«Così ho trovato l’algoritmo della felicità»

Di
Lucia Ingrosso
9 Gennaio 2020

Francesco Marconi, 33 anni, italo-portoghese, responsabile ricerca e sviluppo del Wall Street Journal, ricercatore del Mit Media Lab e fellow della Columbia University. Esperto di tecnologie e intelligenza artificiale, è stato riconosciuto come uno dei principali innovatori nel settore dei media. È autore del libro Diventa autore della tua vita. 30 giorni per scoprire le tue aspirazioni e cominciare a raggiungerle. Lo abbiamo intervistato.

«Sono nato in Portogallo, ho studiato anche a Milano, vivo a New York. I miei genitori si sono conosciuti su un treno diretto a Parigi. Lui ha difeso lei da un gruppo di soldati che la stavano infastidendo. Poi le ha scritto il suo numero di telefono sul giornale che lei stava leggendo, con il messaggio “Se mai vieni a Roma chiamami, ti porterò in giro per la città”. L’anno dopo lei a Roma ci è andata davvero! Il modo in cui si sono conosciuti mi ha sempre fatto pensare che i giornali avrebbero avuto un ruolo centrale nella mia vita» inizia così l’intervista con Francesco Marconi.

Parli tre lingue, ma ti senti più italiano, portoghese o americano?

«Mi sento internazionale. Ho assorbito le culture di vari Paesi e le ho combinate insieme».

Da bambino sognavi di andare a New York, raccontaci come ci sei riuscito.

«Con impegno e duro lavoro, ma anche grazie a… una foto! L’idea di vivere nella città che “non dorme mai” è sempre stata il mio sogno e la mia priorità. Così a 16 anni ho comprato una fotografi a in bianco e nero dello skyline di Manhattan e l’ho appesa sopra al letto. In quel modo, visualizzando tutte le notti il mio obiettivo, mi sono creato una motivazione forte e intensa. “Un giorno ci andrò” mi dicevo. Alla fine è successo. Sono andato lì per uno stage alle Nazioni Unite. Finché ho sentito che mi mancava qualcosa».

Come è nato il tuo libro?

«Ho iniziato a prendere appunti, osservando le persone che stimavo, da cui avevo qualcosa da imparare. Appuntavo su un blocco i loro comportamenti, le loro strategie. Un giorno, un amico mi ha chiesto di fotografare il blocco, per copiare quelle strategie. Da lì ho pensato che le mie note potessero avere un interesse. Così le ho mandate a 10 amici, chiedendo un feedback. La loro reazione è stata incoraggiante e i loro consigli sono stati utili per migliorarmi. Poi ho messo i contenuti su un blog, che è diventato subito virale. A quel punto, ho avuto gioco facile nel fare la mia proposta a un editore. Dopo essere uscito negli Stati Uniti e in Portogallo, il mio libro arriva ora anche in Italia».

Qual è stata la tua marcia in più?

«Il principio di base che ho seguito è stato quello di testare le idee. Valutare i feedback, prima di realizzare un grande progetto. Applicare la mentalità delle startup alla vita personale».

Sei un esperto di intelligenza artificiale: qual è il collegamento con l’intelligenza emotiva al centro del libro?

«L’intelligenza artificiale ci porta molte innovazioni positive, ma ha anche qualche limite, dato dal fatto che alla base ci sono algoritmi creati dall’uomo e l’uomo può sbagliare. La tecnologia non va mai rifiutata, ma va utilizzata, mettendo sempre l’uomo al centro e tenendo presente che l’algoritmo più importante rimane sempre il cervello umano».

Quali sono i tuoi obiettivi?

«Diventare imprenditore e creare un software che sia a disposizione di tutte le imprese. Trasferirmi in Italia, perché no? Ho un bimbo di 6 mesi e una moglie americana, che sarebbe felicissima di vivere in Europa. Ma il mondo cambia e ora è anche possibile vivere in due posti contemporaneamente».

Che cosa consigli ai tuoi lettori italiani?

«Di essere più proud, fieri, del genio italico. In Italia si sono raggiunti grandi traguardi, sin dai tempi di Leonardo Da Vinci. Trovo che gli italiani siano troppo umili. In generale, dico che si possono raggiungere grandi traguardi a ogni età. E poi è importante capire che il percorso può non essere lineare. E il bello sta anche nelle deviazioni, perché a contare non è solo il tipo di risultato, ma anche la piacevolezza del viaggio. È sbagliato pensare che tutti debbano tendere a denaro e successo. Ognuno deve capire che cosa è giusto per sé e tendere a quell’obiettivo. Quando capisci qual è la tua missione nel mondo, la tua vita si colora. Tutto acquisisce un senso e ogni passo diventa una danza verso quell’obiettivo».

Qual è il cuore del tuo metodo?

«Capire quali sono i nostri valori, che cosa ci motiva di più. Nel mio caso: libertà, creatività e bellezza. Quando sono giù, è perché mi trovo lontano da questi valori. Così vado in un museo o partecipo a una riunione  di creativi e ricarico le batterie. Bisogna essere un po’ come l’acqua: assecondare la corrente, adattarsi. Accettare il cambiamento non come qualcosa in grado di farci paura, ma come una grande opportunità di crescita».

INFO : https://medium.com/@fpmarconi

Tratto da Millionaire di novembre 2019. 

algoritmo della felicità
L’apertura dell’articolo pubblicato su Millionaire di novembre 2019
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