Da sempre l’umanità ha inseguito la ricerca dell’immortalità. Finora, non si è ancora raggiunto tale obiettivo, ma una serie di nuove tecnologie già sperimentate, associate a uno stile di vita appropriato, ha dimostrato di favorire il ringiovanimento dei nostri organi interni, contribuendo all’estensione della vita.
Questo fenomeno è guidato dal florido settore del business della longevità.
Criogenesi, avatar virtuali, trasfusioni, diete ferree, integratori, fitness estremo. Eterna giovinezza e immortalità: sogni proibiti? Di certo, alimentano un florido business. Entro il 2050 gli over 60 saranno oltre due miliardi. È un pubblico numeroso e ricco. Il Paese più “longevo” è il Giappone (età media: 84 anni), al pari con altre Nazioni segue l’Italia con 83 (fonte Oms). Stiamo passando da una “società dell’invecchiamento” a una “della longevità”. Se la silver economy (prodotti e servizi per la terza età) è in pieno boom, la longevity economy lo è ancora di più, perché interessa tutti: a non invecchiare si comincia fin da giovani.
I numeri: 50 mila aziende in 20 settori e più di 10 mila investitori, secondo i dati dell’Aging Analytics Agency. Un ambito in cui l’informazione e i soldi aiutano. A sostenere chi vuole fare business nel settore c’è il Longevitytech.fund. Nel suo portfolio ha, tra le altre, società come Mitrix Bio (trasfusioni mitocondriali per combattere l’invecchiamento), Novos (un integratore con 12 ingredienti sinergici, frutto degli studi di prestigiose università) e Cosmica Biosciences (partendo dall’accelerazione dell’invecchiamento in orbita, sta studiando come invertire il processo e potenziare l’effetto dei farmaci).
C’è poi l’azienda svizzera Maximon, che ha creato un fondo da oltre 100 milioni di euro per investire in startup impegnate su questo fronte. E ha anche organizzato un evento esclusivo dedicato a operatori e investitori del settore: la Longevity Investors Conference. A Gstaad, ricca cittadina svizzera, a fine settembre si sono riuniti 150 partecipanti che, oltre a pagare un biglietto d’ingresso sui 5.000 euro, hanno tutti patrimoni milionari da investire nella causa. Tra i presenti a Gstaad anche Aubrey de Grey, inglese, 60 anni, biogerontologo. La sua teoria è semplice: anziché contrastare i danni del metabolismo, bisogna aggirarlo, riparare i danni con “tagliandi” mirati e costanti, prima che diventino patologie. E l’uomo può vivere anche mille anni, a patto che i progressi della medicina corrano più veloci del suo invecchiamento.
Dall’uomo “esperimento” alle Blue Zones
A Gstaad era presente solo via Zoom, ma è riuscito lo stesso a condividere la sua filosofia. Lui è Bryan Johnson, 46 anni, imprenditore tecnologico. Nel 2013 ha venduto la sua azienda a PayPal, per 800 milioni di dollari. Oggi ne investe due all’anno per un programma, Blueprint, destinato a invertire il suo orologio biologico. Sveglia alle 4 e 30, 100 pillole al giorno, due pasti su tre rigorosamente green, 30 medici che lo sottopongono a continue analisi e misurazioni, rigido programma di fitness, niente alcol né uscite serali.
I medici sostengono che Bryan abbia i parametri vitali di un uomo di 7-8 anni più giovane, ma questo non ferma certo il suo l’invecchiamento. Johnson è l’emblema di un sogno che il cinema ci ha raccontato in film come Il curioso caso di Benjamin Button (con Brad Pitt).
Anche nella serie Netflix Blue Zones si sta indagando sui segreti della longevità degli abitanti di alcune zone nel mondo, come Giappone e Sardegna. La loro ricetta? Movimento, niente stress, alimentazione sana. E la nutrizione rientra anche fra le tre leve per allungare la vita, insieme a genetica e medicina/farmaci. Ma l’uomo di oggi ha bisogno di strumenti più efficaci, immediati e sicuri. Magari in un futuro gli scienziati riusciranno a scoprire i segreti della medusa Turritopsis dohrnii, l’unico animale in grado di ringiovanire.
