Pubblicità purché si veda

Di
Redazione Millionaire
8 Agosto 2012

Tabelloni elettronici, maxischermi a led, pubblicità dinamica sui mezzi di trasporto. Arrivano dagli Usa nuovi strumenti per chi è a caccia di clienti, ma anche nuove opportunità per chi vende la pubblicità

Milano come New York. Roma come Shanghai o Hong Kong. La pubblicità si rifà il look e punta sulla comunicazione a effetto: tabelloni rotanti, maxischermi a led in grado di ospitare fino a 100 inserzionisti, spot sui mezzi in movimento. Si vedono dappertutto: in metropolitana, sulle piazze, in autostrada, montate su furgoni, con totem all’interno dei centri commerciali, schermi al plasma ovunque. Tante le nuove idee per chi è a caccia di clienti, ma anche nuove opportunità di business per chi vende la pubblicità. Il mercato della comunicazione dinamica è in forte crescita (si stima un +8,2% dal 2007 al 2011) e c’è un continuo aggiornamento sulle tecnologie. Già molto diffusi all’estero, gli spot digitali sono apparsi di recente anche nelle maggiori città del Nord Italia. Da più tempo invece si vedono per strada o in sosta nei punti nevralgici i cosiddetti camion-vela dotati di megaposter per promuovere saldi, inaugurazioni o durante fiere ed eventi. «Gli spazi liberi per nuove installazioni sono ancora moltissimi, soprattutto al Centro-Sud e nelle città di provincia» suggerisce Mauro Gosetti, titolare di SpotVision, agenzia di comunicazione e marketing di Asti (www.spotvision.tv). «Su strade di intenso passaggio, in prossimità di parcheggi, aeroporti, stazioni, centri commerciali, parchi divertimento, ma anche all’interno di palestre, piscine, bar, locali notturni, alberghi, gallerie commerciali e in tutti i posti di grande affluenza, c’è spazio per fare pubblicità». La nuova pubblicità piace a concessionari auto-moto, agenzie immobiliari, bar e ristoranti, banche. Ma dimostrano un buon interesse anche i negozi e le ditte, comprese quelle medio-grandi nel raggio di 40-50 km che già si fanno conoscere con la pubblicità tradizionale. Come si trovano i clienti? «Per andare a caccia di nomi, consultate i nominativi delle Pagine Gialle, le inserzioni sui giornali locali o le associazioni di categoria.

Anche offrire gratis gli spot per qualche settimana è utile per convincere i più scettici sui ritorni che ne conseguono» consiglia Luciano Carota, direttore commerciale della Orilive, agenzia di promozione e spettacolo di Pescara (www.orilive.it), che ha in programma di installare cinque maxischermi elettronici nella provincia.

«Le entrate dipendono soprattutto dalla visibilità del tabellone, in base a dimensione e ubicazione, e dal numero degli inserzionisti» spiega Daniele Paolucci, uno dei soci Gested, ufficio commerciale Italia di società svedesi e tedesche specializzate in sistemi multimmagine (www.multiposter.eu, www.prismatici.it).

Se si lavora da soli con l’eventuale aiuto di una segretaria part time, tolti i costi di manutenzione, pulizia, corrente e telefono, assicurazioni, marketing, il business ha una resa lorda persino superiore al 50%. Viceversa, per offrire alla clientela anche il servizio di grafica e stampa digitale o l’assistenza tecnica e informatica sugli impianti a led, i costi salgono. La redditività in tal caso è intorno al 30%. Idem se ci si avvale di agenti commerciali che lavorano con provvigioni del 15-20%. Per aumentare il giro d’affari, si può proporre ai clienti più grandi l’acquisto dello schermo. Il margine sulla compravendita è circa il 25-30% e i ricavi salgono se ci si propone per l’installazione, lo studio della grafica e la realizzazione degli spot. A incidere sulle spese c’è spesso la burocrazia.

