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Smart working, i dipendenti di Spotify potranno scegliere se lavorare da casa o in ufficio

I dipendenti di Spotify potranno continuare a lavorare da remoto anche dopo la pandemia. Ad aprire la strada allo smart working “per sempre” è stato Jack Dorsey, Ceo e founder di Twitter, oltre nove mesi fa. Ma oggi la flessibilità è la scelta comune di tante big tech, nella terra dell’innovazione, la Silicon Valley, e in Europa, il Vecchio Continente. Qui la fintech inglese Revolut ha da poco adottato un modello aperto e flessibile. E lo stesso fa l’azienda svedese fondata da Daniel Ek.

«Avevamo già da tempo il pensiero che la digitalizzazione e la globalizzazione fossero grandi motori per un ambiente di lavoro più flessibile, vantaggioso sia per l’azienda che per le nostre persone» si legge sul blog di Spotify. «Gli eventi dell’ultimo anno hanno accelerato questo cambiamento».

La produttività non si misura con le ore trascorse in ufficio

L’assunto  base è che «l’efficacia non può essere misurata con il numero di ore trascorse in ufficio, anzi, dare alle persone la libertà di scegliere dove lavorare incrementa la produttività». In più, secondo l’azienda dello streaming musicale, la flessibilità garantirà un maggior equilibrio tra vita e lavoro. E permetterà di assumere nuovi talenti ovunque si trovino, senza barriere geografiche («con alcune limitazioni dovute a fuso orario o leggi locali»).

Il modello Work From Anywhere

Il modello Work From Anywhere consentirà ai dipendenti di Spotify di operare da qualsiasi posto. I lavoratori potranno scegliere se lavorare a tempo pieno da casa o in ufficio o se combinare le due modalità. «È una decisione che ogni dipendente prenderà insieme al suo manager». Si aprono nuove possibilità anche per chi vive lontano dalle sedi di Spotify. L’azienda supporterà chi lavora a distanza ma preferisce recarsi comunque in un ufficio «con un abbonamento a uno spazio di coworking».

Come hanno annunciato di recente da Salesforce, anche Spotify ripenserà i suoi spazi, «per maggiore sostenibilità, flessibilità e benessere». L’obiettivo finale è garantire che tutti i dipendenti «abbiano un luogo in cui concentrarsi, collaborare e creare, che sia alla scrivania, in una sala conferenze o negli spazi dei bar».

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