Tra coloro che son sospesi

Di
Redazione Millionaire
8 Agosto 2012

Mettersi in proprio con un’amaca? Ex pubblicitario molla tutto e apre il primo negozio specializzato in Italia. L’idea è un franchising che arriva da Amsterdam. Ma con il Web e le nuove formule di retail, ci provano in tanti

Tra letto e altalena, l’amaca risveglia in noi fantasie esotiche. Sarà l’effetto antistress del dondolìo, sospesi per aria, saranno i colori solari dei tessuti. Finora, l’amaca arrivava nelle nostre case dopo tour in Sud America e negli States. Oggi Internet e nuove formule di retail hanno aperto canali commerciali. L’amaca, poi, si sta svincolando dall’uso esclusivo all’aria aperta. Grazie a sostegni in legno, alluminio e altri materiali, il dondolo Made in Mexico o Brazil diventa un pezzo forte del nostro arredamento indoor. Con pari dignità rispetto al divano o alla poltrona del salotto. E un guizzo di fantasia in più. In questi nuovi sbocchi crede fortemente Lamberto Rubini, 50 anni, ex pubblicitario. Ha lavorato per anni nell’azienda della sua famiglia, un ingrosso di materiale elettrico. A 45 anni si è dato alla consulenza nell’ambito del franchising, ma la crisi l’ha spinto a cercare nuove idee per mettersi in proprio. A giugno ha inaugurato Marañon, un punto vendita a Milano, in Foro Buonaparte, dedicato alle amache. «Ho conosciuto Gilbert Stork, un pioniere del settore amache, che le importa da 30 anni. Mi è piaciuto: lui, la sua idea, la rete che sta creando in Europa. E sono diventato il master franchisor per l’Italia dell’insegna Marañon».

Da Amsterdam a Milano

Gilbert Stork è un personaggio carismatico: ha studiato Sociologia e Psicologia dei cambiamenti all’università di Amsterdam. L’idea di importare amache in Europa dal Sud America comincia a maturare in lui nel 1980, dopo un’esperienza come allestitore di interni. Nonostante le offerte da parte di gruppi internazionali legati alla di­stribuzione organizzata, Gilbert apre da solo un negozio di amache nel centro di Amsterdam, nel Mercato dei Fiori. Marañon diventa così una realtà unica in Europa. Durante gli anni Novanta, si butta anche nella produzione, con nuove taglie e modelli unici. Il materiale principe è il cotone naturale, coltivato, tra l’altro, in zone recuperate dopo il disboscamento, in Amazzonia, dove la terra torna a produrre e famiglie locali hanno una nuova fonte di reddito. Nel 1996, un giovane designer tedesco ha ideato nuovi modelli per le amache Marañon. Nel 2002 l’insegna affronta l’Europa, aprendo nuovi store in Francia, Spagna (Barcellona), Palma de Mallorca e Mahon a Minorca. Arriva anche in Turchia, a Cesme e Bodrum, prossimamente ad Atene, e nel giugno 2010 a Milano, con Lamberto Rubini, che acquisisce la distribuzione nel nostro Paese. «L’idea è aprire altri negozi in Italia, a partire dal nord. Poi sarà la volta di Roma e di una grande città del sud: Napoli, Bari o Palermo. Parteciperò al Salone del Franchising di Milano, per lanciare l’affiliazione. Proporremo anche corner. Stiamo pensando di riconoscere royalty ai rivenditori regionali, per le vendite on line nelle loro zone» racconta Rubini.

Storia di una start up

Rubini ha investito 80mila euro per creare il negozio a Milano (90 mq, su due livelli, in posizione privilegiata, a pochi passi dal Castello sforzesco) e la prima fornitura di merce. Nel negozio, ci sono aree dedicate alle amache di diversa provenienza geografica: Brasile, Messico, Colombia. Sono appese al muro, con ganci strategici che permettono di provarle. Poi ci sono le poltrone-amaca, anche in versione smontabile, da viaggio. Sul soppalco, amache su sostegni in legno o alluminio: basi smontabili e modulabili con un design lineare, Made in Olanda, perfetti anche per il salotto più ricercato. «In negozio, ne abbiamo più di 30 modelli, ognuno con cinque-sei referenze di colori. Si va da quelle per i bebé, a quelle colombiane. Fare vedere e provare le amache è fondamentale per la vendita. Ci devono essere piloni, colonne e ganci in abbondanza. Per stoccare la merce, ho preso in affitto un magazzino esterno: le amache si piegano, come lenzuola, e occupano poco spazio». Ma quante amache si vendono in un giorno? «Quattro-cinque amache, scontrino medio 100 euro, ma siamo solo all’inizio. Il ricarico sul prodotto è tra il 40 e 50%. Prevedo il break-even il primo anno». Le amache sono un prodotto che richiama l’estate ma cosa succederà d’inverno? «E poi se l’amaca si mette in salotto, non c’è stagione che freni. Integreremo con borse in cotoni colorati, stoffe d’arredo, tende, sedute e sdraio».

