Negli ultimi 5 anni, oltre 21 milioni di ulivi salentini sono scomparsi, distrutti dalla Xylella. Il Salento si è trovato costretto a eradicare ulivi secolari e non, che rappresentavano la più viva tradizione del territorio.
Oltre 5.000 olivicoltori hanno perso tutto: campi, lavoro, prospettive di futuro. Tutto questo si è tradotto in una riduzione di olio salentino dell’80%, portando a una decrescita della produzione nazionale del 50%, al punto che l’Italia, da grande Paese produttore, è divenuto un Paese importatore di olio. Contestualmente, nella regione, il tasso di inquinamento è aumentato dell’8%. L’ulivo infatti è una delle piante con la maggiore capacità sottrattiva di CO2 dall’atmosfera. In questo contesto, un anno fa nasceva Olivami, un’associazione che si pone come unico scopo la riforestazione delle campagne del Salento distrutte dalla Xylella. Parla Simone Chiriatti, co-fondatore e Marketing Manager dell’associazione.
Simone, raccontaci come è nata Olivami
«L’idea prende forma quando, chiacchierando con due turisti inglesi, ci è stato chiesto in che modo avrebbero potuto aiutarci a ripristinare il verde distrutto dalla Xylella. Non esisteva uno strumento che consentisse ai privati di supportare la ripiantumazione di ulivi. Da qui, parlando con altri agricoltori, abbiamo pensato di creare l’associazione. Uno strumento che raccoglie fondi dai privati per utilizzarli velocemente nella ricostruzione del Salento, andando così a ripristinare lavoro, paesaggio e cultura del nostro territorio».
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