Atrium Ljungberg, Stockholm Wood City, Svezia
©Atrium Ljungberg, Stockholm Wood City, Svezia

Legno, ritorno al futuro

Di
Paola Pierotti
16 Settembre 2023

The Laboratory of the Future, tema della 18° Biennale di Architettura di Venezia – aperta fino al prossimo 26 novembre – si tiene in un momento in cui qualsiasi futuro immaginato appare senza speranza. E, nel racconto della curatrice Lesley Lokko l’architettura gioca un ruolo complice nel degrado ambientale, nella disuguaglianza sociale e nello squilibrio energetico. Il legno, come materia per il design e l’architettura, incentivato anche dal New European Bauhaus, è sotto i riflettori, ma si apre la sfida della ricerca di equilibrio tra la foresta come risorsa e l’urgente necessità di preservare e ricostruire ecologie fragili; tra discussione a livello globale ed esempi concreti; tra ingegnerizzazione e creatività nei risultati.

Oggi, infatti, il legno si può curvare, modificare termicamente, sovrapporre a strati incrociati fino a renderlo resistente come una trave di acciaio. La Fondazione Symbola, in occasione del suo seminario estivo di Mantova, ha affrontato il tema interrogandosi sul “Legno, ritorno al futuro”: tra tradizione e innovazione, tra legame con il territorio e ricadute sui mestieri e sulle attività imprenditoriali; focus anche sullo stato di salute dell’intera filiera, dal forestale all’industriale, con l’alert sui gap del mercato nel nostro Paese. 

 

The Norwegian Wild Reindeer Centre Pavilion, Hjerkinn, Norvegia
The Norwegian Wild Reindeer Centre Pavilion, Hjerkinn, Norvegia – ©Diephotodesigner.de – ©Ketil Jacobsen

 

È Davide Matteo Pettenella dell’Università di Padova a stimare che su 4,6 milioni di mq di tronchi lavorati ci sia una decina di segherie con capacità di lavorazione intorno ai 30 mila mq, a cui si aggiunge qualche centinaio di piccole segherie: numeri assolutamente non competitivi con falegnamerie e carpenterie internazionali, con Austria e Nord Europa in testa.

Dall’edilizia al design, l’impegno del Made in Italy è ben descritto da Maria Porro, presidente del Salone del Mobile e di Assarredo che esplicita il potenziale di FederlegnoArredo, mettendo insieme una filiera che vale 56 miliardi, di cui il macro-sistema arredamento ne vale 29, ed esportando oltre il 50% della produzione. Filiera che è campione europeo di circolarità, come testimonia tra le altre aziende il gruppo mantovano Saviola: un’eccellenza nel riciclo per la produzione di nuove materie prime, e che da Eco-Ethical Company ha inventato il pannello ecologico. 

«In Italia il terreno è fertile. Le difficoltà? Tante sono Pmi, non sistematizzate. Ecco quindi che tra le nostre prime attività c’è una piattaforma, FLA plus, per offrire servizi e mettere in rete le esperienze virtuose». Tornando alla Biennale, White Arkitekter ha portato in mostra la storia di un loro recente progetto, realizzato in Svezia, a Skellefteå, esplorando il tema dell’innovazione tecnologica, le catene di approvvigionamento dei materiali e il loro impatto sulle foreste a partire dalle quali è stato costruito.

Oltre l’architettura, c’è il paesaggio dell’estrazione del legname, il tema della foresta industriale, fino all’uso dell’edificio nella sua quotidianità. Il Sara Cultural Centre è uno degli edifici in legno più alti del mondo fino ad oggi (75 metri), un’opera pubblica, una casa per la cultura dove accanto agli spazi per l’arte, lo spettacolo e le organizzazioni letterarie c’è anche un hotel. 

 

1. Høyt Under Taket, Skien, Norvegia - 2. Wendelstrand Lakehouse Mölnlycke, Svezia
1. Høyt Under Taket, Skien, Norvegia ©Plomp – 2. Wendelstrand Lakehouse Mölnlycke, Svezia ©Eirik Evjen/Snøhetta

 

White Arkitekter con Henning Larsen firma anche il design della nuova Stockholm Wood City, un maxiprogetto tutto in legno che potrà diventare realtà nei prossimi 5 anni. Un’altra storia che racconta l’innovazione sostenibile svedese, questa volta promossa da un player privato, Atrium Ljungberg. Un programma edilizio da 25 0mila mq con 7.000 posti di lavoro, 2.000 abitazioni, ristoranti e negozi a servizio; una risposta concreta del settore immobiliare alla sfida della transizione verde, considerando che gli edifici rappresentano fino al 40% delle emissioni di CO2 a scala globale. 

Sempre con base nel Nord Europa, Snøhetta è tra gli studi di architettura che più fa ricerca sull’applicazione di questo materiale. E nella mappa dei suoi progetti più interessanti si trova la sede della società di trekking e viaggi avventura ASI Reisen (a Natters, in Austria), con un uso creativo del legno che vede l’applicazione di metodi di costruzione sostenibile senza rinunciare alle scelte compositive e al benessere dei lavoratori, combinando high-tech e low-tech. Quasi come un oggetto di design urbano è invece The Norwegian Wild Reindeer Centre Pavilion: un belvedere a ridosso di un parco nazionale (con vista sul monte Snøhetta). 

 

New Brighton, Christchurch, Nuova Zelanda
New Brighton, Christchurch, Nuova Zelanda ©Sarah Rowlands Photography

 

Tra i progetti sul trampolino di lancio c’è Wendelstrand Lakehouse che vede impegnato Snøhetta già da 5 anni per la trasformazione di una vecchia cava in un quartiere ecologicamente e socialmente sostenibile a Mölnlycke, fuori Göteborg. L’ambizione era quella di progettare luoghi dell’abitare rispettosi dell’ambiente e della sostenibilità sociale, con l’occasione di sanare una ferita nel terreno e rigenerare la natura circostante. Il risultato sarà una città-giardino di nuova generazione, ancora una volta con il legno protagonista.

In questa partita l’Italia c’è, come racconta l’impegno del Gruppo Rubner (fatturato aggregato di oltre 408 milioni, sede a Chienes e oltre 90 anni di storia) che con il suo Rubner Haus ha realizzato 25 mila edifici in quasi 60 anni, case mono e bifamiliari, a catalogo o custom. Le pareti in legno vengono costruite in stabilimento, comprensive di tutti gli elementi di completamento dell’involucro esterno (serramenti, impianti, sistemi di oscuramento, rivestimento esterno), e poi montate in cantiere in tempi brevi e certi. La partita italiana ancora da giocare, al test del cantiere, rimane nell’architettura, con tecnologie off-site, e con una reale alleanza tra mondo della progettazione e della manifattura.

 

Articolo pubblicato su Millionaire luglio/agosto 2023

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