Juve e gli NFT falsi

Di
Melania Guarda Ceccoli
21 Dicembre 2022

La Juventus ha fatto causa a Blockeras accusandola di aver violato i marchi registrati del club in relazione ai NFT Blockeras.

 

La Juventus FC ha vinto la sentenza nel caso di contraffazione del marchio promosso contro il produttore di token non fungibili (“NFT”) Blockeras s.r.l.

Il caso è una sentenza significativa in relazione ai diritti sui marchi e alle NFT. È la prima sentenza nota di un tribunale europeo a determinare che gli NFT che riproducono i marchi di terzi senza l’autorizzazione del titolare dei diritti, costituiscono una violazione del marchio e possono giustificare un’ingiunzione. Il Tribunale di Roma, quindi, ha stabilito che il conio, la pubblicità e la vendita non autorizzata di NFT possono ledere i diritti del marchio del relativo titolare.

 

Cos’è successo

La Juventus FC ha chiesto un’ingiunzione preliminare al tribunale per impedire a Blockeras di vendere NFT che utilizzavano i marchi della Juventus. I marchi includevano “Juventus” e “Juve”, e il design della famosa maglia bianconera del club di calcio.

La Juventus ha intentato così causa contro Blockeras accusandola di aver violato i marchi registrati del club in relazione ai NFT Blockeras che erano stati legati alle figurine raffiguranti l’ex attaccante della Juventus Christian “Bobo” Vieri.

 

Blockeras

Blockeras è un’azienda italiana, fondata nel 2018, specializzata nella tecnologia blockchain. Nel 2021 Blockeras ha prodotto, coniato e venduto 68 NFT raffiguranti Christian Vieri. Per produrre gli NFT, Blockeras ha ottenuto il consenso di Vieri e ha stipulato con lui un accordo commerciale, ma non con Juventus. Questi NFT raffiguravano in primo piano la maglia bianconera della Juventus e facevano riferimento al nome della squadra. Ecco, quindi, che la Juventus ha presentato una richiesta di ingiunzione preliminare contro Blockeras per terminare la produzione, la commercializzazione e la vendita degli NFT di Vieri.

 

Cos’ha deciso il Tribunale di Roma

Juventus è un marchio conosciuto e celebre in tutto il mondo ed è coinvolto in diverse attività di merchandising che vengono vendute offline e online in Italia e in Europa. Il tribunale ha ritenuto quindi che l’uso da parte di Blockeras dei marchi Juventus negli NFT con Vieri possa indurre i consumatori a confondere l’origine commerciale degli NFT e ad associarli erroneamente a Juventus FC.

Secondo Blockeras però, i marchi in questione non erano stati registrati per essere utilizzati su “beni virtuali scaricabili”. La Corte ha rigettato questa argomentazione perché i marchi del club sono ampiamente riconosciuti.

Il tribunale ha poi evidenziato che la Juventus ha un accordo con la piattaforma globale di fantacalcio Sorare3 e ha quindi già dimostrato di essere attiva nel campo di: “giochi online basati su tecnologie blockchain e sull’utilizzo di criptovalute e/o NFT”.

Il tribunale ha inoltre rilevato che l’ampia attività di merchandising della Juventus si estendeva alla presenza del club sui principali social network, il che dimostrava che la Juventus utilizzava i propri marchi nel mondo digitale.

 

Implicazioni della sentenza

Mentre l’Unione europea ha varato alcune nuove norme per regolare il fenomeno crypto e nft, con il Market in Crypto-assets Regulation (Mica), e il Digital services act, alcuni brand stanno correndo a registrare i propri marchi per proteggerli dal digitale. La sentenza del Tribunale di Roma evidenzia però che questo approccio non è del tutto necessario. Spesso i brand potranno fare affidamento sulle registrazioni dei marchi che stanno già ampiamente utilizzando nello spazio non digitale per proteggere il proprio marchio dalla violazione degli NFT.

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