Startup protagoniste di un reality: l’idea di un incubatore svizzero

Di
20 Novembre 2014

Ha inventato il reality delle startup: una serie di puntate in cui spiegare, attraverso la voce e i volti dei protagonisti, da come si costruisce una startup a come trovare finanziamenti. Ad oggi ha girato due puntate (puoi cliccare qui e qui per vederle). Altre due saranno presto online: «La formula del reality è più diretta, e può avere un migliore risvolto formativo, rispetto a un’intervista o a un libro. È una spiegazione nuda e cruda che racconta la realtà così com’è, negli aspetti belli e anche in quelli meno belli. Lo spettatore si identifica con il protagonista, guarda la storia e impara» spiega Maxx Mereghetti, 39 anni.

Nato in provincia di Milano, ha fatto carriera come trader e oggi è il fondatore di Ideas Incubator SA, acceleratore per startup con sede in Svizzera: «In una delle puntate, mostriamo come funziona il meccanismo di finanziamento: ci chiama Pubster (App con la quale raccogli crediti nei locali e ottieni drink gratis, incubata presso Luiss Enlabs) per farci partecipare a un round di finanziamento. E noi mostriamo su quali basi un incubatore, come il nostro, sceglie su chi investire».

L’incubatore di Mereghetti ha lanciato 12 progetti (finanza, microcredito e food, gli ambiti) e prevede un investimento di 1.200.000 euro nei prossimi tre anni: «Accettiamo progetti online in ambiti diversi e non importa che l’idea sia innovativa, ma che possa fare profitto nel giro dei 3-6 mesi. Le startup che sono con noi fatturano dai 15 ai 20mila euro al mese. Gli accordi commerciali vengono decisi rispetto al caso e all’impegno che il nostro team di professionisti mette per portare la startup sul mercato. Non ci comportiamo come un normale incubatore, lo startupper non è costretto a venire presso una delle nostre sedi. Lavoriamo con lui online».

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Cosa deve avere una startup per essere incubata?

«1. Iniziamo la nostra valutazione dalla persona, prima ancora che dall’idea. Lo startupper ci scrive via email, ci sottopone l’idea, noi lo contattiamo per un primo colloquio nel quale cerchiamo di capire se la sua visione del business coincide con la nostra. Tre sono le caratteristiche per noi necessarie: umiltà, se non lo sei per noi non vai da nessuna parte. Volontà, ce ne vogliono fiumi per costruire una startup. Fiducia, che è la condizione che si stabilisce quando due persone remano nella stessa direzione. Per noi è necessario, anche perché lavoriamo a distanza».

2. Il business deve essere profittevole nel breve periodo. Non puntiamo su social network o App che, anche se brillanti, hanno bisogno, a volte, di molto tempo per diventare redditizie. Incubiamo attività sane dove si capisce bene come si possono fare soldi. Non è importante l’ambito: finora siamo partiti con la finanza, ma abbiamo già incubato una startup nel settore del vino e ci apriremo ad altri ambiti».

3. Se la persona e il business sono giusti, passiamo alla valutazione dell’idea. Qui la bontà del progetto dipende dalle esperienze, formative e lavorative, di chi ce lo propone. Se dimostra di essere uno che ne sa, allora gli diamo via libera. Un’idea che nasce dall’osservazione di una persona che è all’interno di una nicchia di mercato, ha più possibilità di riuscire che quella di chi sta muovendo i primi passi nel settore. L’esperto saprà come portare il progetto a compimento nel migliore dei modi e, soprattutto, sarà in grado di cambiare le cose in corsa quando vanno male».

INFO: http://www.ideasincubator.ch/

Giancarlo Donadio

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