7000 euro a figlio per trasferirsi in campagna

Di
Melania Guarda Ceccoli
21 Gennaio 2023

Il governo giapponese vuole svuotare le città e ripopolare la campagna

 

Il governo giapponese offre 1 milione di yen (circa 7.000 euro) per bambino alle famiglie che si trasferiscono dalla grande Tokyo, nel tentativo di invertire il declino della popolazione nelle regioni.

L’incentivo sarà introdotto ad aprile come parte di un progetto per dare vita a città e villaggi in abbandono.

Sebbene la popolazione di Tokyo sia diminuita per la prima volta lo scorso anno, una tendenza in parte attribuita alla pandemia di coronavirus, i politici ritengono che si dovrebbe fare di più per ridurre la densità di popolazione della città e incoraggiare le persone a iniziare una nuova vita in parti meno popolate del paese. Il pagamento – che va ad aggiungersi a un massimo di 3 milioni di yen già disponibili come sostegno finanziario – sarà offerto alle famiglie che vivono nei 23 quartieri “core” di Tokyo, in altre parti dell’area metropolitana e nelle vicine prefetture della cintura dei pendolari di Saitama, Chiba e Kanagawa.

Per ricevere i benefici, le famiglie devono trasferirsi al di fuori della grande area di Tokyo. Circa 1.300 comuni, circa l’80% del totale, hanno aderito al programma.

Tuttavia, le famiglie devono vivere nelle loro nuove case per almeno cinque anni e un membro della famiglia deve lavorare o avere intenzione di aprire una nuova attività. Coloro che se ne andranno prima che siano trascorsi cinque anni dovranno restituire il denaro.

 

Gli incentivi in Italia

Un italiano su due (53%) sta prendendo in considerazione il trasferimento dalle grandi città alla provincia. A svelarlo è il sondaggio condotto da Doxa BVA per David Lloyd Clubs Malaspina.

La voglia di lasciare la città e vivere più a contatto con la natura e con un ritmo più lento è ancora molto forte dopo la pandemia. Sicilia, Molise, Liguria, Sardegna: sono tante le Regioni e i Comuni che provano a richiamare giovani e non, per ripopolare luoghi quasi dimenticati.

 

Ecco qualche esempio:

Il comune ligure Bormida a un’ora da Genova, ha solo 394 abitanti, così il piccolo Comune ha deciso di offrire 2.000 euro a chiunque voglia trasferirsi nel suo borgo.

La Regione Calabria ha invece stanziato fino a 28.000 euro per il ripopolamento dei comuni di Santa Severina, San Donato di Ninea, Aieta, Civita, Caccuri, Albidona, Sant’Agata del Bianco, Samo e Bova. Oltre a trasferirsi in uno di questi paesi, è necessario però aprire o rilevare un’attività e avere meno di 40 anni.

Anche il sindaco del piccolo borgo di Candela, in Puglia, offre fino a 2.000 euro a chiunque voglia diventare residente. Il Molise arriva a 700 euro al mese per chi decide di andare a vivere in uno dei comuni della zona, con meno di 2mila abitanti. Per chi invece ama la Sardegna può ricevere fino a 15 mila euro a chi decida di trasferirsi sull’isola e ripopolarne i piccoli centri, ristrutturando un edificio residenziale o aprendo un’attività commerciale nei comuni con popolazione inferiore a tre mila abitanti.

Con Turismo di Ritorno, primo anno del programma Ritorno in Italia 2023-2028, oltre 70 comuni della rete Borghi Autentici d’Italia hanno aderito ad un’iniziativa rivolta ai connazionali residenti all’estero. L’Idea che muove il progetto è quella di rilanciare l’immagine dell’Italia e di promuovere il Paese attraendo turismo e investimenti.

Il problema però rimane come sempre il lavoro e la comunità intorno, che scarseggiano.

Dal 2013 al 2020 l’Abruzzo ha perso quasi 50mila abitanti, con una percentuale di decrescita pari al 3,68%. Il doppio rispetto alla media italiana. Ad andarsene sono soprattutto i giovani dal 15 ai 31 anni. Come fare quindi per migliorare la situazione? Attrarre le persone.

Ci sta provando il progetto del Massachusetts Institute of Technology di Boston che ha deciso di puntare sulla rinascita del borgo di Vaccarizzo di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, in Calabria, che diventerà un prototipo di rigenerazione sociale.

Nasce così Io vivo a Vaccarizzo, un luogo che riparte dall’ufficio postale, dal pub e da alcuni terreni della zona che sono stati assegnati a giovani agricoltori. In un antico palazzo di proprietà della famiglia Chimenti si recuperano le tradizioni culinarie della zona, e nella filanda di famiglia è stato aperto un piccolo museo sull’artigianato della seta. E un coliving rurale, Home4Creativity, dove professionisti del mondo del lavoro, e non solo, condividono un luogo dove vivere quotidianamente esperienze lavorative e ricreative.

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