Rigenerazione cellulare, ibernazione, plasma “giovane”
Calico Labs (dove Calico è acronimo di California Life Company) è stata fondata da Google nel 2013 per studiare, da diversi punti di vista, i meccanismi dell’invecchiamento e porvi rimedio. Jeff Bezos ha comprato Altos Labs, startup che grazie a tecniche di “rigenerazione cellulare” promette di allungare la vita di 50 anni. E punta anche su Unity Biotechnology, che produce farmaci che funzionano come spazzini delle cellule che invecchiano. Più modeste le pretese di Retro Biosciences: allungarla di 10. Ma la startup ha convinto l’amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, a finanziarla con 180 milioni di dollari. Non (si) risparmia Peter Thiel, fondatore di PayPal. Ha già dichiarato che, al momento del trapasso, chiederà che il suo corpo venga ibernato.
Tre le società che ibernano corpi, due negli Usa e una in Russia, per un totale di 400 ibernati nel mondo, con prezzi tra i 35 mila e i 200 mila dollari. In Italia, pur non essendo formalmente vietata, l’ibernazione non è praticabile. La società principale è la Alcor, in Arizona. «La criogenesi è la pratica di preservare la vita mettendo in pausa il processo di morte, grazie a temperature sotto lo zero, con l’intento di ripristinare una buona salute attraverso la tecnologia medica in futuro». Insomma, una strategia attendista, assai costosa, ma che lascia l’ultima speranza di una futura resurrezione, se e quando la scienza medica lo permetterà (spoiler: mai). Nell’attesa, Thiel sperimenta un altro must: la trasfusione di sangue giovane (o, meglio, di plasma: la componente del sangue priva di cellule).
Sembra che la pratica abbia dato buoni risultati sui topi, meno sugli umani. Negli Usa, per anni, ha furoreggiato Ambrosia, fondata da Jesse Karmazin, poi finita sotto la lente della Food and Drug Administration. Obbligato a chiudere, ha riaperto come Ivy Plasma. Oggi pare che il servizio di trasfusione sia disponibile anche a Londra per 8.000 dollari a seduta. Mentre altre startup stanno sperimentando l’uso di plasma “giovane” per curare malati di Alzheimer, per il momento senza grandi successi.
Assicura invece di aver ottenuto ottimi risultati grazie ai fattori ematici la startup americana Elevian. Molti dei suoi fondatori arrivano dal Dipartimento di biologia delle cellule staminali e rigenerative di Harvard. Punta infine sulla prevenzione Holifya, startup italiana, che ha appena ricevuto 500 mila euro per sviluppare test salivari casalinghi da cui capire a che malattie si è predisposti e controbatterle con alimentazione e stili di vita ad hoc.
Chi promette di ringiovanirvi
C’è chi punta su integratori a base più o meno naturale. Tantissime le startup che li commercializzano, dalla svizzera Amazentis all’italiana SoLongevity. Chi propone trattamenti di crioterapia, sfruttando le proprietà antinfiammatorie del freddo. Sedute da 3-5 minuti in un ambiente che si trova a una temperatura compresa tra -85° e -100° assicurano di dare sollievo agli atleti infortunati, così come agli acciacchi delle persone normali. Ma anche avere una funzione disintossicante e “ringiovanente”. In Italia, è presente l’azienda The Longevity Suite. Un’altra “panacea per tutti i mali” è la fotobiomodulazione Led o, più semplicemente, luce rossa. Alcuni studi sostengono che esponendo il corpo a lunghezze d’onda di luce rossa (quasi infrarossa) si abbiano mille vantaggi, di salute ed estetici. Infine, perché non pensare di recuperare la gioventù perduta facendosi chiudere in una bella camera iperbarica?
Secondo il professor Shai Efrati dell’Università di Tel Aviv, somministrando alle persone l’ossigenoterapia in una camera pressurizzata è possibile fare un balzo indietro nel tempo fino a 25 anni. Ovviamente queste procedure non sono accessibili a tutti e nonostante alcuni di noi ne possano usufruire, i risultati si vedranno nel tempo. Per ora, invece di sperare in soluzioni magiche, potremmo iniziare a correggere il nostro stile di vita e già questo avrebbe un grande impatto, che farebbe bene non soltanto alla salute, ma aiuterebbe anche a rallentare l’invecchiamento. Per quanto riguarda l’immortalità, ad oggi la cosa più vicina è una sorta di “gemello digitale” in cui possiamo già adesso “uplodare” informazioni, video, voice sample e creare, con l’aiuto dell’AI e il fenomeno deep fake, una copia, non ancora al 100% perfetta, di noi stessi o dei nostri cari.
Articolo pubblicato su Millionaire di novembre 2023.