Vesti i clienti con 1 euro

Di
Tiziana Tripepi
27 Ottobre 2012

Sono tempi duri questi. Le attività soffrono, i magazzini e gli scaffali restano pieni a lungo. Molti commercianti preferiscono ridurre gli ordini al minimo per non avere capitali immobilizzati. Scelte che, però, li portano a non essere competitivi.

Come provare a risolvere la situazione?

Forse, ci può aiutare il riadattare ai nostri tempi una tecnica usata anticamente.

Analizziamo la situazione

Prima di spiegarvi qual è la soluzione, proviamo a fare due conti su quanto spendiamo per vestirci. Aggiungiamo a questi costi le spese di lavaggio, riparazioni ecc… Cerchiamo di ricordare anche quante volte abbiamo acquistato capi, lasciati poi in disuso nel nostro armadio o tutte le circostanze in cui la moda ci ha costretti a rifare il guardaroba l’anno seguente.

Soffermiamoci adesso ad analizzare la situazione attuale che, invece, ci costringe ad avere un ricambio minimo a causa delle difficoltà finanziarie.

Quella che abbiamo di fronte è la tipica situazione in cui due realtà non interagiscono più.

Da un lato, i commercianti con negozi che rischiano la chiusura pieni di merce. Dall’altro, i clienti che cercano di non sbagliare l’acquisto perché la possibilità di spesa e’ ridotta al minimo.

Questo esempio che vi stiamo mostrando, rientra perfettamente nel concetto di “recepire i bisogni del momento“.

La soluzione

Un’idea all’apparenza bizzarra: mettere a disposizione di chiunque la possibilità di entrare e vestirsi come più gli piace, o gli serve, e tenere per uno o più giorni la merce.

Quella descritta è una tecnica già in uso in diversi settori di nicchia. Proporla alla massa significherebbe avviare un buon business.

In che cosa consiste nel dettaglio?

Si tratta di chiedere al consumatore una cauzione iniziale appropriata e 1 euro al giorno al pezzo. Queste sarebbero delle buone basi su cui sviluppare il progetto.

I vantaggi

Il cliente non ha la preoccupazione di sbagliare acquisto. D’altra parte, ha anche la possibilità di spendere solo quando occorre e al costo di un caffè. Senza preoccuparsi del lavaggio o altro, a meno di aver fatto danni rilevanti.

Il commerciante dispone di un flusso di cassa giornaliero derivante dal solo servizio, ma logicamente, fornisce anche la possibilità di un acquisto. E a fine stagione, si trova ad avere merce pagata da riproporre, insieme a quella nuova, nell’anno seguente. Può anche farne un altro uso, magari benefico.

Con i dovuti calcoli ed accorgimenti, ci sono buonissime probabilità di riuscita. Ovviamente, ci sono alcuni casi da studiare, ma l’idea di base ha delle buone fondamenta.

In questo caso, abbiamo applicato la massima “fare di necessità virtù”, adattando ciò che abbiamo ad un uso diverso da quello per cui era stato concepito.

Questo significa essere pronti al cambiamento. In corsa. In ogni momento.

 

Roberto Karbo’

Roberto Carboni, si è occupato per diversi anni del commercio nel settore carburanti. Ha gestito attività di autonoleggio e collaborato nel settore della compravendita e mediazione, apprendendo come interpretare i bisogni del mercato e i migliori metodi di vendita da applicare nel preciso momento della ricerca. Vive ed opera ad Ascoli Piceno.

(Fonte Foto: Utente Flickr FeatheredTar)

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