Per chi ama muoversi in bici ecco i servizi più innovativi di riparazione, ricondizionamento, acquisto, noleggio, abbonamento. Idee che migliorano la vita dei ciclisti e business da imitare.
Le bici si vendono sempre alla grande, anche se il nuovo vede una leggera flessione. Dopo il record del 2020, in cui le vendite hanno superato i 2 milioni di pezzi, in Italia, negli ultimi due anni si osserva un calo fisiologico, dovuto al rallentamento nelle consegne dall’estero e al generale aumento dei prezzi. Queste condizioni di mercato però sono ideali per stimolare iniziative imprenditoriali che valorizzino il parco bici esistente e lo facciano girare per accontentare le richieste della clientela: vecchie bici rispolverate, certo, ma anche supertecniche, e-bike seminuove, che diventano attraenti per prezzo e disponibilità.
Usato ricondizionato e garantito, tutto in digitale
«La maggior parte dei nostri amici ciclisti, che hanno fatto acquisti online di bici usate, ha avuto problemi: truffe, mezzi difettati… E le bici al carbonio e le e-bike costano anche migliaia di euro! Perché non avviare un portale web dove chi compra una bici possa essere sicuro di avere un usato ricondizionato e garantito?», racconta Ismael Labrador. Lui e Alejandro Pons si conoscono nel 2014 a Valencia, in un incubatore d’impresa, Demium, dove collaboravano con altre startup. La loro la fondano nel 2015. «L’abbiamo chiamata Tuvalum, da Tuvalu, il nome di un’isola della Polinesia minacciata dai cambiamenti climatici. Quello che facciamo, rimettere a nuovo l’usato, ha un impatto ambientale positivo: evita di immettere nell’atmosfera 3.500 tonnellate di CO2 e abbatte la produzione di rifiuti».
Oltre a quest’obiettivo, i fondatori di Tuvalum vogliono cambiare l’industria della bici, introducendo una nuova categoria di prodotto: la bicicletta ricondizionata, che si acquista a un prezzo inferiore dal 30 al 70% rispetto alla nuova. Altro punto di forza del business: tutto il processo di vendita e di acquisto è digitalizzato e in sicurezza. Con pochi click il cliente compra, poi riceve entro 5 giorni il mezzo a domicilio. Il portale si occupa di ogni aspetto: acquista le bici usate, da privati, noleggi e negozi che cambiano il parco mezzi, le ripara e ricondiziona, per rivenderle con certificazioni che l’Ue richiede per il nuovo, con 12 mesi di garanzia e 18 mesi per restituirle con garanzia di riacquisto.
Grazie a un accordo con Soisy, società fintech del Gruppo Mediobanca, i clienti di Tuvalum hanno l’opportunità di finanziamenti fino a 24 mensilità. «Possono fare acquisti ricorrenti. I ciclisti spesso amano gli upgrade dei loro mezzi. Se comprano da noi, possono restituirne uno e prenderne un altro migliore, risparmiando. In Spagna, Portogallo e anche in Italia», spiega Ismael. Al momento, acquistano l’usato solo nel mercato iberico. La sede fisica è a Valencia, dove hanno realizzato il centro logistico e di riparazione. «L’obiettivo è espanderci in Italia, Francia e Germania, organizzando strutture locali». Per sostenere i primi investimenti (1,5 milioni di euro) è stato fatto un crowdfunding e sono stati coinvolti business angel e venture capital. Poi, nel 2022, in un altro round con Atos Capital e altri business angel, Demium ha raccolto oltre 3 milioni di euro. «Il mercato “seconda mano” delle bici, tra servizio a 360°, invio e logistica, funziona bene negli Usa: noi lo creiamo in Europa».
