Ricco con un’app

Di
Redazione Millionaire
8 Agosto 2012

Clienti in tutto il mondo affamati di novità. Un negozio virtuale in cui mettere in mostra le applicazioni. Per chi ha l’idea giusta, guadagni alti. Per tutti gli altri, una segnalazione sul cv

L’iPhone, a tre anni dalla sua entrata sul mercato, continua a macinare successi. Circa 75 milioni di pezzi venduti nel mondo. Il nuovo modello iPhone 4 è già a quota due milioni. Il fenomeno iPad, più computer e meno cellulare, promette di seguirne la scia. E le vendite della nuova creatura di Steve Jobs sono all’altezza delle aspettative: tre milioni volati via nei primi tre mesi (al ritmo di oltre 30mila al giorno). Apparecchi venduti che equivalgono a clienti. Clienti desiderosi di approvvigionarsi presso l’Apple Store di tutte le applicazioni possibili e immaginabili. Fra le intuizioni dell’azienda di Cupertino c’è infatti anche quella di aver creato l’App Store, un ecosistema per la vendita e la distribuzione delle app, le applicazioni che hanno reso unico l’iPhone. Ce n’è per tutti i gusti: dai videogiochi alle mappe, dalle app per disegnare a quelle per trasformare l’iPhone in uno strumento musicale. Secondo AdMob, almeno il 50% degli utenti iPhone acquista applicazioni.

Realizza un’app, Apple te la vende

La Apple si tiene il 30% degli introiti, all’ideatore va il 70%. Ottima percentuale, ma le cifre sono basse. Per fare il salto (e guadagnare bene), bisogna vendere molte app. Per farlo, è necessario scalare la classifica di quelle più scaricate. Nel 2008 ci è riuscito Brandon Bogle, che ha trasformato l’iPhone in un acquario. L’applicazione, venduta a 0,79 centesimi, ha fruttato al suo ideatore ben cinque milioni di euro. Quest’anno Bogle ci riprova con la stessa applicazione per iPad. Ma come si trova l’idea giusta? «First think and design, then code, cioè: prima pensa e progetta, poi passa alla stesura del codice» consiglia Guido Nardo, project manager di Toots.

Ma come fare un app di successo? Ecco i consigli degli esperti.

Conosci il mezzo. Le migliori app possono essere scritte solo se si è utilizzatori “reali”, se ne conoscono le potenzialità e ci si pone dal punto di vista degli utenti finali, che preferiscono programmi che fanno una sola cosa.

Trova l’intuizione vincente. Primo, sfrutta l’attualità. Quest’estate la vuvuzela per iPhone è stata scaricata un milione di volte. Secondo, punta alla novità. «Io scriverei app per l’enigmistica. iPhone e iPad sono eccellenti piattaforme per risolvere cruciverba e nessuno ci ha ancora pensato» consiglia Lucio Bragagnolo (autore del libro Tutti pazzi per l’iPad, Tecniche nuove, 7,90 euro).

Procurati lo “start kit”. Lo sviluppo del software avviene all’interno del mondo Apple, perciò serve un computer Mac recente (portatile o desktop è indifferente). Il kit software per sviluppare e testare le applicazioni, iPhone Sdk, è disponibile gratis sul sito Apple ed è basato sull’ambiente di sviluppo Xcode, utilizzato anche per creare programmi per Mac stesso. Lo si può scaricare su http://developer.apple.com/­pro­grams­/iphone previa registrazione (gratuita) sul sito Apple Developer Connection (Adc). La programmazione su iPhone richiede la conoscenza di Objective-C, una versione del linguaggio C orientata agli oggetti. Imparare a programmare app da soli richiede tempo e impegno. In aiuto arrivano tutorial gratuiti on line (vedere www.youtube.com), libri (come Sviluppare applicazioni con iPhone Sdk, di B. Dudney e C. Adamson, Apogeo, 39 euro) e incontri fra sviluppatori (come Venezia Camp, www.vene­ziacamp.it).

Fai attenzione ai limiti. Apple prevede rigide restrizioni per lo sviluppo delle app che includono l’accesso a Internet, l’accesso ai dati locali del cellulare e l’uso di materiale multimediale (musica in primis) coperto da copyright: la licenza d’uso spiega dettagliatamente tutto quanto.

