Oggi è il Ceo più pagato al mondo (284,5 milioni dollari nel 2014, con un patrimonio di 2,8 miliardi di dollari). Nicholas Woodman, 40enne californiano, ha inventato GoPro, una telecamera da polso ideata per gli sportivi che amano filmarsi e che nel 2014 ha generato 986 milioni di dollari. Ma, prima di raggiungere il successo ha attraversato mille ostacoli, tra cui clamorosi fallimento.
La passione per il surf da bambino. A otto anni, Nicholas si innamora del surf dopo aver visto un poster di un surfer in azione su una parete a casa di un amico. Il suo interesse per le “onde” aumenta quando frequenta l’Università di San Diego: «Facevo surf prima e dopo i corsi. I miei non volevano. Ma se non avessi seguito questa passione non avrei mai avuto l’idea che mi ha cambiato la vita» racconta Nicholas a Forbes.
I primi fallimenti. Fin da giovane Nicholas ama le grandi sfide, nello sport (è attratto da tutti gli sport estremi) e nel business.Decide di investire prima in un e-commerce per vendere material elettronico online, ma i client stentano ad arrivare e quindi l’avventura finisce presto. Con la seconda startup le cose sembrano andare meglio: si chiama Funbug ed è una piattaforma di gaming. Arrivano gli investitori, 3,9 milioni di dollari. Ma anche questa volta le cose vanno male e il secondo fallimento non tarda a presentarsi: «Nessuno ama fallire. La peggiore cosa non è perdere soldi, ma la fiducia di chi ha creduto in te».
Il riposo forzato e l’idea che cambia la vita. Per “disintossicarsi” dalla delusione di Funbug, Nicholas prepara un viaggio. Mete: Australia e Indonesia, dove intende fare surf e ritrovare energie per nuove avventure. Vorrebbe riprendere le sue evoluzioni sul surf, allora compra una piccola telecamera e la lega al polso con un elastico, per avere le mani libere: è la molla che fa scattare GoPro. Il resto della vacanza lo passa in un appartamento, ad assemblare pezzi e creare un prototipo. Questa volta è convinto che può farcela. Mette 30mila dollari di soldi propri e chiede un prestito ai genitori.
La crescita incredibile. Realizza i primi prototipi e forma un team di otto persone (oggi l’azienda ha 500 dipendenti). Gira l’America con il suo furgoncino per presentarla a eventi sportivi per sport estremi e ai negozi di surf. Vende i primi prototipi. In poco tempo l’azienda genera 350mila dollari l’anno (nel 2004).
Una delle migliori startup al mondo. All’inizio evita gli investitori che bussano alla sua porta, ancora scottato dal suo primo fallimento. Ma poi cede, convinto della necessità di inserire capitali in azienda. E li ottiene (88 milioni di dollari) da investitori come Riverwood Capital, Steamboat Ventures, Disney’s venture investment arm: «Ho creato GoPro solo per aiutare i surfer a catturare foto e video mentre erano in azione. Non pensavo di farci un business. Poi mi sono sentito come colpito da un fulmine e dovevo realizzare la mia idea, ad ogni costo. Ho iniziato vendendo il prodotto porta a porto. Con umiltà. E sono proprio queste origini umili a rendere il brand così autentico e amato nel mondo».
INFO: http://it.gopro.com/
Redazione