Riciclare, rispettare l’ambiente: sarà la regola, nel 2018? I cambiamenti climatici e gli scienziati solecitano le coscienze. Comprese quelle di chi produce e di chi consuma. L’alta moda è affascinata dall’ecocompatibilità. Tiziano Guardini, 37 anni, fashion designer, incanta con abiti e creazioni a base di aghi di pino e materiali naturali, compresa l’Ahimsa silk (o seta di Gandhi), prodotta senza uccidere i bachi: i bozzoli sono raccolti solo quando le farfalle li abbandonano naturalmente. Lo stilista della natura, così l’hanno soprannominato, realizza capi che sfilano accanto a griffe storiche e conquistano premi.
Com’è nata l’idea?
«A 23 anni sono diventato vegetariano, a 27 ho lasciato la strada degli studi per frequentare l’accademia Koefia di Roma: la moda era la mia passione, il mio sogno tornare a vivere nella natura. Così ho iniziato a disegnare abitoicon prodotti cruelty free».
I suoi capi sono opere d’arte. Come indossarli nella vita di ogni giorno?
«Un abito per un concorso costa anche 15mila euro. I ricami, con vecchi cd lacerati e gusci di molluschi, sono impegnativi. Ma realizzo anche capi piu’ abbordabili, utilizzando la seta di Gandhi, la pelle prodotta coi vinaccioli da Vegea, il nylon recuperato da reti e materiali plastici abbandonati in mare. Un abito può costare intorno a 3200 euro nelle boutique.
Tiziano ha un collaboratore e si appoggia ad aziende di fiducia. Dedica molto tempo alla ricerca di materiali e di chi può lavorarli. Nella collezione presentata a novembre propone anche un piumino da nylon 100% riciclato, con un’imbottitura di recupero, morbida e caldissima».
Consigli a chi vuole ideare o produrre moda eco?
«Non avere fretta. Cambiamenti poco alla volta. Fare scelte radicali, come me, può crearti difficoltà economiche, all’inizio. Il prodotto va fatto conoscere. L’imprtante è iniziare a fare la propria parte. Nella moda, sono sempre di piu’ le aziende che ottengono per i propri prodotti certificazioni eco, come il Detox di Greenpeace (eliminare tutte le sostanze chimiche pericolose entro il 2020), il Gots (Global Organic Textile Standard, l’utilizzo di materie prime oraniche per i filati), l’Oeko-Tec Standard 100 (che garantisce che i prodotti tessili e i loro accessori non contengano o rilascino sostanze nocive per la salute)».
Info: www.tizianoguardini.com
Tratto dall’articolo di Silvia Messa e Eleonora Crisafulli “Yes, 2018!” pubblicato su Millionaire di gennaio. Per acquistare l’arretrato scrivi a abbonamenti@ieoinf.it