Startup e nuove società di servizi, piccole e giovani (273 in Italia nel 2022), cambiano il modo di proporre, vendere, finanziare, gestire gli immobili. Il caso di Kaaja, che ha digitalizzato l’intero processo di compravendita partendo dalle aste tra privati.
La cultura della tecnologia sta entrando nel settore immobiliare. La transizione è accelerata dall’ingresso nel mercato di tante startup che nel real estate stanno introducendo soluzioni e strumenti per portare innovazione nei processi, nei prodotti, nei servizi. Sono le proptech: erano una quarantina nel 2018, quest’anno l’Italian Proptech Monitor del Politecnico di Milano ne ha censite 273, con un incremento del 33% rispetto al 2021. Realtà di piccole dimensioni, considerando che l’80% conta meno di 20 persone nel team, giovani (il 70% dei componenti è Gen-Y). L’ambito spazia dai servizi professionali (consulenza, marketing, analisi di mercato) al real estate fintech, che si concentra sulle transazioni e sulle operazioni di compravendita di immobili, fornendo servizi finanziari e assicurativi; dalla sharing economy che riguarda l’uso degli immobili nell’ottica di un consumo collaborativo, allo smart real estate focalizzato sulla gestione e sul controllo degli edifici fornendo dati e servizi che facilitano l’operatività, la pianificazione e l’esecuzione degli interventi.
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