere in atto per restare sul mercato. La velocità del cambiamento è talmente elevata che mette le aziende in una situazione di continua rincorsa. E continuando a fare sempre le stesse cose nel breve termine, rende le aziende fragili di fronte all’evoluzione dei mercati.
Di fronte alla domanda: cosa state sviluppando e cosa state innovando, la risposta è: abbiamo troppo da fare.
Indossare il cappello significa entrare in una identità ben precisa, a cui corrispondono atteggiamenti e comportamenti specifici.
Il cappello rosso, del day by day, dovrebbe valere il 70% del tempo dedicato dall’azienda. Il cappello giallo, sviluppo sul cliente, 20%. Cappello bianco, innovazione, 10%.
Per usare una metafora, il cappello rosso è essere fermi alla candela, e continuare a produrla, così come ce la chiedono. Ma se avessimo continuato a migliorare la candela, non saremmo mai arrivati alla lampadina elettrica!
Ecco quindi che serve un altro cappello da indossare, il cappello giallo. Si tratta di lavorare con i clienti chiave, di sviluppare con loro progetti non ancora diventati prodotti/servizi definiti, ragionando per i prossimi 2/3 anni, facendo insieme un percorso di business. Tempo da dedicare 20%. Ma bisogna individuare i clienti chiave.
Ma anche questo, da solo, non basta per dare lunga vita all’impresa. Mi piace riprendere il pensiero di Akio Morita, fondatore di Sony: “Dobbiamo cercare di rendere obsoleti noi i nostri prodotti, prima che siano gli altri a farlo”.
Quindi: cappello bianco, Innovazione. Tempo da dedicare: 10%
L’innovazione deve partire dall’azienda. È fatta di idee. Bastano poche persone a capo di queste unità di innovazione, ma con una grande rete di connessioni, aperte sul mondo. Le idee di oggi diventeranno prodotti e servizi di domani
La sfida organizzativa oggi dei Ceo è creare team che avranno compiti diversi tra loro e saperli gestire con cappelli diversi, bilanciando il Day by Day con lo sviluppo e l’innovazione.
Ci sono casi di Pmi che stano utilizzando il metodo “I 3 cappelli del manager”?
Quest’anno Anodica Trevigiana-Società Benefit festeggia i 60 anni di attività. Una buona parte di questi anni li abbiamo fatti insieme e continuiamo a farlo. L’elisir di lunga vita? Qui il Cappello Giallo è la chiave di svolta. Il lavoro di sviluppo sul cliente, anticipando di alcuni anni i prodotti che andranno a fatturare, consente di andare oltre il quotidiano.
Con il Cappello Bianco in Metalarredo, durante il Covid, abbiamo fatto innovazione utilizzando i Led per illuminazione del mondo dell’arredamento per costruire sanificatori d’aria anti-Covid. Attraverso un lavoro di ricerca col Politecnico di Milano abbiamo unito la luce Led a degli speciali filtri e ne è nato un dispositivo antibatterico per trattare l’aria.
Cosa ho imparato in tutti questi anni di lavoro con migliaia di imprese? Se ti innamori del tuo Cliente e dell’Innovazione avrai lunga vita e resterai sul mercato. Se sei attaccato ai tuoi prodotti, finirai con loro. Il Cliente magari cambia, non sarà lo stesso, ma comunque è la ragione prima per fare impresa. I prodotti hanno un loro ciclo di vita e finiscono.
Non esistono quindi cienti sbagliati, ma aziende non sintonizzate sul cliente. E ancora una volta torna il mantra: Vuoi aver ragione o vincere la partita? Allora una seconda opinione è assolutamente utile per aumentare la mappa decisionale dei leader. Più opzioni significa più libertà di scelta.