Sviluppa l’interfaccia. Il passo successivo è quello di sviluppare su Mac l’interfaccia utente e il codice e testarlo direttamente sull’iPhone simulator (un software che simula un iPhone, anche se non completamente). Arrivati a questo punto, per uno sviluppo di tipo professionale, è indispensabile registrare una membership Adc di livello superiore il cui costo è di 99 dollari (78 euro circa).

Entra nell’App store (http://itunes.apple.com). Così potrai testare direttamente su un iPhone (e non sul simulatore software) e proporre le app complete nell’app store. L’approvazione dell’app (e del relativo codice) da parte di Apple (che richiede circa 15-20 giorni) è indispensabile prima di comparire nell’elenco delle app a livello mondiale e costituisce il vero punto di partenza.

Non dimenticare il marketing. Il nome dell’app deve essere esplicativo e attraente, come la sua icona. È importante prevedere un calendario di aggiornamenti che riporti l’app periodicamente all’attenzione di chi l’ha scaricata, per favorire il passaparola. È di rigore che l’app disponga di un sito Internet dedicato e ben fatto.

Occhio agli utenti. «Bisogna monitorare con costanza le reazioni provenienti dagli utenti dell’app. Eventuali errori, al pari delle funzionalità accattivanti, tendono a diffondersi con il passaparola e rischiano di demolire l’immagine dell’app» consiglia Guido Nardo.

Diversifica con l’iPad. Le app scritte per iPhone (salvo alcune modifiche) funzionano anche su iPad. Tuttavia, è un errore considerare i due dispositivi alla stessa stregua. L’iPad si sta infatti imponendo come piattaforma per la consultazione di libri, documenti e riviste on line. Inoltre, grazie al processore A4 (di produzione Apple), iPad può svolgere compiti da vero computer in campi di applicazione medico e scientifico.

Quanto (e come) si guadagna

› Da 1 a 10 euro: il prezzo delle applicazioni (ma alcune sono gratis).

› 250 dollari: è il credito che bisogna raggiungere in ciascuna delle sette aree planetarie di iTunes nell’arco di un mese prima di essere pagati. (Altrimenti si passa al mese successivo). Le aree sono: Europa, Stati Uniti, Australia, Canada, Regno Unito, Giappone e “Resto del mondo”.

› Prima di ricevere denaro da Apple, consultare esperti fiscali, in quanto la fatturazione europea fornita, a fronte delle vendite di app, va correttamente dichiarata.

› Nel caso di un’app che includa contenuti web, è possibile inserire banner e guadagnare grazie al pay-per-clic.

› È possibile sviluppare un’app specifica per un marchio e/o un prodotto e farsi pagare per lo sviluppo.

Hai un’idea, ma non sai come realizzarla?

Nel caso si disponga solo dell’idea di un’app e non delle risorse per realizzarla e ci si voglia proporre come “forza lavoro” per la creazione di app, ci si può rivolgere ai portali che fanno incontrare la domanda (aziende che vogliono entrare nel mercato mobile) e l’offerta di applicazioni iPhone. Uno dei principali è www.getappsdone.com

È anche possibile il contrario, cioè prendere “in affitto” professionisti a cui affidare la realizzazione di applicazioni iPhone (e iPad) l’outsourcing dello sviluppo è una prassi abbastanza consolidata all’estero (e in particolare negli Usa), un po’ meno in Italia. I costi di un’app sono difficili da quantificare, ma l’ordine di grandezza è di almeno 10mila dollari per un prodotto completo e sviluppato da un team affidabile.

Testimonianza: «Così ho vinto il premio per la miglior app in Italia»

Zirak è una piccola realtà del cuneese che ha vinto il premio come Best App Ever nel 2009 (http://bestappever.com/awards/2009) con l’applicazione EasyTrails Gps, che trasforma l’iPhone in un versatile ricevitore Gps in grado di registrare e analizzare le nostre attività sportive. Costa 3,99 dollari. «Il nostro segreto? Abbiamo saputo muoverci per tempo, iniziando a studiare e sviluppare applicazioni da subito. Un consiglio per partire? Occorre una profonda conoscenza delle nuove tecnologie, cercando di esplorarne tutte le potenzialità. Ma anche un occhio attento ai bisogni pratici della vita quotidiana» commenta Andrea Comino di Zirak. INFO: www.zirak.it

Stefano Paganini Mllionaire 9/2010

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