Paintball, scoppia la guerra (di vernice)

Di
Redazione Millionaire
18 Agosto 2012

Spararsi addosso vernice colorata. Un nuovo gioco arriva in Italia. E qualcuno già pensa al business. Si chiama paintball. Ecco come non farsi male

È un gioco a due squadre il cui scopo è eliminare gli avversari a colpi di vernice vegetale colorata (paintball) sparati con fucili ad aria compressa. E ora che sono stati superati gli impedimenti di legge, qualcuno in Italia sta pensando al business. Attenzione: l’attività è al limite, il fattore sicurezza è fondamentale, bisogna giocare con protezioni resistenti e usare solo pistole a vernice di bassa potenza. Millionaire invita alla cautela.

Nato negli anni 80 in America, dove le pistole a vernice (cosiddetti marcatori) venivano usate per contrassegnare gli alberi da abbattere, il paintball si è diffuso in Europa e sta conquistando il pubblico italiano. Non confondetelo con il softair, qui non si gioca “alla guerra” a colpi di pallottole di plastica. Per ridurre il rischio di farsi male, oggi si pratica quasi ovunque lo speedball: la “battaglia” avviene all’interno di un terreno adeguatamente recintato e gli ostacoli per appostarsi a sferrare il colpo al nemico sono costituiti da gonfiabili in Pvc.

«In Italia i campi di paintball sono una quarantina, ma c’è lo spazio per 150-200» dichiara Fabio De Rosa, presidente del paintball di Grosseto (www.paintballgrosseto.com) e segretario nazionale della federazione del settore, per la sezione speedball. «Da tempo ero alla ricerca di un mercato in cui investire. Cinque anni fa sono stato a Los Angeles e mi sono imbattutto nel paintball. Ho valutato tutti gli aspetti, studiato i costi e nel giro di un paio di anni siamo partiti con i campi di paintball in Italia. Per il campo ci vogliono almeno 1.000 di mq, in una zona raggiungibile, oppure ci si può accordare per realizzarlo in un centro sportivo già esistente, privato o pubblico» commenta De Rosa. Con l’impianto di illuminazione si può sfruttare la struttura fino a tarda sera, mentre un campo coperto e in erba sintetica permette di giocare anche con il brutto tempo. «Quasi tutti gli impianti mettono a disposizione la struttura per feste di compleanno, addii al celibato, grigliate ecc. e sono sempre più numerose le aziende che vi organizzano giornate di team building per il personale» dicono dal paintball di Bergamo (www.paintballbergamo.it). Oltre alla classica pubblicità, per farsi conoscere, sono necessarie giornate di prova gratis con insegnanti professionisti e l’organizzazione di qualche torneo. Essenziali sito Internet, profilo su Facebook e chat nella più grande community italiana del settore: www.paintballforum.com. In estate si rie-scono a fare 1.500-2.000 utenti al mese.

Investimenti

Per costruire un campo da speedball servono da 20mila a 40mila euro, in base a dotazioni e accessori, tra gonfiabili, reti, pali, acquisto dell’attrezzatura da mettere a disposizione dei giocatori (almeno 15 equipaggiamenti completi, vedi box), paintball, compressore o bombole da sub per la carica dei marcatori, bagni chimici e un piccolo prefabbricato per la segreteria. In più, se si fa un campo indoor, ci vogliono almeno 30mila-40mila euro per il pallone di copertura. Secondo gli imprenditori già attivi nel settore, si può rientrare dall’investimento in circa 12 mesi. «Oltre all’entrata compresa in genere tra 15 e 30 euro, anche a seconda che sia per una o due ore di gioco, i giocatori pagano le paintball che sparano in partita: 4mila-5mila e anche di più, quando si gioca per le prime volte. Al Sud i prezzi sono inferiori del 30-40%, ma al Nord una scatola con 2mila palline arriva a costare 80-100 euro» afferma Matteo Gottardis, presidente del Paintball di Venezia, aperto a Mestre un paio d’anni fa (www.paintballvenezia.it). In media ogni giocatore spende 30 euro: nell’ipotesi di gioco più comune in cui ci sono due squadre da cinque persone più i cambi, si possono incassare 500 euro a turno. La resa del campo è superiore nel caso di un team building per cui si chiedono fino a 2mila-3mila euro per mezza giornata. «In primavera si riescono a fare anche 15mila-20mila euro al mese, mentre d’inverno il lavoro cala e alcuni campi aprono solo su appuntamento» dice Fabio De Rosa. «Bisogna poi aggiungere i proventi del punto di ristoro che non manca mai, fosse anche solo un chiosco o qualche distributore automatico». Alcuni impianti vendono l’attrezzatura da gioco (vedi box), anche tramite il sito. Complessivamente, le strutture meglio organizzate hanno entrate per oltre 200mila euro l’anno». E le spese? «Durante la settimana sono sufficienti un paio di addetti, mentre nel weekend ci si lavora in tre-quattro» spiega Gottardis.

