Wine business

Di
Redazione Millionaire
3 Agosto 2012

Si beve meno ma si beve meglio. Tiene il mercato del vino. Ma entrare in questo settore sul fronte della produzione è tutt’altro che facile. Servono grandi investimenti. Ecco allora come inventarsi un’idea intorno al vino

Un buon prodotto batte la crisi

I viticoltori brindano: nel 2008 il fatturato ha fatto registrare una piccola crescita (del 2,1%) rispetto all’anno prima. E la vendemmia è stata da record, secondo Coldiretti (www.coldiretti.it): 45 milioni di ettolitri. Il nostro Paese si conferma protagonista: esportiamo il 18,5% della quantità mondiale, fatturiamo 3,5 miliardi di euro, contiamo 30mila aziende e un milione di addetti. Il vino italiano è più internazionale che mai: lo bevono in 165 Paesi diversi. Ma la crisi ridimensiona i numeri, specie nel mercato Usa (-6,1%). «Di crisi ne abbiamo viste tante. Alla fine, passano tutte – incoraggia Stefano Cinelli Colombini, titolare della Fattoria dei Barbi, storico produttore di Brunello. Soffrono i vini poco connotati o troppo cari. Reggono bene, invece, quelli tipici e legati al territorio. Fondamentale, poi, un buon rapporto qualità/prezzo. Vendiamo negli Usa da 40 anni, ma ci confrontavamo con aziende distributrici più attente alla quantità che alla qualità e con interlocutori sempre diversi. Così abbiamo puntato prima su un brand manager, che però entrava in conflitto con gli importatori. Alla fine, un anno fa, abbiamo creato la Wine Project Inc., una società che ha lo scopo di importare e distribuire negli Usa non solo i nostri vini, ma anche quelli di altri piccoli produttori, non in concorrenza con noi (in questo modo dividiamo i costi). La cosa ha funzionato: abbiamo già raggiunto il pareggio e vendiamo vino per 700mila euro, ma la cifra è in rapida crescita. I vantaggi? Grande flessibilità, taglio nei costi di distribuzione e maggiori margini grazie ai quali affrontare meglio la crisi».

Lavorare duro ripaga

La cura dell’export è fondamentale anche per Daniela Veglio, produttrice di vino delle Langhe. «Per ottenere risultati in questo settore si deve lavorare sodo. La campagna non fa sconti. Bisogna saper fare tante cose». L’agricoltura è un settore che più di altri resiste alla crisi, perché la gente continua a bere e mangiare. «L’importante è però superare le ritualità spesso legate al consumo del vino. E puntare su formule legate alla flessibilità e alla condivisione della bevanda» commenta Alessandro Regoli, direttore di Winenews, agenzia quotidiana legata al vino.

Vince chi innova

Ottimi spazi per attività accessorie alla produzione di vino, ma quali funzionano veramente? «La parola d’ordine è innovazione. Ogni problema, poi, ha la sua soluzione. L’etilometro limita i consumi? E allora puntiamo sul vino al bicchiere» suggerisce Davide Di Corato, direttore del mensile di settore Horeca Magazine. Da copiare, poi, l’iniziativa “Stasera ti passo a prendere io” promossa dalla Casa del vino della Vallagarina. In collaborazione con la concessionaria Renault, il venerdì e il sabato, è offerto un servizio gratuito di trasporto andata e ritorno, per “alzare il gomito” senza conseguenze (Info: Luca Bini, tel. 0464 486057). Altra scelta vincente: creare un contatto diretto con il consumatore. «Selezione Gancia fa da anni degustazioni a domicilio. O invita i suoi clienti in ville e palazzi. La consulenza ad personam è molto apprezzata e i 100 consulenti vinicoli sempre molto richiesti. Il tutto vale il 10% del fatturato» spiega Emanuela Quasso di Selezione Gancia.

Info: www.selezionegancia.it.

Inventarsi un’idea modaiola: i club del vino

L’idea: un punto di incontro per appassionati di vino.

800 clienti frequentano i corsi.

spesa media: 60-70 euro.

Dimenticate i vecchi corsi per degustare il vino. Oggi per assaporare a fondo il gusto, nascono veri e propri club. Il Baglioni Wine Club di Milano è un nuovo punto di riferimento per chi vuole approfondire la cultura del vino. «Eventi a tema, il confronto con altri appassionati, il supporto costante di un sommelier: questi i punti salienti. L’iscrizione è gratuita e si fa on line. Gli eventi hanno cadenza mensile e sono a pagamento (mediamente 60-70 euro a persona)» spiega Elisa Camossi, che si occupa operativamente dell’attività del club. «Siamo partiti nell’estate del 2007. A oggi abbiamo le due sedi degli hotel Baglioni di Milano e Roma (ma in futuro pensiamo di aprire un wine club anche a Londra). I nostri soci sono 2.500, 700-800 di questi partecipano ai nostri eventi» prosegue Camossi. Partner di Baglioni in questa iniziativa è l’agenzia Rossi&Bianchi (www.rossiebianchi.it), specializzata in comunicazione a tema vino (e grazie al vino). INFO: tel. 800 407701, www.baglioniwineclub.com

Avviare un’enolibreria

L’idea: un’enoteca-libreria.

Investimento: 15mila euro circa (arredi e tecnologia fai da te; ristrutturazione al risparmio).

