Secondo gli studiosi ci sono due forme di empatia: quella cognitiva e quella affettiva. Che però sono tutt’altro che distinte, si fondono tra loro.
A mio avviso, capire una persona significa anche condividerne le emozioni e, naturalmente, viceversa.
Dunque, l’empatia ci aiuta ad entrare nei “panni” degli altri, sino ad arrivare a riprodurre le stesse emozioni, gli stessi movimenti, le smorfie del volto della persona davanti a noi e, addirittura, a provare le stesse sensazioni di dolore.
Attraverso l’osservazione, entriamo in empatia con gli altri e siamo dunque in grado di comprendere lo stato d’animo e l’aspetto psicologico dell’altra persona, nonché sperimentare le sue stesse reazioni emotive.
Sembra che il comportamento imitativo delle persone passi attraverso i famosi “neuroni specchio”.
I neuroni specchio entrano in funzione quando si osserva un’altra persona compiere un movimento o eseguire un compito motorio, sviluppando la capacità empatica delle persone.
Ma la cosa sorprendente è che il cervello dei maschietti come me, mostra una capacità empatica minore di quello femminile.
Proprio queste diverse attitudini empatiche sarebbero alla base di una migliore capacità relazionale delle donne.
Insomma: mentre voi donne siete più collaborative, noi uomini siamo più competitivi ed entriamo spesso in conflitto con il mondo intorno a noi.
Studi scientifici affermano che l’universo femminile è più bravo nelle relazioni interpersonali e questo si manifesta sin da bimbi.
Adesso hai capito perché tu sei più empatica di me?
Giancarlo Fornei
Dal 1999 si occupa in maniera esclusiva di Crescita Personale. In rete è conosciuto come il “Coach delle Donne” per le molteplici esperienze formative di coaching con moltissime donne. È autore di alcuni libri elettronici, tra cui Penso Positivo (2008) e Donne in Crisi (2009)