La catena di fast food americana Wendy’s ha scatenato polemiche dopo che il suo CEO ha annunciato l’intenzione di testare il prezzo dinamico a partire dal 2025.
Questo significa che i prezzi del menù potrebbero cambiare in base a vari fattori, tra cui l’ora del giorno, la stagione e persino il meteo. La mossa ha suscitato preoccupazioni tra i clienti, che temono di dover pagare di più per i loro hamburger preferiti durante le ore di punta, proprio come accade con i prezzi “dinamici” delle corse di Uber o le offerte sui voli.
Tuttavia, Wendy’s ha chiarito che non prevede di aumentare i prezzi durante le fasce orarie di maggior affluenza, ma piuttosto di utilizzare il prezzo dinamico per offrire sconti nei momenti di minor affluenza.
Ma cos’è esattamente il prezzo dinamico? A differenza del “surge pricing” (aumento improvviso dei prezzi), che prevede solo aumenti, il prezzo dinamico può comportare sia rincari che ribassi a seconda della domanda e di altri fattori.
Questa strategia, seppur comune in settori come le compagnie aeree (che variano i prezzi dei biglietti in base alla stagione e alla domanda), è inedita per la maggior parte dei fast food. Il timore è che i clienti, abituati a prezzi fissi e accessibili, possano reagire negativamente a variazioni di prezzo, anche se al ribasso.
Inoltre, l’industria della ristorazione è storicamente restia a implementare il prezzo dinamico a causa della complessità di gestione e dell’impatto potenziale sulla domanda. Infatti, l’esperienza di McDonald’s con i prezzi dinamici e i nuovi suggerimenti sugli ordini ha generato polemiche per la mancanza di uniformità e l’impatto sull’accessibilità dei prodotti.
Wendy’s sostiene che la sua strategia sia orientata al cliente e che i prezzi dinamici verranno utilizzati principalmente per offrire sconti. Tuttavia, resta da vedere se questo approccio avrà successo nel mondo del fast food, dove i clienti sono abituati a prezzi stabili e convenienti.
Staremo a vedere.