Ritiro, riparazione e riconsegna a domicilio
Il dottore delle bici parte da Roma. Aveva un bar in Via del Gesù e la passione per le due ruote. In sella alla sua bici elettrica pieghevole, dribbla il traffico della Capitale. In caso di guasti, se la cava riparando da solo il mezzo. Gli amici, meno abili con chiavi inglesi e camere d’aria, lo chiamavano sempre per un aiuto: «Dotto’, so rimasto a piedi, vieni?». Così Danilo De Cesare ha avuto l’idea: creare un servizio di riparazione, con un centro assistenza e cargo bike che vanno a soccorrere il ciclista in difficoltà, effettuando le riparazioni sul posto. Oppure prelevando la bici (o monopattino) con un furgone, per ripararla sul furgone stesso o nella bici officina. «Il bar l’ho chiuso nel 2016 e ho aperto DoctorBike, la sfera magica a protezione del ciclista urbano», racconta il fondatore.
Organizza spazi di lavoro, parco furgoni e cargo bike, un team di 8 ciclomeccanici fissi e altri freelance. La crescita avviene in epoca di Covid, con una gran paura di affrontare i primi investimenti, circa 100 mila euro. «Puntiamo su 3 R: ritiro, riparazione e riconsegna. Servizi molto graditi, a prezzi giusti e chiari. Il progetto pilota l’abbiamo validato a Roma, con un’incubazione in Peekaboo (incubatore della Capitale, ndr) per sviluppare il modello di business e le metriche su cui lavorare». Quest’anno l’azienda si evolverà in startup innovativa: ha elaborato un’applicazione iOS e Android, che permette di programmare gli interventi a livello centrale e digitale, in tempi accettabili.
«Interveniamo anche in altri territori. Siamo già a Milano, Torino e Rimini. Cerchiamo officine attive nelle città metropolitane, ragazzi con partita Iva o aspiranti imprenditori, che lavorino come noi e offrano una garanzia di 30 giorni sul lavoro eseguito. Li vogliamo affiliare con un contratto. La fee mensile sarà di 300 euro, con accesso all’uso del gestionale completo e alla piattaforma, ma fino a giugno 2023 è gratuita. La creazione del franchising richiede soci finanziatori, che cercheremo nei prossimi mesi con un crowdfunding». L’idea è mettere una “clinica mobile” in ogni città, con un furgone allestito per le riparazioni. Investimento base: circa 20 mila euro.
Poi si possono creare anche officina (15 mila euro) e negozio. I clienti di DoctorBike non sono solo privati: c’è la fetta interessante delle aziende che fanno leva sulla mobilità dolce, per spingere i dipendenti a uno stile di vita più sano e contribuire ad abbattere l’impatto ambientale dei pendolari. Per coordinare e sviluppare strategie comuni, compresa l’interazione con la cittadinanza, enti e operatori locali, è nata anche l’associazione CIAB, il Club delle Imprese Amiche della Bicicletta (135 soci). Le aziende bike friendly creano flotte bici alternative alle auto e strutture per i ciclisti: spogliatoi, punti ricarica per le e-bike, parcheggi e miniofficine.
Danno poi benefit ai dipendenti che pedalano, come coperture assicurative e servizi di pronto intervento. Per questi si appoggiano anche ad aziende esterne, come DoctorBike, che interviene sulla flotta esistente o può anche fornire parco bici, rastrelliera, kit attrezzi, occupandosi poi della manutenzione. Per diffondere la cultura delle due ruote, DoctorBike insegna ai bambini nelle scuole l’abc della manutenzione. E raccoglie via App le segnalazioni dei cittadini sui problemi relativi alle piste ciclabili, trasferendole al Comune.
Il bicinoleggio a lungo termine
Dal 2020 è sbarcata a Milano anche Swapfiets, una startup che offre un servizio innovativo di micromobilità di straordinario successo in Olanda ma per ora difficile da affermare sul mercato italiano: il noleggio mensile a canone fisso di una bici con ruota blu, super riconoscibile e quindi meno rubabile, in vari modelli, da muscolare a elettrica. Non serve acquistarla: te la consegnano a casa o la ritiri in negozio, la usi quanto vuoi, con la garanzia di intervento in 48 ore e sostituzione del mezzo in caso di guasto. Sulla diffusione del business in altre città italiane l’azienda per ora non fa previsioni.
Articolo pubblicato su Millionaire maggio 2023.
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Di
Redazione Millionaire.it
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