Il mercato dell’usato sta vivendo un’epoca d’oro in Italia: da pratica occasionale a trend maggioritario, sostenibile e di tendenza. Secondo l’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per Subito, nel 2023 il volume d’affari generato dalla compravendita di prodotti usati ha raggiunto la cifra record di 26 miliardi di euro, pari all’1,3% del PIL nazionale. Questo segna un aumento del 140% rispetto alla componente online solo negli ultimi 10 anni.
Un trend consolidato
L’indagine rivela che il 60% degli italiani è attivo nel mercato dell’usato, con circa 26 milioni di persone coinvolte solo nel 2023. Questo comportamento non è più visto come un’opzione di necessità, ma come una scelta consapevole e responsabile per il 61% di coloro che vi partecipano. Cresce anche la frequenza di queste transazioni, con il 76% degli acquirenti e il 71% dei venditori che effettuano operazioni almeno due volte l’anno.
Un impatto sostenibile ed economico
La pratica della compravendita di oggetti usati si colloca al terzo posto tra i comportamenti sostenibili in Italia, con il 60% della popolazione coinvolta. Questo dato è in crescita costante negli ultimi anni, dimostrando un’impronta positiva sulla coscienza ecologica dei consumatori. Il valore economico generato dalla seconda mano si traduce anche in un risparmio tangibile per il 59% degli intervistati, che stimano di aver risparmiato fino al 40% rispetto all’acquisto di prodotti nuovi.
L’influenza della generazione digitale
La crescente digitalizzazione dei consumi ha amplificato l’importanza del mercato online nel settore del second hand. Il 63% degli intervistati preferisce acquistare e vendere prodotti usati tramite piattaforme online, generando il 50% del valore economico totale del mercato. Questo evidenzia un cambiamento significativo nelle abitudini di acquisto, con il canale online che registra un aumento del 140% rispetto al 2014.
Impatto sociale ed ambientale
Oltre all’aspetto economico, l’Osservatorio ha anche evidenziato l’importanza dell’impatto sociale ed ambientale del second hand. Il 58% degli oggetti acquistati usati viene riutilizzato, regalato o donato, contribuendo a un ciclo virtuoso di riutilizzo e riduzione degli sprechi. Questo comportamento contrasta con il 42% di chi non pratica il second hand e tende a gettare gli oggetti ancora utilizzabili.
In definitiva, la ‘Second Hand Economy’ in Italia è diventato un pilastro della cultura del consumo sostenibile e della circolarità. Ciò che in passato poteva essere considerato un’alternativa economica è ora una scelta consapevole, trendy e rispettosa dell’ambiente. Con l’online che continua a guidare questo cambiamento, il futuro del mercato del secondo utilizzo sembra brillante, con un impatto positivo sia sull’economia che sull’ambiente.