Cosa si aspettano gli italiani per il futuro dei loro figli

Di
Redazione Millionaire
8 Gennaio 2023

Secondo un sondaggio condotto da Legacoop e Ipsos, solo il 35% degli italiani si aspetta un futuro migliore

 

La percezione degli italiani sulla propria posizione sociale risulta essere decisamente pessimista. Secondo un sondaggio elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, il 66% degli italiani si percepisce collocato nella parte inferiore della piramide sociale e meno di 4 italiani su 10 si aspettano, per i figli, una posizione sociale futura migliore. Una fotografia poco rassicurante di un Paese segnato da fratture sociali rilevanti.

Tra i paragoni emersi dalla ricerca, si notano in primo piano quelli tra ricchi e poveri. Una chiara dimostrazione di come l’Italia tenda più a confrontarsi con chi riesce a trovare un riscatto piuttosto che impegnarsi per trovare il proprio. Questa tendenza però, nel tempo, rischia di diventare deleteria, in quanto ripartisce un senso di pessimismo comune che non incentiva la popolazione a credere in un futuro migliore. Vediamo nel dettaglio cosa emerge dalla ricerca.

 

La percezione degli italiani e i rischi per il futuro

Riguardo alla collocazione nella “piramide sociale” in base al reddito e alle condizioni di vita, il 27% del campione consultato ritiene di appartenere al ceto medio e solo il 6% alla ‘upper class’; di contro, ben il 66% degli interpellati ritiene di appartenere alla parte inferiore della scala sociale. A rendere ancora più preoccupante lo scenario è proprio il dato che mostra che tra i cittadini italiani, sono più quelli che ritengono di essere in una situazione di declino piuttosto che di miglioramento. Solo il 5% degli intervistati, infatti, ritiene che la propria posizione sia migliorata negli ultimi anni.

Dalla stessa ricerca emerge poi che solo il 35% degli italiani pensa che i figli potranno raggiungere una posizione sociale più alta rispetto a quella in cui si trovano, mentre il restante 53% pensa che i figli potranno al massimo mantenere la posizione sociale in cui già si trovano. Ma cosa può accadere a un paese che non crede a un futuro migliore? Per l’economia, questo rappresenta un’enorme pericolo in quanto una visione pessimistica di questo tipo non porta a un cambiamento, piuttosto al declino. E’ così che una generazione che punta ad essere più indipendente, potrebbe essere scalfita, da una prospettiva di futuro apparentemente inesistente.

“Il ceto medio si percepisce ‘in declino’, il paese è spaventato. E la fiducia nel futuro è il nostro primo e unico ingrediente per lo sviluppo” sottolinea Mauro Lusetti, presidente di Legacoop. Secondo gli italiani, l’Italia è arrivata ormai a un punto di non ritorno e tra i cittadini dilaga l’idea che questo sia un Paese in grado ormai di dare poco alle nuove generazioni. Ma quali sono i motivi che scaturiscono questo decadentismo sociale? Secondo il sondaggio di Ipsos e Legacoop, troviamo ai primi posti gli stipendi bassi (55%) e la precarizzazione del lavoro (49%), seguiti da tasse eccessive (42%) e corruzione (42%). Tutti problemi attuali, che richiedono però un impegno anche da parte della cittadinanza per essere risolti. Per ottenere una migliore prospettiva è necessario combattere e non essere combattuti.

 

Gli elementi per la scalata sociale

La ricerca naturalmente non è stata fatta solo a scopo informativo, ma con l’obiettivo di intercettare il problema più sentito dalla popolazione in modo da proporre possibili soluzioni sulla base dei dati rilevati. Per questo, alla fine è stato chiesto ai partecipanti di definire, secondo loro, quali fossero gli elementi che potrebbero consentire il riscatto sociale e quali al contrario potrebbero affossarlo. Riguardo ai primi, il 48% ha indicato la capacità di fare sacrifici; il 45% la capacità di risparmiare; il 37% il lavorare tanto; il 34% l’aver studiato; il 33% il sostegno della famiglia di origine. Rispetto invece agli elementi che affosserebbero la scalata sociale, al primo posto troviamo le tasse (42%), seguite dalla furbizia e disonestà degli altri (35%), la precarietà e la paura di rischiare (entrambe al 26%), la sfortuna (il 20%) e infine l’accontentarsi del poco che basta (19%). E’ evidente, quindi, che gli elementi per raggiungere una migliore posizione sociale ci sono, ciò che però rende difficile la loro attuazione è l’incapacità di credere in un futuro migliore.

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