La pizza napoletana come Dio comanda!

Di
Melania Guarda Ceccoli
2 Dicembre 2022

Da patrimonio Unesco al Regolamento di Esecuzione. Arrivano le regole per la vera pizza napoletana.

 

Era il 7 dicembre 2017 quando l’abilità del pizzaiolo napoletano veniva inserita nella lista Unesco del patrimonio mondiale immateriale dell’umanità. Un vero e proprio tesoro intoccabile della nostra gastronomia, una pratica culinaria che viene tramandata di generazione in generazione nell’ltalia meridionale e che porta così, con la sua unicità, la pizza a essere uno dei prodotti più venduti e consumati al mondo.

Già nel 2010, la commissione europea il 5 febbraio aveva varato un regola­mento che disciplina la produzione napoletana nel mondo, dichiarandola così STG, ossia specialità tradizionale garantita. Grazie al riconoscimento dell’Unesco ora quest’arte potrà essere insegnata solo a Napoli, seguendo norme specifiche per preparazione e cottura. In questo modo si prosegue con la tradizione culinaria napoletana.

Il nome “Pizza Napoletana” ora potrà essere utilizzato sulle confezioni o nei menù di ristoranti e pizzerie in Italia e nell’Unione Europea solo se saranno garantite alcune caratteristiche su preparazione e ingredienti:

  • le ore minime di lievitazione
  • la stesura a mano della pasta
  • le modalità di farcitura
  • la cottura esclusivamente in forno a legna ad una temperatura di 485°C
  • l’altezza del cornicione di 1-2 cm

Il tutto è inserito nella Gazzetta ufficiale del Regolamento di esecuzione (Ue) 2022/2313, che ha approvato la richiesta dell’Italia di garantire la protezione con riserva del nome per la “Pizza Napoletana” Stg.

 

Non solo il nome Pizza Napoletana

Nel provvedimento sono previste regole che riguardano anche l’utilizzo di materie prime di base come l’olio extravergine d’oliva, il basilico fresco, la “Mozzarella di Bufala Campana Dop” e la “Mozzarella tradizionale Stg”. Altri ingredienti necessari nella preparazione della “Pizza Napoletana” sono i pomodori pelati e/o pomodorini freschi. Il nuovo regolamento entrerà in vigore il 18 dicembre.

 

Qualche numero

Ogni giorno in Italia si sfornano circa 8 milioni di pizze con 200 milioni di kg di farina, 225 milioni di kg di mozzarella, 30 milioni di litri di olio di oliva e 260 milioni di kg di salsa di pomodoro.

 

Ora è la volta della baguette

Anche la Francia peró non é da meno. Sembra infatti che produca 16 milioni di baguette al giorno. Ma come la pizza, anche questo pane dalla crosta dorata e croccante, ha visto il declino della tradizione con i supermercati. Ora, grazie al riconoscimento Unesco, c’è qualcosa da celebrare. L’ente infatti ha annunciato di aver aggiunto “il know-how artigianale e la coltura del pane baguette“ alla sua lista di altre 600 articoli, unendola a prodotti come la tradizionale preparazione del té in Cina o la danza coreana “Talchum”.

La sua inclusione “celebra lo stile di vita francese”, ha riferito il capo dell’Unesco Audrey Asoulay aggiungendo: «La baguette è un rito quotidiano, un elemento strutturante del pasto, sinonimo di condivisione e convivialità. È importante che queste abilità e abitudini sociali continuino ad esistere in futuro».

 

E voi cosa preferite? Pizza o baguette?

 

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