150 clienti al giorno.

Spesa media: 8-15 euro.

Vini e libri: binomio vincente? La domanda se l’è posta, sette anni fa, il romano Gabriele Grandoni. All’epoca 28enne, studiava all’università e arrotondava come venditore di vini. «Il vino era la mia passione, tanto che decisi di frequentare un corso e diventare sommelier. Stavo pensando di aprire un punto di rappresentanza, quando conobbi un distributore che a Monaco vendeva libri e vini insieme. L’idea mi piacque subito».

Gabriele non ha tanti soldi e così per aprire il suo locale Il Tiaso sceglie il quartiere del Pigneto: popolare e periferico, ma con grandi promesse di sviluppo. «La mia è stata una scommessa. Il quartiere mi piaceva, perché con le sue strade strette ricorda un po’ Parigi. Ma all’epoca non c’era molto movimento. Poi, pian piano, hanno cominciato ad aprire locali» prosegue Gabriele. «All’inizio gli affari andavano così così e io finanziavo il locale con i guadagni da rappresentante di vini. Poi il quartiere è cresciuto e noi ne siamo diventati un piccolo punto di riferimento. La costanza e la passione mi hanno premiato. Adesso convergono qui artisti e intellettuali. La postazione del deejay e il pianoforte sono sistemati su un soppalco. La musica che viene dall’alto dà una certa suggestione. Organizziamo anche mostre di pittura e presentazioni di libri. Stiamo aperti dalle 17 all’una di notte, con un pubblico soprattutto di giovani. I vini più “gettonati” sono il Rosso di Montalcino, il Dolcetto d’Alba oltre a vari bianchi del Friuli (prezzi al calice fra 3,50 e 4,50 euro; ricarichi a partire dal 50%)» racconta Gabriele. E i libri? «Ho puntato su titoli di arte, viaggi ed enogastronomia. Attualmente, contribuiscono al fatturato per il 15% circa e si vendono soprattutto in occasione delle presentazioni. Oggi sono molto soddisfatto. I guadagni sono buoni» conclude lui. INFO: tel. 06 45474625, www.iltiaso.com

Un vino sì, ma etico

L’idea: produrre un vino etico.

Investimento: destinare alla beneficenza cinque euro a bottiglia della produzione del vino Insieme.

Proventi: 60mila euro l’anno.

«Siamo un gruppo di produttori delle Langhe, amici prima che collaboratori. Acquistiamo insieme i macchinari che non hanno un uso quotidiano. Poi, nel 2000, è nata l’idea vino Insieme: l’etichetta è uguale (o quasi) per tutti i produttori, ma ognuno imbottiglia il suo vino (in genere, il migliore della cantina). Ogni anno produciamo circa 13mila bottiglie, destinando in beneficenza cinque euro a bottiglia» spiega Daniela Veglio, presidente dell’associazione l’Insieme. I proventi, intorno a 60mila euro annui, finanziano un’iniziativa benefica ogni volta diversa (si va da un pozzo in Africa a una vacanza in montagna per i disabili della zona). INFO: tel. 0173 509212, www.linsieme.org

Tu chiamale se vuoi emozioni

L’idea: corsi, degustazioni, viaggi, tour nelle cantine.

Investimento: 30mila euro (in attrezzature, pubblicità, difesa del marchio).

Fatturato: 100mila euro.

L’attività di Vinando nasce da una grande passione di Davide Cellamare e dei suoi due soci. «Prima di partire, bisogna conoscere bene il mercato. Noi ci siamo fatti le ossa per cinque anni, organizzando eventi e degustazioni. Poi, con alle spalle esperienza e un buon numero di clienti, abbiamo fatto il salto di metterci in proprio. Abbiamo investito circa 30mila euro (fra software, attrezzature, pubblicità, difesa del marchio, bicchieri per le degustazioni…), ma stiamo tuttora investendo, a livello personale, in formazione (corsi, viaggi, letture)» spiega lui.

Oggi la loro società propone un ampio ventaglio di eventi. «Si va dai corsi base (cinque incontri a 195 euro) alle degustazioni (30-160 euro, a seconda del tipo di vini). Ma puntiamo molto sul plus emozionale che il vino può dare. E così offriamo degustazioni a domicilio, eventi di team building a tema enogastronomico, tour nelle zone del vino, in collaborazione con agenzie di viaggio. Il nostro fatturato è intorno a 100mila euro, ma in crescita. La clientela si divide fra privati (60%) e aziende» conclude Cellamare.

INFO: tel. 02 54121034, www.vinando.com

Vino & musica

Un sommelier, Claudio Assante, e un pianista, Antonello Ielo, si sono uniti per offrire uno spettacolo in cui vino e musica si fondono. «Io illustro il vino nei vari aspetti: visivo, olfattivo, gustativo. Nel frattempo, queste caratteristiche vengono tradotte in musica. Proponiamo la nostra performance a locali (ingresso intorno a 10-15 euro, divisione a metà degli incassi) e aziende. Siamo all’inizio e ci stiamo promuovendo on line: con il nostro sito e con una piccola campagna su Vinix. Abbiamo fatto ancora pochi spettacoli, ma l’accoglienza è stata buona» spiega il sommelier. INFO: www.winepiano.com

Lucia Ingrosso, Millionaire 4/2009

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