Nell’intimo di una manager

Di
Redazione Millionaire
10 Agosto 2012

Giovane imprenditrice, motore del successo di Yamamay, nella sua vita ha bruciato le tappe. Laurea, matrimonio, figli e lavoro: ha fatto tutto prima dei 25 anni. Ecco i segreti del successo di Barbara Cimmino.

Barbara è una che lavora. Fin da quando aveva 19 anni, si è impegnata a fianco di suo padre Luciano, suo fratello Gianluigi e il marito, Francesco Pinto. All’epoca, la famiglia Cimmino puntava sull’affermazione di Original Marines.

Oggi, i gioielli di casa sono Yamamay e Carpisa. Dietro, ci sono aziende in forte espansione, nell’intimo e negli accessori, che non hanno bisogno di presentazioni. Barbara, invece, è una da conoscere.

Ho lavorato e studiato insieme. Questo mi ha dato una maggiore consapevolezza dei problemi quotidiani e quel pragmatismo fondamentale per superarli. Chi studia e basta, lontano dal mondo dell’impresa, scava un solco tra teoria e pratica, che risulta incolmabile.

A Barbara non è successo. Anzi: umanamente, fa l’en plein: a 16 anni conosce Francesco Pinto, a 22 si laurea in Scienze politiche e lo sposa. I due, tuttora felicemente sposati e impegnati in Yamamay, hanno tre figli: Luciano, 16 anni, Francesca 14 e Mariastella, 10.

Ricorda un momento di superlavoro?

Otto anni fa, due dopo la nascita della Inticom, la nuova azienda, abbiamo deciso di lasciare Napoli per trasferirci al Nord. L’azienda di produzione, della famiglia Garda, si trovava a Samarate (Va). Ora la sede è a Gallarate. Con la mia famiglia, abbiamo vissuto per quattro anni in un residence, per poi trasferirci a Busto Arsizio.

Cosa le manca di Napoli, cosa ama del Nord?

Di Napoli, mi mancano la famiglia e la vita culturale. Ma al Nord ho trovato un ottimo ambiente per far crescere i miei figli, servizi ed efficienza. Mollare tutto e rifarmi gli affetti mi spaventava. Ma è stato più facile del previsto: oggi ho una vita di relazione ricca e intensa, nuovi amici. Sto molto bene, qui.

Lavoro, matrimonio, maternità, prima dei 25 anni: rimpiange qualcosa?

A volte ho la sensazione di aver rinunciato a una parte di spensieratezza, ma sono giovane e ho figli ormai grandi. Impegnarsi da giovani rende più forti. Se ti ritrovi con tante cose da fare più in là negli anni, rischi di essere sempre in affanno.

La sua famiglia l’ha aiutata?

Sono una privilegiata e sono cosciente di esserlo. Mi hanno concesso tempo per gli studi, per la famiglia. Ma io ho risposto con molto impegno. Questo è un valore per la mia famiglia: senso di responsabilità unito all’assoluta libertà. È anche l’essenza della vita di un imprenditore, che alla fine s’impegna più degli altri.

Cosa le ha insegnato suo padre, Luciano Cimmino?

Ha solo 67 anni e si è ritirato 10 anni fa, per lasciarci autonomia. Ma non c’è decisione importante che non di­scutiamo con lui. Ci ha passato valori fondamentali: la serietà e il rispetto dei principi. La grande unione famigliare, anche nei momenti difficili. E sane regole che applichiamo ogni giorno. In famiglia e in azienda.

Trasferisce tutto questo ai suoi dipendenti?

Siamo un’azienda giovane, con molti assunti tra i 20 e i 30 anni. E i miei collaboratori, se hanno doti umane e culturali, crescono bene e diventano propositivi. Nel 2004 ho fondato la Yamacademy, la scuola di formazione per chi vende reggiseni. Sono capi tecnici, ben diversi dal semplice abbigliamento.

Come è nata l’idea?

[blockquote align=”center” variation=”hotpink”]Mi è stato molto utile lo studio presso l’American University di Londra, dove ho seguito un corso di Fashion merchandising e sostenuto un esame sul tessile. Il corso della Yamacademy dura una settimana e affronta vari temi: comunicazione e vendita, caratteristiche del prodotto, informatica, visual merchandising…

Ho insegnato per tre anni, poi mi sono fatta sostituire da collaboratori. Oggi se ne tengono 12 sessioni l’anno e vi partecipano tutti coloro che aprono un negozio e i nuovi assunti. Ma il piacere di insegnare ce l’ho ancora. Collaboro con le università, come docente esperto, a chiamata. Presento case study o progetti particolari.

