Case arredate e connesse in città vivibili, spazi di coworking, la scuola per i figli: questo è quello che il mercato dei nomadi digitali con famiglia chiede, Boundless Life ne è la risposta.
Sono partiti da Sintra, in Portogallo, nel 2022. Poi hanno replicato a Syros, in Grecia. Nel gennaio 2023 “apriranno” anche in Italia, in Toscana, a Pistoia. Si tratta di un’iniziativa immobiliare originale, pensata per coinvolgere nomadi digitali e smartworker di tutto il mondo. Ma non solo single. L’idea di Boundless Life è semplice quanto innovativa: offrire alle persone luoghi molto belli dove lavorare, con connessione e comodità, potendo portare con sé la famiglia e trovando per i propri bambini fino ai 12 anni una valida esperienza di studio e di crescita. Tutta la famiglia “nomade” può evolvere, in un ambiente dove è facile condividere, socializzare, interagendo tra smartworker e nuclei familiari ma anche con le comunità locali. Boundless fornisce case arredate, molti servizi, spazio di coworking e centro didattico, tutto a distanze minime per ridurre stress e pendolarismo, stimolare legami interpersonali ed economia locale.
Il progetto
Boundless Hospitality Corp. è nata grazie a un round di finanziamento iniziale di 2,1 milioni di dollari, da oltre 25 investitori, tra cui società di venture capital e angel, provenienti da Asia, Europa e America. Un nuovo round di investimento è in corso per lo sviluppo di nuovi centri. L’azienda prevede entrate per il prossimo anno di circa 8,6 milioni di dollari e l’apertura di 7 sedi entro il 2023, di cui due in Italia. Tra i quattro fondatori, Mauro Repacci, imprenditore e angel investor, con una lunga esperienza nei settori immobiliare e turismo. Ha vissuto in prima persona l’esperienza di nomadismo in vari Paesi. In Canada ha cofondato Navut (impresa e tool che aiutano online a traslocare nel quartiere ideale). Nel 2016, dopo l’entrata in Techstars, ha lanciato NestReady, sempre in campo immobiliare, per l’acquisto di case end-to-end, offerto da istituti di credito ipotecario in tutto il Nord America. La tecnologia, per lui, è un mezzo per trasformare la vita delle persone e unire gli esseri umani.
Perché Pistoia
«Quando il seme dell’idea di Boundless Life ha messo radici nella mia mente, avevo un’immagine molto chiara. L’ho resa reale in Toscana, una terra che da tempo immaginavo avrebbe ospitato sia la mia famiglia sia le tante famiglie che sognavo si unissero a noi» racconta Repacci. La Toscana ha le caratteristiche ideali: paesaggio, gastronomia, storia, arte, architettura. «Pistoia è la nostra “casa-base” al centro di tutto. Sede di eventi come la Giostra degli Orsi e il festival Pistoia Blues, ma anche ben collegata via treno. Un punto di partenza per esplorare tutto ciò che la regione ha da offrire tutto l’anno». I feedback dalle famiglie dalle comunità portoghesi e greche sono positivi. L’accoglienza proverbiale italiana fa ben sperare. Poi c’è il punto di forza: il progetto educativo.
La sfida: l’istruzione per i figli
Il modello di business di Boundless Life si basa su un’offerta molto attraente per i nomadi digitali: la creazione di radici per sé e i familiari, anche se momentanee. I soggiorni possono durare da tre a nove mesi, oppure coincidere con le vacanze, per sei settimane. E nulla vieta agli smartworker di spostarsi da una comunità all’altra della rete che sta nascendo. «Boundless Life è nato da una lacuna del mercato. Ci sono prodotti e opportunità per nomadi digitali “giovani, liberi e single”, soprattutto alloggi e spazi di coworking» spiega Repacci. «Ma nessuno sinora ha supportato i genitori che lavorano a distanza nella sfida che devono affrontare: fornire ai figli un’istruzione di qualità, che rimanga coerente mentre viaggiano. Un ostacolo ai progetti di lavoro a distanza che noi abbiamo abbattuto, come un bulldozer».
Il programma Boundless Education offre la possibilità di crescere a ogni membro della famiglia. «Non è una soluzione per l’assistenza all’infanzia. Stiamo investendo nella prossima generazione. Vogliamo che i giovani prosperino in un futuro incerto, dotati delle conoscenze, abilità, consapevolezza ed empatia che consentiranno loro di raggiungere qualsiasi obiettivo e realizzare veramente il loro potenziale personale e professionale».
I programmi didattici sono messi a punto e seguiti da un team dedicato. I centri hanno design, arredi e organizzazione (metodo Montessori), che creano senso di continuità, familiarità e accoglienza. L’apprendimento porta i piccoli a interagire e conoscere la natura e il territorio, in un progetto che si basa sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. «I bambini passano da una sede all’altra, con facilità. I nostri educatori spesso ruotano tra i luoghi. Ritrovare visi amici anche in una vivace piazza italiana, prendersi insieme un gelato è una gioia. Per i bambini e per gli adulti».