Info: www.maranon.it

Storia 2

Da un viaggio in Messico, l’idea di un business on line

Investimento: 500 euro. Margine sul prezzo di vendita: dal 50 al 75% . Prezzo amaca: 150 euro

«Ho trascorso un periodo in Messico, due anni fa. E ho trovato l’idea di business che cercavo, per avviare un’attività di vendita on line». Fabio Cantelli, imprenditore di Minerbio (Bo), laurea in Economia, 37 anni, dal 2010 ha realizzato www.amacando.it. «Ho iniziato la collaborazione con alcune famiglie messicane che mi hanno insegnato la tessitura dell’amaca (un filo intrecciato su se stesso centinaia di volte) e mi hanno fornito le amache che producevano di anno in anno. In tutto ho speso circa 500 euro. Agli artigiani va un margine dal 25 al 50% sul prezzo di vendita di ogni singola amaca». Cantelli ha allestito anche un laboratorio con un telaio di legno, dove tesse amache su misura o prototipi. Il materiale più apprezzato è il cotone naturale, le più colorate sono in nylon. Grazie alla trama leggera, sono ideali per i luoghi caldi, a differenza delle amache in stoffa, più spesse. Pesano da 0,6 a 2 kg e possono sostenere fino a quattro-cinque persone. «Ho iniziato quasi per hobby, investendo più che altro in merce e progettazione. Mi sono dato due anni di tempo per vedere come cresce il sito. Forse aprirò anche un negozio su strada, l’anno prossimo, dalle mie parti o in una località di mare. Per ovviare al problema della stagionalità, sto costruendo un sito dove venderò artigianato fatto a mano, borse di cuoio, giocattoli per bambini, tele e tessuti».

INFO: www.amacando.it

Storia 3

Rivendita equosolidale

Giovani imprenditori austriaci dal 2003 rivendono amache realizzate nel nord-est del Brasile

In Brasile e in Sud America la vita gira attorno a un’amaca. Lo affermano gli ideatori del sito www.bahia.at, dove un gruppo di giovani imprenditori austriaci dal 2003 vende amache, amache a poltrona, a stecca e tessuti porta bebé, realizzati da manifatture da Pernambuco, Ceará e Bahia, nel nord-est del Brasile. I prodotti di Amaca Bahia sono stati inseriti nel catalogo di Arge Weltläden, associazione austriaca del commercio equo e solidale. Spiega Christian, uno dei fondatori: «Noi importiamo e vendiamo ai rivenditori, soprattutto botteghe equosolidali. Pratichiamo un prezzo speciale ai dettaglianti, per permettere loro di applicare un ricarico tra 42 e 50% e affrontare così i costi di un negozio. Forniamo soprattutto punti vendita in Austria, ma ne abbiamo alcuni anche in Italia, che vendono vari prodotti equosolidali». I fondatori sono disponibili a trattare con negozianti italiani e ad assecondare richieste specifiche.

INFO: http://amaca.bahia.at (in italiano)

Storia 4

Dalla Germania, apre un sito per l’Italia

Investimento: 15mila euro fatturato: 30 mila

«L’idea di aprire un negozio on line di amache mi è venuta nel 2007. Il mio convivente ha un sito tedesco che vende amache già da 10 anni. Dopo molte ricerche, abbiamo notato che amache e poltrone pensili pregiate di qualità superiore non venivano ancora rivendute in Italia. Così ho avviato un negozio sul Web in lingua italiana. Ho coinvolto mio padre, di origine italiana, Osvaldo Graziani, che tiene i rapporti con i clienti, e ho dato al sito il suo cognome». Durante la Spoga, la mostra mondiale di articoli per il giardinaggio e il tempo libero a Colonia, Tatjana prende contatto con diversi produttori sudamericani e acquista i primi modelli. Poi, allestisce un ufficio, acquista i computer, incarica un web designer e una traduttrice professionista per i testi. «Abbiamo investito 15mila euro per www.amaca-graziani.it. Nel 2008 abbiamo ricevuto un centinaio di ordini, nel 2009 sono quadruplicati. Abbiamo fatturato circa 30mila euro, l’anno scorso: il 15% resta a me, il 35% va in tasse e il 50% all’artigiano fornitore».

di Silvia Messa Millionaire 9/2010

 

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