Alla Luiss ho appena parlato del rilancio della collezione uomo. A Capua, del lancio dell’Upperbra. Quando sono piena di impegni, mi dico: ma chi me l’ha fatto fare? Ma avere a che fare coi giovani è stimolante.[/blockquote]

Che cosa dà, che cosa riceve?

[blockquote align=”center” variation=”hotpink”]Trasferisco loro il significato del nostro lavoro, la nostra evoluzione. E ricevo spunti e argomenti su cui riflettere. Oggi, da loro percepisco sfiducia e preoccupazione per il futuro. La crisi non è solo economica. Quella di ideali si diffonde anche nel quotidiano, blocca le spinte al miglioramento.

Io cerco di comunicare positività, energia. L’eccellenza nello studio è ancora un valore. La meritocrazia esiste: in un’azienda come la nostra, se vali, se hai studiato, ti viene riconosciuto.[/blockquote]

Che cosa ricorda dei suoi inizi con Yamamay?

Abbiamo fondato l’azienda da zero. La famiglia Garda si dedicava all’uomo. Noi abbiamo puntato sulla donna. Il primo negozio l’abbiamo aperto a Busto Arsizio, nel 2001. Oggi abbiamo superato i 650. Dopo il trasferimento al Nord, ho iniziato a seguire il merchandising, ossia il mix di prodotti da inserire in negozio. Valuto dati, elaboro statistiche, calibro al meglio quantitivi e tipi di prodotto.

La sua giornata tipo?

[blockquote align=”center” variation=”hotpink”]Sveglia e preparativi familiari. Dopo che i figli sono usciti, io vado al lavoro. Conosco le necessità domestiche di un genitore. Per questo, in azienda, i dipendenti cominciano il lavoro alle 9. Concediamo part time, coinvolgiamo i figli nella vita aziendale. Arrivo in ufficio verso le 8.30, e nel pomeriggio torno a casa. La mattina, quindi, devo sfruttarla al meglio. A volte rimando il pranzo e mio marito mi ricorda che devo mangiare!

Il momento del pranzo è importante: abbiamo una cucina interna, genuina. Ci teniamo alla salute e al contatto tra le persone.

Qui, è come una casa per me. Quando arrivo in ufficio, dedico almeno 20 minuti ai contatti con vari collaboratori, dal custode in su: parlare con loro mi dà idee, ha sempre il suo beneficio. Il calendario delle riunioni è pianificato con due mesi di anticipo. Alcune si organizzano al momento. Una mattina la settimana, di solito il venerdì, la passo in un negozio, nel momento in cui si fanno gli allestimenti per il weekend. Lì si impara moltissimo dai clienti.[/blockquote]

Le capitano colpi di genio?

Ho buone intuizioni che anticipano l’evoluzione del mercato. Un esempio: allargare la gamma dei prodotti base. In tempi di crisi, si è rivelata un’ottima scelta. Lascio però molte aperture al discorso moda.

Avete una strategia anticrisi?

Abbiamo mantenuto stabili i prezzi, assorbendo noi gli aumenti dei costi. Questo ci ha premiato. Non abbiamo tagliato personale. Anzi: cresciamo nelle risorse umane, dalle modelliste alle disegnatrici fino ai livelli più alti.

Fate scelte green?

Testiamo tutti i prodotti per garantirne la non tossicità. L’ufficio stile e modellistica è in Italia, la produzione avviene in Cina, Indonesia, Bangladesh e Brasile. In nessuna delle fabbriche sono occupati minori ed è rispettata la dignità e la salute dei lavoratori.

 www.yamamay.com

Cinque lezioni da imparare da questa storia

[styled_list style=”check_list” variation=”hotpink”]

  • Serietà nella vita.
  • Etica negli affari.
  • Unione e solidarietà familiare, anche nelle difficoltà.
  •  Rispetto degli orari di lavoro e degli impegni.
  • Rispetto delle persone: amici, insegnanti, collaboratori.

[/styled_list]

 

Silvia Messa,Millionaire 11/2011

logo-footer
Il mensile di business più letto.

Direttore responsabile: Federico Rivi

Editore: Millionaire.it Srl Indirizzo: Largo della Crocetta, 2 20122 Milano (MI) Italy

Partita IVA: 12498200968 – Numero iscrizione ROC: 38684

© 2024 millionaire.it.