A Lisbona un referendum propone di eliminare i bnb, illudendosi di risolvere il problema casa

Di
Matteo Cerri
9 Novembre 2024

I residenti di Lisbona chiedono di votare per vietare l’affitto di proprietà residenziali ai turisti – The Guardian

«Niente affitti brevi ai turisti»: Lisbona chiede un referendum – il Sole 24 Ore

Questi sono solo due dei ‘titoloni’ che le testate internazionali hanno dedicato ad una notizia che, a dire il vero, gira da diversi mesi. In una città di circa 600mila abitanti, Lisbona, in Portogallo, circa 6000 cittadini (di cui 4400 ex residenti) hanno chiesto un referendum per rendere illegale affittare proprietà residenziali ai turisti.

Siamo andati a guardare i veri numeri e le ragioni di questa battaglia, principalmente ideologica, per capire cosa sta succedendo e se, davvero, i responsabili sarebbero i proprietari e le piattaforme di affitto a breve, piuttosto che alcune scelte politiche del recente passato.

Uno scenario che non riguarda solo Lisbona, ma gran parte dei centri storici del Vecchio Continente. Centri che iniziavano a spopolarsi da decenni, ma di cui sembrerebbe che l’unico colpevole sia chi è arrivato dopo con le piattaforme come Airbnb. Le risposte, finora, sono state rigidamente restrittive, ma il c.d. ‘overtourism’ non si è certo fermato. E a beneficiarne sono i grandi gruppi alberghieri e un po’ meno i piccoli proprietari.

 

Un problema che viene da lontano

Il Portogallo, da oltre un decennio, ha cercato di arginare il progressivo spopolamento e fuga di giovani all’estero con politiche fiscali e di attrazione turistica decisamente aggressive. Politiche che hanno funzionato, talvolta fin troppo. A beneficiarne sono state le casse dello Stato, gli albergatori e il mercato immobiliare (di grandi e piccoli). In questi casi, per semplici leggi del mercato, i prezzi delle case (acquisto e affitto) salgono. In questo caso, tanto.

Prima ancora di rendersi conto che la ragione era principalmente da trovare nelle politiche governative, sin dal 2018, la città di Lisbona aveva già iniziato a vietare nuove licenze per affitti a breve termine in alcuni quartieri storici. Il primo effetto fu un calo del valore di quelle aree, non certo il ritorno dei residenti. I prezzi sono poi tornati a salire.

 

Ulteriore svolta nel 2023

Con le restrizioni delle politiche fiscali del precedente governo di centrosinistra, sorprendentemente, il primo effetto è stato quello opposto, ovvero l’esplosione dei valori degli immobili, principalmente quelli centrali e di pregio.

Lisbona secondo un0 studio della società di consulenza Savills, ha visto il più alto aumento degli affitti tra 30 città analizzate nel primo semestre del 2024, con un incremento del 13,9%, e un picco del 32,7% a giugno. La crescita degli affitti a Lisbona è stata più che doppia rispetto a città come Dubai (+5,4%) e Kuala Lumpur (+4,3%) nello stesso periodo.

Secondo Savills, i mercati degli affitti di Lisbona ha mostrato una crescita significativa dei prezzi negli ultimi 18 mesi, con un aumento complessivo superiore al 40%. Questa impennata è attribuita a una domanda crescente di inquilini internazionali, che ha ulteriormente spinto il mercato immobiliare premium. La tendenza si riflette principalmente in immobili di pregio situati nel centro storico della città, simili per caratteristiche e collocazione agli edifici centrali delle città d’arte italiane, come Roma e Firenze. Molti di questi immobili, precedentemente in fase di abbandono, sono stati riqualificati e destinati all’affitto a breve termine o alla vendita a compratori stranieri, escludendo di fatto giovani famiglie e residenti locali – clientela che in realtà non aveva mai attratto.

Il Financial Times ha evidenziato un’altra dinamica significativa che ha contribuito alla crescita dei prezzi: l’introduzione di imminenti politiche di controllo degli affitti, che hanno spinto i proprietari a incrementare i canoni in anticipo per anticipare eventuali restrizioni. In particolare, il limite imposto del 2% all’aggiornamento degli affitti ha portato molti locatori a reagire preventivamente con aumenti per difendersi da ulteriori limitazioni governative. Tale misura è stata introdotta a gennaio 2024 e si applica solo agli aggiornamenti degli affitti, ma l’impatto più marcato è atteso con l’approvazione della legge “More Housing”.

Il valore degli affitti, sarebbe quindi esploso proprio per anticipare le conseguenze restrittive imposte a partire da quest’anno.

 

La petizione per un referendum contro gli affitti a breve

In questo contesto, è emerso un movimento locale che ha raccolto circa 6.600 firme per richiedere un referendum sulla limitazione degli affitti a breve termine. L’iniziativa, supportata da circa 4.400 ex residenti, punta a una regolamentazione che vieti gli affitti turistici nei condomini residenziali, lasciandoli consentiti solo in strutture registrate per usi commerciali (ovvero alberghi). Il referendum, se approvato dal Consiglio municipale, potrebbe portare all’eliminazione di circa 20.000 immobili, principalmente di piccoli proprietari, dal mercato turistico e degli affitti a breve.

La richiesta dell’1% della popolazione, abilmente gestita a livello mediatico, metterebbe fine all’attività redditizia di migliaia di concittadini, e il turismo dovrebbe riversarsi sul settore alberghiero, non necessariamente per il beneficio di cittadini, casse della città ed esperienza dei turisti.

I dati confermano come l’aumento dei prezzi sia legato principalmente a fattori politici e alla pressione del mercato immobiliare internazionale. La narrazione diffusa, secondo cui la crisi abitativa sia imputabile esclusivamente agli affitti brevi, è limitante e non tiene conto delle politiche restrittive in vigore, che rischiano di peggiorare la situazione degli affitti per chi vive a Lisbona.

 

L’esperienza sembra terribilmente simile a quella di tante città italiane. 

La nostra posizione è sempre quella di cercare di capire i pregi e i difetti di certe scelte, il giusto diritto dell’iniziativa privata entro le regole, riconoscere da dove sorgono i problemi e riconoscere quando politici e media siano imbarcati in una caccia alle streghe… e chi sarebbero le streghe.

 

 

 

 

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