I costi di gestione

Oltre alle palline (si può riuscire a pagare 16 euro la scatola), i principali costi di gestione riguardano l’affitto del terreno (da 300 a 600 euro al mese se di proprietà privata), energia elettrica, acqua, pubblicità, assicurazioni e quelle spese burocratiche, oltre alla retribuzione degli allenatori per gli stage dei professionisti. Alla fine dei conti, resta un 70-80% delle entrate. I campi da paintball sono quasi tutti associazioni sportive senza fine di lucro che per legge non possono ripartire gli utili tra i fondatori. Tuttavia, è lecito riconoscersi compensi come amministratori.

Millionaire invita alla cautela, sia chi fa impresa sia chi gioca. «Nel nostro Paese, per un neoimprenditore non è facile conoscere e interpretare correttamente quanto previsto dalle norme burocratiche che frequentemente variano anche a livello locale» spiega Antonio Montefinale, fondatore di Creaimpresa (www.creaimpresa.it). «Molte problematiche possono essere risolte rivolgendosi alle associazioni di categoria».

La burocrazia

come si comincia

In Italia il paintball non ha ancora una regolamentazione propria. Nell’attesa, per minimizzare il rischio di contestazioni di illegalità, è bene far riferimento alla legislazione e agli standard dei campi nei Paesi come Francia e Germania, dove il gioco è consolidato da anni.

Ciò premesso, ecco le mosse per iniziare.

Personalità giuridica. È prassi costituire un’associazione sportiva dilettantistica (Asd) a cui possono accedere solo i soci, che però possono essere iscritti anche sul momento. Consigliato prevedere un ampio statuto che consenta di offrire numerosi servizi accessori, in primis il punto di ristoro.

Terreno. L’area di gioco occupa in genere tra 1.000 e 1.500 mq, ma c’è anche qualche campo più grande. Altrettanto lo spazio che serve tra bar, deposito attrezzature, parcheggio ecc. Il terreno deve avere una destinazione di uso sportivo o verde pubblico attrezzato ed essere a distanza di sicurezza da strade e abitazioni per evitare possibili reclami.

Burocrazia. Bisogna dare Comunicazione di avvio al Comune e richiedere eventuale concessione edilizia se si vogliono realizzare costruzioni in muratura per spogliatoi, docce, bar…

La testimonianza

«Gioco e business divertente»

Cinque anni fa un viaggio con un amico in Sudafrica e la scoperta del paintball. Così Christian Alimonti torna a Roma e decide di aprire uno dei primi campi a scenario rurale d’Italia con più di 4.000 iscritti. Dato il successo, qualche mese fa, ha inaugurato per conto proprio un campo da speedball, 46 x 28 m, su un terreno del nonno nei pressi dell’Università di Torvergata.

Come sono stati gli inizi?

«Ho investito 15mila euro per l’acquisto di materiali.  Grazie al passaparola in piscina, dove insegno nuoto, e alla pubblicità online sul portale www.yumping.it ho visto arrivare subito giocatori. Nei weekend abbiamo una media di 70 persone e ora l’obiettivo è attrarre i ragazzi delle scuole e della vicina università per sfruttare il campo nei pomeriggi infrasettimanali. Per loro abbasserò i prezzi a 14,50 euro all’ora, incluse 280 paintball a persona».

Si può vivere di paintball?

«Non si diventa Paperon de’ Paperoni ma non ci si può lamentare. Se ci si dà da fare, a fine mese si porta a casa uno stipendio di 1.500-2.000 euro. Se poi in futuro il paintball riuscirà a diventare disciplina olimpica, si assisterà a un’esplosione del fenomeno».

Un consiglio per i nostri lettori?

«Ci vuole tanta passione… Io stesso sono stato un giocatore accanito. Poi ho deciso di farci un business, superando anche tutte le difficoltà dovute all’assenza di legislazione».

Info: www.romapaintball.com

dove trovare fornitori e consulenze

Campo e attrezzatura di gioco. Tra le ditte che forniscono il necessario, segnaliamo www.paintballitalia.com, www.kocai.it, www.paintballsports.it e www.paintball-life.com

Affiliazione. Scegliere l’associazione sportiva a cui far richiesta di adesione. Le maggiori sono il Csen, Centro sportivo educativo nazionale (www.csen.it), l’Acsi, Associazione di cultura, sport e tempo libero (www.acsi.it) e l’Aics, Associazione italiana cultura e sport (www.aics.it). Tutte forniscono, a prezzi convenienti, assistenza burocratica e legislativa iniziale e per la gestione contabile e fiscale. Per chi ha necessità di fondi, spesso vantano accordi con enti finanziatori a condizioni molto vantaggiose.

Federazione. Neofederazione del Paintball, l’Npbl, National Paintball League (www.npbl.it), se il campo possiede

i requisiti tecnici previsti, si può partecipare a campionati e competizioni ufficiali.

Monica Gadda, Millionaire 7-8/2011

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