Le autorizzazioni

Per installare su strada un tabellone elettronico o rotante, bisogna richiedere l’autorizzazione a: Comune, Regione o Anas a seconda di chi ha la proprietà. Non è facile avere questo permesso e i tempi di attesa superano l’anno. A oggi, alcuni Comuni hanno già previsto l’autorizzazione specifica per questi impianti. Non mancano i Comuni che hanno deciso di vietarli, per arredo urbano e traffico. è dunque consigliabile verificare presso gli uffici tecnici comunali o dai vigili urbani (spesso sono loro i referenti…) l’esistenza o meno di una regolamentazione specifica e nei piccoli comuni rivolgersi direttamente al sindaco per prospettare un piano di impianto che comprenda le informazioni di pubblicità utilità. E se proprio non si riesce a spuntarla, si può proporre la gestione del tabellone a qualche agenzia di pubblicità concessionaria di spazi autorizzati in cambio della partecipazione alla resa del business. Altrimenti, resta sempre l’alternativa di collocare l’impianto su spazi privati indoor che non necessitano di autorizzazione.

Per installare i pannelli pubblicitari su un mezzo mobile invece bisogna verificare con un carrozziere i requisiti per l’omologazione del furgone come veicolo speciale presso la Motorizzazione civile e poi anche in tal caso bisogna conoscere la normativa locale e i regolamenti municipali (spesso si fanno rientrare negli adempimenti della pubblicità fissa solo se il veicolo sosta più di 24 ore nello stesso posto). Fin qui la burocrazia specifica. In più, come per tutte le imprese – di solito si tratta di ditte individuali e di società di persone per le attività più grandi – la legge 40/2007, in vigore in tutta Italia da aprile, fa obbligo di una Comunicazione unica (ComUnica) da trasmettere on line al Registro Imprese della Camera di commercio di tutte le istanze che prima andavano fatte all’Ufficio delle Entrate, Inps e Inail, e che ora è il Registro Imprese a dover comunicare. Ci vuole inoltre l’autocertificazione per la valutazione del rischio d’impresa (D.Lgs 81/08 integrato con D.Lgs 106/09) mentre per l’eventuale installazione di insegne-targhe e dei cartelli che segnalano l’attività bisogna far richiesta al Comune.

12 mesi per avviare il business

› Individuare la giusta posizione per posizionare la pubblicità. Il luogo deve essere trafficato, visibile da grande distanza, meglio se con passaggio pedonale e/o in prossimità di un rallentamento del traffico auto.

› Scegliere lo schermo. I più diffusi da esterno sono i 3 x 2 m e i 6 x 3, a led o prismatici (anche bifacciali). Sui camion-vela si posizionano in genere megaposter o teli in pvc 4 x 2,5 m o 3 x 2. Gli ultimi sistemi itineranti fanno uso di multimmagine rotanti o a led di grandezza variabile anche in base al tipo di furgone. Per gli interni, gli impianti più indicati sono multiposter rotanti, totem a colonnina e schermi al plasma e oleografici da parete.

› Chiedere i permessi e l’allaccio delle utenze, compreso il collegamento Internet e la linea adsl nel caso di display a led.

› Scegliere il fornitore. È bene contattare più ditte per comparare le offerte, si segnalano: Eurodisplay – Display a led, www.eurodisplay.com;

Gested – Prismatici e multiposter rotanti, www.multiposter.eu, www.prismatici.it; Visual/Tecnovision Group – Display a led, www.mtvisual.it).

› Definire i prezzi di vendita degli spazi pubblicitari in base alla durata del contratto e al numero di passaggi.

› Realizzare brochure, biglietti da visita e altro materiale promozionale da distribuire ai potenziali clienti.

› Predisporre contratto fac-simile per la vendita degli spazi.

› Contattare i primi inserzionisti almeno sei mesi prima con offerte speciali per concludere ufficialmente i contratti almeno un mese prima.

› Far installare l’impianto su apposita struttura metallica, parete, tetto o automezzo.

› Assicurare l’installazione contro atti vandalici.

Monica Gadda, Millionaire 5/2010

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