Gli expat scelgono l’Italia per il lifestyle, ma non per lavorare

Di
Melania Guarda Ceccoli
4 Dicembre 2022

I problemi principali che riscontrano i professionisti che vengono a lavorare nel Bel Paese sono la burocrazia e la mancanza di prospettive di carriera.

 

Valencia, Dubai, Mexico City. Sono queste le città sul podio tra le 50 preferite dagli expat secondo l’Expat City Ranking, il sondaggio annuale ideato da Expat Insider di InterNations, la più grande comunità di lavoratori all’estero (4,5 milioni di membri in 420 città in tutto il mondo) con 11.970 intervistati nel corso del sondaggio 2022.

E l’Italia? Solo al 41esimo posto con Roma, seguita da Milano al 44. I problemi principali che riscontrano i professionisti che vengono a lavorare nel Bel Paese sono la burocrazia e la mancanza di prospettive di carriera. Ma non solo.

 

Roma

Roma si classifica al 41° posto su 50 città nell’Expat City Ranking 2022 e si piazza tra le ultime 10 nel Working Abroad Index (45°).

Ma che cosa non va della capitale? Sicuramente la sottocategoria Prospettive di carriera (46°). Gli espatriati non sono contenti del mercato del lavoro locale (38% scontenti contro il 27% a livello globale) e il 24% ritiene che trasferirsi lì non abbia migliorato le proprie prospettive di carriera (rispetto al 18% a livello globale). Anche per quanto riguarda Cultura del lavoro e soddisfazione (43a) e Stipendio e sicurezza del lavoro (45a) le cose non vanno meglio. Più di un terzo (34%) è preoccupato per lo stato dell’economia (contro il 17% a livello globale): «Il problema più grande dell’Italia è l’economia» condivide un espatriato iraniano.

 

La città non se la cava molto meglio nell’Expat Essentials Index (43°). Infatti, è all’ultimo posto a livello mondiale nella sottocategoria Admin Topics (50th). Gli espatriati ritengono che sia difficile ottenere un visto per trasferirsi (35% scontenti contro 24% a livello globale), aprire un conto bancario locale (46% contro 21% a livello globale) e trattare con la burocrazia locale e le autorità ( 73% contro 39% a livello globale). Ciò potrebbe essere in parte dovuto alla mancanza di servizi amministrativi e governativi online (50% valutazioni negative contro 21% a livello globale), con Roma all’ultimo posto a livello mondiale (50°) per questo fattore.

 

Roma finisce anche tra le ultime 10 nell’indice della qualità della vita (41esima). Andare in giro è un grosso problema per gli espatriati. Sono scontenti della disponibilità dei trasporti pubblici (38% contro il 17% a livello globale) e dell’infrastruttura per le auto (36% contro il 13% a livello globale). Sono inoltre insoddisfatti sia della qualità (43°) che della disponibilità (48°) dell’assistenza sanitaria e il 28% riferisce che è difficile accedere a tutti i tipi di servizi sanitari di cui hanno bisogno (rispetto al 17% a livello globale).

 

Ma c’è un lato positivo: la città ottiene buoni risultati nell’indice di facilità di insediamento (13°). Tre espatriati su quattro (75%) si sentono a casa a Roma (rispetto al 62% a livello globale) e il 69% ha una rete di supporto personale (rispetto al 59% a livello globale). Roma, infine, si posiziona a metà classifica nel Personal Finance Index (25°), grazie soprattutto alla soddisfazione per il costo della vita generale (56% felice contro 45% a livello globale). Tuttavia, il 42% ritiene che il proprio reddito familiare disponibile non sia sufficiente per condurre una vita agiata a Roma (rispetto al 28% a livello globale)

 

Milano

Milano si colloca al 44° posto nell’Expat City Ranking 2022, con una performance leggermente peggiore di Roma (41°). Come Roma, Milano va male nel Working Abroad Index (48esima). La sottocategoria Lavoro e tempo libero (47°) è un punto particolarmente basso per Milano: la città si colloca tra le ultime 5 sia per l’orario di lavoro (48°) che per l’equilibrio tra lavoro e vita privata (46°). Quasi un espatriato su tre (31%) lotta anche con la mancanza di opportunità di carriera personale (rispetto al 22% a livello globale) e il 29% ritiene di non essere pagato equamente per il proprio lavoro (rispetto al 20% a livello globale). “Trovare un lavoro è così difficile e gli stipendi sono così bassi”, condivide un espatriato iraniano. Ciò contribuisce alla bassa posizione di Milano tra gli ultimi 10 della sottocategoria Salary & Job Security (46°).

 

Milano ha alti e bassi da offrire nell’indice della qualità della vita (33°). Mentre oltre la metà degli intervistati (54%) non è soddisfatta della qualità dell’aria della città (rispetto al 19% a livello globale), circa tre su quattro (73%) apprezza il clima. E mentre l’infrastruttura per le auto (42°) lascia molto a desiderare, gli espatriati apprezzano le loro opportunità di viaggiare (10°). Il Personal Finance Index (45°) è però un altro punto basso per Milano. Circa un espatriato su tre non è soddisfatto della propria situazione finanziaria (33% vs. 21% a livello globale) e ritiene che il proprio reddito familiare disponibile non sia sufficiente per condurre una vita agiata a Milano (34% vs. 28% a livello globale). Quando si tratta dell’Expat Essentials Index (41°), la città non se la passa molto meglio. L’insoddisfazione per la sottocategoria Admin Topics sembra essere un problema generale in Italia, dato che Milano (48°) si unisce a Roma (50°) negli ultimi tre posti: quasi i due terzi (66%) hanno difficoltà a gestire la burocrazia locale, rispetto a 39% a livello globale.

Insomma, l’Italia piace, ma da turisti!

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