Maternità e lavoro: un tema su cui c’è ancora molto da fare in Italia. Secondo l’Osservatorio Nazionale Mobbing, più di 800mila donne sono state licenziate o costrette a dimettersi dopo il parto, tra il 2013 e il 2015. Ci sono però aziende che tutelano le lavoratrici. Come la Cpi-Eng di Trieste, dove una donna alla sua seconda gravidanza è stata assunta a tempo indeterminato.
La storia è raccontata da Il Piccolo di Trieste e da Repubblica. Protagonista è Delia Barzotti, responsabile marketing. La donna era assunta da un anno a tempo determinato quando è rimasta incinta. Il titolare Christian Bracich le ha offerto un contratto a tempo indeterminato, con relativo aumento, perché quello che conta in azienda sono le persone: «Se una persona è valida, va valorizzata» ha detto Bracich.
La filosofia aziendale pro mamme e papà
Dopo la maternità obbligatoria, Delia è tornata subito operativa: può lavorare da casa usufruire di uno spazio di coworking in città, con cui la Cpi ha un accordo, in mancanza di un nido aziendale. Qui i bambini vengono accuditi da un’educatrice, mentre le mamme lavorano con orari flessibili.
Nell’azienda di Trieste, che si occupa di ingegneria meccanica e progettazione industriale, lavorano cinque donne. Tutte ricoprono ruoli manageriali. L’ultima arrivata, responsabile delle Risorse umane, ha un bimbo di sei mesi ed è stata assunta part time, in modo da poter conciliare meglio la maternità e il lavoro. E anche i neopapà usufruiscono del congedo parentale.